Latina Oggi, Mercoledì 30 Aprile 2014
Sulla scelta ha «pesato» il ruolo della Regione che non accetta il rinvio sui debiti verso i Consorzi
Acqualatina aggiusta i conti
La spa pronta ad annunciare la fine degli ammortizzatori per i dipendenti
Un anno di ammortizzatori sociali per 170 dipendenti di Acqualatina e ora che sta per scadere l’accordo di solidarietà autorizzato dalla Regione la spa si prepara a tornare indietro. E’ quello che annuncerà il presidente del consiglio di amministrazione della società nell’ambito della presentazione del bilancio, il primo in pareggio dopo la grande crisi. Quella legata alla rimodulazione delle tariffe voluta dall’autorità del garante che prevedeva l’accantonamento di una parte degli incassi derivanti dalle bollette. Ma avverso questo provvedimento è stato proposto ricorso al Tar da parte di tutti i gestori del servizio idrico, che l'hanno spuntata e ora possono nuovamente contare su quella parte di incasso. Resta comunque alto, al di là di tutto, il buco provocato dal mancato introito dei morosi, che raggiungono il picco in alcune aree del nord della provincia e pure questa è un’ anomalia ormai cronica dei bilanci della società. Ma nella scelta di non rinnovare la richiesta di ammortizzatori sociali c’è pure dell’altro e in specie l’intervento della Regione Lazio a proposito del pauroso debito che la spa ha accumulato nei confronti dei Consorzi di Bonifica e ai quali la Regione Lazio aveva riconosciuto lo scorso anno il titolo a riscuotere crediti da Acqualatina spa anche per il triennio dal 2013 al 2015. In pratica la Regione non avrebbe accettato di controfirmare una nuova pratica di contratti di solidarietà per la spa delle acque stante il debito della stessa verso i consorzi e la situazione finanziaria disastrosa cui, anche per questo motivo, sono precipitati gli enti di bonifica. Per tutta risposta Acqualatina avrebbe preferito rinunciare agli ammortizzatori sociali per i dipendenti piuttosto che riconoscere i cinque milioni di euro e oltre che deve in qualche modo versare ai Consorzi e riconoscere pure nel bilancio. Fino ad oggi la collocazione dei questi debiti non era ben decifrabile dentro il bilancio della spa poiché la stessa riconosceva somme di gran lunga inferiori a quelle chieste dai consorzi e questo generava una confusione che, comunque, fino ad oggi è stata sempre avallata dai revisori contabili. I quali però lo scorso anno avevano individuato gravi elementi di fragilità nei conti, tra questi le sorti del mutuo con Depfa Bank e, appunto, i debiti nei confronti dei Consorzi di Bonifica. Per coprire i costi dell’esercizio di quest’anno sarà, ad ogni modo, inevitabile un aumento delle bollette dell’acqua. La prima proposta, approdata nella conferenza dei sindaci, che ha appunto il compito di approvare le modifiche tariffarie, prevedeva un +18% di media sulle fatture del 2014. Ma non è stata discussa specie per le critiche che da subito si sono abbattute su una scelta di questo tipo in un momento di grave crisi economica per molte famiglie e utenti. Come provano i più recenti casi di morosità. Infati mentre prima le bollette inevase erano riconducibili in larga parte alla protesta dei comitati per l'acqua pubblica, soprattutto ad Aprilia, adesso le bollette non pagate sono quelle di nuclei e imprese (specie se piccole) in difficoltà finanziaria grave. Un aumento così consistente varato adesso risulterebbe quantomeno non in linea con la necessità di non gravare oltremodo sull'economia «minore». La spa per far quadrare i conti ha dovuto però tenere conto degli aumenti nelle bollette e a questo punto non si sa che finefa-ranno i maggiori investimenti previsti a breve e medio termine come quelli sulle reti idriche del sud pontino dove si registra tuttora un grave fenomeno di torbidità.
Latina Oggi, Mercoledì 30 Aprile 2014
La vendita delle quote privae
Resta ancora sul tappeto una proposta avanzata a settembre scorso in seno alla conferenza dei sin-daci del!’Ato4 per la messa in vendita del pacchetto privato delle azioni di Acqualatina. La mission era stata affidata all’allora presidente della Conferenza e della Provincia, Armando Cusani, che circa un mese dopo è stato sospeso dalle funzioni dal Prefetto Antonio D’Acunto in considerazioni delle due condanne di primo grado accumulate fino a quel momento. Successivamente la volontà dei sindaci di mettere in vendita la quota privata (49%) della società è un po’ caduta nel dimenticatoio. Mentre circa un mese fa il consiglio regionale del Lazio ha varato una modifica sostanziale alla gestione del servizio idrico che prevede una specie di ripubblicizzazione non ancora del tutto definita.
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