Accenture e WEF hanno classificato 124 Paesi in base alla loro capacità di fornire energia sicura, accessibile e sostenibile. Norvegia, Nuova Zelanda e Francia sul podio
Non va meglio neppure nella classifica mondiale, dove si colloca 49esima su 124 Paesi. Il rapporto definisce periodicamente le performance energetiche delle varie nazioni e dell’impegno profuso per migliorale. Nato con il preciso intento di stimolare l’impegno mondiale nell’affrontare le sfide e le opportunità energetiche in modo innovative, l’indice analizza anche le interazioni tra i diversi Paesi e i gradi di dipendenza che influenzano i singoli sforzi, al fine d’avere un quadro più esaustivo possibile. Si scopre così le prime dieci posizioni sono dominate da paesi UE e OCSE (con l’eccezione di Costa Rica e Colombia), nazioni in cui il 41% dell’energia proviene da fonti energetiche a basse emissioni di carbonio. Sul podio, la Norvegia seguita dalla Nuova Zelanda e dalla Francia. A tenere bassa la posizione dell’Italia nella classifica generale sono soprattutto due elementi: gli elevati prezzi energetici e l’incertezza della sostenibilità economica a lungo termine. "Nonostante l’economia italiana risulti avere oltre 12 US$ PIL/unit of energy (simile a Regno Unito e Spagna), impone tra le più alte tasse su benzina e gasolio a livello globale e i suoi prezzi dell’energia risultano tra i più alti tra i paesi UE", si legge nel rapporto.
Al pari degli altri stati membri, anche il Belpaese ha registrato importanti investimenti nello sviluppo delle energie rinnovabili, attraverso incentivi come la "Tariffa Onnicomprensiva" o il "Conto Energia". Tuttavia "sebbene questi investimenti su grande scala abbiano accresciuto la disponibilità di energie rinnovabili in Italia, hanno anche portato ad alcuni problemi sulla sostenibilità economica a lungo termine, con inevitabili ricadute sui consumatori, specialmente in un periodo di recessione come quello attuale". Tra gli altri dati più interessanti del rapporto: il Brasile, classificatosi al 22° posto, è il paese con le migliori prestazioni di questa categoria, con l’estrazione del 50% di PIL in più per unità di utilizzo energetico rispetto alla media degli altri paesi BRICS, mentre la Cina (82° posto), il maggiore consumatore al mondo di energia, è riuscita ad aumentare l’accesso all’energia della sua popolazione, ma continua a lottare con importazioni energetiche e livelli di inquinamento in aumento.
Anche il Costa Rica merita una nota di riguardo essendo uno dei soli due paesi a reddito medio superiore a classificarsi fra i primi 10. Il merito? Una strategia governativa, che promuove la trasformazione del sistema energetico e mira alle zero emissioni di CO2 e ad una produzione energetica al 99% rinnovabile.
(* della redazione di RINNOVABILI.it)
http://www.repubblica.it/ambiente/2014/04/22/news/performance_energetiche_la_brutta_pagella_dellitalia-84184524/
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