venerdì 25 aprile 2014

L'economista spiega la truffa delle biomasse

Con questo ulteriore contributo della giornata mantovana sul biogas "dalla parte dei cittadini" (e non come solito della lobby, degli speculatori e del business) la Prof. Gabriella Chiesa tocca aspetti non solo economici ma anche sociali e politici. La dimensione del trasferimento di ricchezza dal sistema delle famiglie e delle imprese (salvo quelle "energivore" esentate dalla tangente sulle pseudo rinnovabili) ha effetti sull'intero sistema economico e sociale, la perdita di valore degli immobili non è, come qualcuno erroneamente si sforza di pensare e di far pensare un solo minus di valore immobiliare di valore patrimoniale, di ricchezza. Essa è l'indicatore sintetico, la rappresentazione nelle forme di una società di mercato del danno alla vivibilità, al benessere, alla salute che subisce chi vive e lavora in una località dove si sono installate delle centrali a biomasse. Purtroppo, invece, le esternalità negative scaricate più in generale sui sistemi ambientali non sono quantificate. Ma sono rilevanti e rappresentano anche un danno economico e sociale. Ecco perché la reazione dei residenti non solo non è egoistica, ma è razionale e tende alla tutela non già del proprio orticello ma dei beni comuni. Nella sua presentazione la Prof. Chiesa sottolinea anche come la dimensione della'operazione speculativa sulle biomasse è stata aggravata dalla progressiva estensione della definizione di "biomassa" ("praticamente tutto quello che non è plastica"). Mette anche in evidenza la falsità della pretesa motivazione e legittimazione di una feroce speculazione: la gestione sostenibile dell'energia. La prova del nove è fornita dalla scarsissima attenzione al risparmio energetico. L'esempio citato è illuminante. Solo poche regioni hanno provveduto ad applicare la norma che impone - ai fini di un più razionale utilizzo dell'energia termica per risaldamento e acqua calda - l'installazione dei contatori per ogni singola unità immobiliare. La conclusione dell'economista è sconfortante: "Il sistema attuale non solo non porta al risparmio energetico ma spinge in tutti i modi alla massimizzazione dei consumi di cosiddetta energia rinnovabile per massimizzare il volume degli incentivi". In questo contesto, dal momento che l'energia "rinnovabile" ha la priorità della messa in rete gli impianti tradizionali operano molto al di sotto della loro capacità con conseguenze facili da intuire: costi e ammortamenti appesantiti, cassa integrazione ecc. Il rischio è che i produttori di energia non rinnovabile inducano il governo a far pagare l'energia non in base alla produzione ma alla capacità produttiva installata aggravando ancora la bolletta energetica. POTENZA DEGLI INTERESSI CORPORATIVI per scaricare il documento http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2014/04/leconomista-spiega-la-truffa-delle.html

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