venerdì 23 maggio 2014

La beffa dello Stato ai cittadini di Acerra: inceneritore senza compensazioni e sgravi fiscali

In cambio dell'installazione dell'inceneritore che brucia ogni giorno tonnellate di rifiuti, ai cittadini di Acerra sono state promesse delle compensazioni economiche e sgravi fiscali sulle bollette. Dei milioni di euro previsti dal 2009 però non si è vista ancora neanche l'ombra

di Francesco Celardo Il Termovalorizzatore, così preferisce chiamarlo la politica da quando è stato inaugurato sotto il governo Berlusconi, è stato presentato come la soluzione all’emergenza rifiuti ed è stato imposto per mano militare alla comunità locale con la promessa di alcune compensazioni, siglate in un protocollo d’intesa.

L’accordo, firmato nel 2009 con il Comune di Acerra, garantiva ai residenti locali un piano occupazionale, il risparmio sulla bolletta elettrica e sull’imposta di smaltimento dei rifiuti. Prevedeva anche16 milioni di euro per opere compensative - quali ad esempio il restauro conservativo del Castello Baronale ed il consolidamento di una scuola - e 9 milioni di euro per ristori ambientali. Ma, ad oggi, la città di Acerra non ha incassato un solo centesimo.
Il primo cittadino, Raffaele Lettieri, è stato costretto ad inviare due messe in mora: una alla Regione Campania ed una alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’epoca guidata da Mario Monti, chiedendo di rispettare gli impegni intrapresi, partendo dalla mancata bonifica di tutte le aree di sosta delle ecoballe che, dal 2007, sono depositate sotto ad un tendone nero. Solo tre settimane fa, con circa sette anni di ritardo, la Sapna (Sistema Ambiente Provincia di Napoli), la società che gestisce il servizio di raccolta e trattamento dei rifiuti nella provincia di Napoli, ha iniziato a liberare le aree davanti al Termovalorizzatore dalle ecoballe.
Inoltre, i titolari del Termovalorizzatore che si sono succeduti non hanno mai pagato l’Imu. Il sindaco Lettieri ha quindi aperto un contenzioso sia con la Fibe Spa - chiedendogli 14 milioni di euro previsti secondo l’amministrazione comunale dal 2009 al 2011 - sia con la Regione Campania, a cui dal 2012 è passata la proprietà dell’inceneritore (oltre alle quote del 2013, la Regione deve ancora versare due milioni di euro per il periodo di competenza marzo-dicembre 2012).
Oltre a questo, la Regione Campania tra poco dovrà anche emettere l’Autorizzazione Integrata Ambientale, vale a dire la certificazione che garantisce che l’impianto non inquini. Insomma, il controllore che controlla sé stesso.
L’inceneritore, situato nel bel mezzo dei campi agricoli, ogni giorno brucia tonnellate di rifiuti. Oltre al danno quindi, i cittadini di Acerra si ritrovano la beffa di non aver ricevuto nulla di quanto gli era stato promesso.

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