"Quelli che ci giungono dal governo Renzi non sono buoni segnali". Andrea Purgatori, alla sua prima uscita pubblica come presidente di Greenpeace Italia, nella tappa genovese del tour italiano della "Raimbow warrior", la nave simbolo delle battaglie ambientaliste del movimento, lancia un appello al governo Renzi per promuovere una profonda trasformazione energetica, in Italia e in Europa. "Tra pochi giorni comincia il semestre di presidenza italiano in Europa- ha sottolineato Purgatori - e rischiamo ancora una volta che il nostro paese giochi una partita di retroguardia quando l'Italia e l'Europa hanno bisogno di investire su rinnovabili ed efficienza energetica. Si tratta di settori in cui abbiamo un ottimo posizionamento strategico e non ha senso che sia proprio l'Italia a rallentare questo processo".
La tappa genovese, dopo Savona-Vado Ligure e la spettacolare azione di mercoledì a La Spezia, dove è stata scalata e occupata una delle gru di movimentazione del carbone per la locale centrale termoelettrica, rientra nella campagna "Non è un Paese per Fossili", che vede la nave impegnata lungo tutte le coste del paese per promuovere una profonda trasformazione energetica, in Italia e in Europa. Le scelte del governo italiano sembrano puntare in altra direzione, denuncia Greenpeace: i tagli alle rinnovabili previsti nel provvedimento "spalma incentivi" rischiano di mettere in ginocchio un intero settore, allarmando gli investitori stranieri ed esponendolo alla speculazione finanziaria.
"In questi mesi - ha spiegato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace - abbiamo prodotto una serie di rapporti che mostrano il peso delle fonti fossili nell'economia europea. Solo in Italia, per importare petrolio, gas e carbone spendiamo oltre 60 miliardi di euro l'anno. Tutto questo di certo è nell'interesse delle grandi compagnie energetiche ma non dei cittadini europei. I leader Ue devono far vedere a chi rispondono: hanno la possibilità di ascoltare la voce dei cittadini, sottrarsi alle pressioni delle lobby fossili e salvare il clima, l'ambiente, l'economia. Insieme all'occupazione".
La tappa genovese, dopo Savona-Vado Ligure e la spettacolare azione di mercoledì a La Spezia, dove è stata scalata e occupata una delle gru di movimentazione del carbone per la locale centrale termoelettrica, rientra nella campagna "Non è un Paese per Fossili", che vede la nave impegnata lungo tutte le coste del paese per promuovere una profonda trasformazione energetica, in Italia e in Europa. Le scelte del governo italiano sembrano puntare in altra direzione, denuncia Greenpeace: i tagli alle rinnovabili previsti nel provvedimento "spalma incentivi" rischiano di mettere in ginocchio un intero settore, allarmando gli investitori stranieri ed esponendolo alla speculazione finanziaria.
"In questi mesi - ha spiegato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace - abbiamo prodotto una serie di rapporti che mostrano il peso delle fonti fossili nell'economia europea. Solo in Italia, per importare petrolio, gas e carbone spendiamo oltre 60 miliardi di euro l'anno. Tutto questo di certo è nell'interesse delle grandi compagnie energetiche ma non dei cittadini europei. I leader Ue devono far vedere a chi rispondono: hanno la possibilità di ascoltare la voce dei cittadini, sottrarsi alle pressioni delle lobby fossili e salvare il clima, l'ambiente, l'economia. Insieme all'occupazione".
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