LA
CROCIERA PREZIOSA DELL’MSC SBATTE CONTRO UNA BANCHINA E DISTRUGGE
LA PASSERELLA
TIMORI
Dopo
cinque mesi
di
interruzione, ieri
mattina
le grandi navi
hanno
ripreso il transito
nelle
acque veneziane
Protestano
i comitati
diDavid
Marceddu
Èripartita
nel pomeriggio
stesso
la Msc
Preziosa.
Ha ripreso
la
strada dell’Adriatico
attraversando
il centro
storico
più fragile del mondo e
passando,
come se niente fosse
successo,
davanti a una piazza
San
Marco ormai quasi assuefatta
al
passaggio minaccioso di
queste
navi per cui Venezia
non ha
i “fianchi” adatti. Eppure
ieri
mattina in città è tornata
la
paura quando, poco dopo le
8, la
nave da crociera a causa di
una
manovra andata male ha
urtato
contro la banchina del
porto
della Stazione Marittima
colpendo
un finger.
La
passerella
metallica,
simile a quelle che
negli
aeroporti accompagnano
i
passeggeri fin dentro ai velivoli,
è
andata distrutta. I viaggiatori
a
bordo della nave non
si
sono accorti quasi di niente.
Giusto
un piccolo rumore metallico:
del
resto, per una bestia
di 140
mila tonnellate, 330 metri
di
lunghezza, 67 di altezza,
l’incidente
di ieri è stato come
schiacciare
una mosca.
LA
CAPITANERIA di porto
ha
aperto
un’indagine, mentre la
Msc,
compagnia navale italiana
con
sede a Ginevra, ha emesso
un
breve comunicato: “Le autorità
competenti,
informate
tempestivamente
dell’accadu -
to,
hanno già dato il via libera
per la
partenza della nave programmata
per
oggi alle ore
16.30”.
Proprio ieri in laguna riprendeva
il
passaggio delle
grandi
navi da crociera che da
novembre
scorso era stato interrotto
per i
lavori del Mose
nella
bocca di porto di Lido, la
porta
d’ingresso via mare di
Venezia.
Anche l’attracco della
Preziosa,
la nave più moderna,
più
grande e tecnologicamente
più
avanzata che passa in laguna,
era il
primo da novembre.
“È
chiaro che l’incidente è dietro
l’angolo.
Per fortuna questa
volta
è avvenuto all’entrata della
Marittima”,
spiega Silvio Testa,
uno
dei membri del comitato
No
Grandi Navi. “Chi può
garantire
che un incidente non
possa
avvenire nel bacino di
San
Marco, dove peraltro la
Preziosa
era passata pochi minuti
prima?
La nave aveva due
rimorchiatori,
il pilota a bordo,
tutte
le tecnologie più avveniristiche,
ma è
andata a sbattere
contro
la banchina”.
Il 17
marzo scorso il Tar del Veneto
aveva
accolto la richiesta
di
sospensiva (fatta dall’azienda
che
gestisce il terminal portuale che paventa 2.500 disoccupati
in
caso di fine delle crociere)
contro
una ordinanza della
Capitaneria
di porto che avrebbe
dovuto
accompagnare gradualmente
alla
applicazione del
decreto
Clini-Passera. L’ordi -
nanza
sospesa dai giudici amministrativi
prevedeva
una riduzione
da 808
a 707 navi l’an -
no per
il 2014 e avrebbe attivato
a
inizio 2015 il divieto di ingresso
dalla
bocca di porto del Lido
alle
navi di stazza superiore alle
96
mila tonnellate. Una mossa,
quella
della Capitaneria, per
prendere
tempo e pensare a un
passaggio
alternativo per le crociere
un po’
meno invasivo,
magari
un canale più esterno,
scavato
appositamente all’in -
terno
della laguna. Il decreto
Clini-Passera,
nato sull’onda
dell’indignazione
per la tragedia
della
Concordia, limiterebbe
infatti
il passaggio nel canale
di San
Marco e della Giudecca
alle
navi con stazza non superiore
alle
40 mila tonnellate. Il
comitato
No Grandi Navi tuttavia
non
vuole sentire parlare
di
alternative all’interno della
laguna:
“Se per togliere le navi
da San
Marco intendono scavare
altri
canali, per noi è una
sconfitta.
Per noi la vittoria è se
le
navi ormeggiano fuori dalla
laguna.
C’è un progetto della
Autorità
portuale per un terminal
offshore
per le petroliere e i
porta-container:
per cui non si
vede
perché non si possa ipotizzare
qualche
cosa di analogo
anche
per le navi da crociera”,
spiega
ancora Silvio Testa. E la
lotta,
che lo scorso settembre
aveva
visto molti cittadini mobilitarsi
addirittura
con una
“nuotata
anti-crociere” nel
mezzo
del bacino di San Marco,
sembra
pronta a ripartire: “Per
l’immagine
dell’Italia è impensabile
che
prosegua il passaggio
di
queste navi. La notizia di oggi
(ieri
per chi legge, ndr) farà il
giro
del mondo e rimetterà in
mora
il governo sul tema”.
il fatto quotidiano 6 aprile 2014
Nessun commento:
Posta un commento