sabato 24 maggio 2014

Ansaldo compra l'inglese Nes e scommette sul business dello smantellamento nucleare

La società genovese rileva per 45 milioni la società Nuclear Engineering Services, leader europeo delle tecniche per lo smantellamento dei siti atomici, un mercato che nei prossimi anni varrà fino a 80 miliardi soltanto in Europa




Un'acquisizione che non ha un gran valore finanziario (36 milioni per un'azienda che ha un fatturato di 45 milioni), ma ne ha uno norme dal punto di vista strategico e industriale. La società guidata da Giovanni Zampini ha conquistato il controllo dell'azienda che non soltanto è impegnata nel più importante processo di decomissioning in Gran Bretagna, ma grazie alle competenze tecniche dei 400 dipendenti (per la maggior parte ingegneri) potrà partecipare alle gare che verranno indette a breve in tutta Europa.

Secondo Nomisma Energia, sono 89 le centrali che dovranno essere chiuse e messe in sicurezza nel Vecchio continente nei prossimi due decenni: 29 in Inghilterra, 27 in Germania e 12 in Francia. Il che porterà la spesa dei governi dagli attuali 27 miliardi a circa 110 miliardi.
Si tratta degli impianti più vecchi, figli degli investimenti sulle centrali atomiche nate negli anni '50-'60 che sono arrivati a fine corsa. A cui vanno aggiunte le scelte politiche all'indomani dell'incidente di Fukushima, come nel caso della Germani e della Svizzera che hanno deciso di intraprendere l'uscita definitiva dal nucleare come fonte energetica. Il tutto dovrebbe dare lavoro tra opere e indotto ad almeno 40mila persone, la maggior parte ad alta specializzazione.

Un'altra settantina sono le centrali che andranno chiuse nel resto del mondo, la maggior parte delle quali negli Stati Uniti, nazione che ospita il maggior numero di impianti (104 reattori operativi con 65 centrali).

L'operazione di Ansaldo si inserisce nel nuovo piano di sviluppo industriale messo a punto dopo l'ingresso del Fondo Strategico Italiano della Cdp che ha rilevato l’85 per cento del capitale da Finmeccanica e dal fondo americano First Reserve. Zampini ha convinto  vertici di Cdp che il sistema industriale italiano avrebbe tratto più giovamento dal rilancio di Ansaldo piuttosto che dalla sua cessione. Saltata così la trattativa con i tedeschi di Ansaldo e i coreani di Doosan, pronti a salire in maggioranza, la società ligure si è alleata con i cinesi di Shanghai Electric (che ne hanno rilevato il 40 per cento) per lo sviluppo delle turbine a gas in Asia.

Ansaldo vanta una lunga tradizione nel settore nucleare: tra l'altro ha costruito l'unico impianto entrato in funzione in Europa negli ultimi dieci anni e in Cina è stato il primo fornitore della nuova generazione  di impianti.

Non è escluso che nel settore del decommissioning anche in Italia si vada verso una sorta di razionalizzazione. Il nostro paese ha quattro impianti da dismettere di cui il più grande riguarda il sito di Caorso nel piacentino. Nonostante gli impianti si stati fermati con il referendum del 1987, i lavori di smantellamento - affidati alla società statale Sogin - continuano a trascinarsi con una spesa che viene ogni anno alimentata da una apposita voce in bolletta. Fino a ora sono stati realizzati solo il 22 per cento dei lavori previsti per completare la dismissione. Non è escluso che l'ingresso di Ansaldo Energia nell0orbita di Cdp (per l'85 per cento di proprietà del Tesoro) porti a un maggior coinvolgimento del gruppo ligure per rimediare ai ritardi accumulati in quasi 30 anni. E anche per questo sarà utile l'esperienza del gruppo inglese appena acquistato.
 http://www.repubblica.it/economia/finanza/2014/05/24/news/ansaldo_compra_l_inglese_nes_e_scommette_sul_business_dello_smantellameno_nucleare-86988864/?ref=HRLV-4

(24 maggio 2014)© RIPRODUZIONE RISERVATA 

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