della Valle
del Bradano
ENTRO 25 ANNI Q U E STA
TECNOLOGIA D’AVA N G UA R D I A
SARÀ SUPERATA. E DUNQUE
BISOGNERÀ ROTTAMARLA
E DOPO? CENTRI COMMERCIALI
C I N Q UA N TA GLI AGRICOLTORI
CHE PROTESTANO: “TO LG O N O
LE ZOLLE PIÙ FERTILI PER METTERE
I LORO SPECCHI, MA COSÌ
DISTRUGGONO LA NOSTRA IDENTITÀ”
CHE PROTESTANO: “TO LG O N O
LE ZOLLE PIÙ FERTILI PER METTERE
I LORO SPECCHI, MA COSÌ
DISTRUGGONO LA NOSTRA IDENTITÀ”
Valle
del Bradano:
BANZI
(PZ)
Multinazionale:
TEKNOSOLAR
Terre
da espropriare:
255
ETTARI
Il
progetto:
8640
SPECCHI
di
Antonello
Caporale
inviato
a Banzi (Basilicata)
L’ORO
di
Banzi è rosso come i suoi pomodori,
giallo
come le spighe di grano. Luccica e
si
distende nel meraviglioso vuoto che separa
questo
lembo di Lucania dalla Puglia. È l'orizzonte
vasto
del sud, pianura persa tra i monti. A
Banzi
e in tutti gli altri paesi dell’alta valle del Bradano
la
zappa è la regina maestosa della vita.
Amica
fedele ma crudele, sacrificio perenne ma
anche
salvezza di chi non ha altro tra le mani che
le
mani e il pomodoro e il grano in testa. Nessuno
finora
veniva a cercare i contadini, anzi per dirla
tutta
chi può ha sempre cercato di scappare da
loro,
da qui. L’emigrazione svuota le case, riduce
le
piazze a ritrovo di corpi ormai inabili al lavoro
e
trasforma ogni viaggio verso nord in un miraggio.
Poi,
colpo di scena! È successo che qualcuno
ha
finalmente bussato alla porta delle masserie.
In
difesa di pomodori
lenticchie
e cicoria
Canio
Nozza lo hanno cercato nei campi, lui era sul
trattore
in quella immensa prateria gialla. “Sono
venuti
dei signori che mi hanno chiesto la terra, la
mia
terra. Mi hanno spiegato cosa volevano fare:
un
impianto solare termodinamico, una cosa grandissima.
E
mi hanno detto che la loro iniziativa
avrebbe
garantito diversi posti di lavoro. Sicché potrei
avere
un lavoro nuovo. Però i conti non mi
tornano.
Io un lavoro ce l’ho e ho anche la fortuna
di
dare lavoro agli altri”. Canio ha rifiutato lo scambio
che
i tecnici della Teknosolar, una multinazionale
spagnola,
gli proponevano: tu abbandoni la
zappa
e noi ti diamo una divisa da operaio. Specchi
termodinamici
contro pomodori, olio diatermico
al
posto dei legumi, megawatt in sostituzione dei
pelati,
energia solare invece che pane.
Finisco
tra questi ribelli dei tempi moderni nell’alta
valle
del Bradano, un paesaggio infrequente di
orizzonti
lontani. Alle otto del mattino hanno già
due
ore di fatica nelle braccia e il legittimo pensiero
che
il mondo stia raggiungendo la cima del paradosso.
“Ci
hanno detto che le energie rinnovabili
fanno
bene perché non inquinano e non finiscono
mai.
Ma anche i miei pomodori non inquinano, e le
lenticchie
e la cicoria, la vedi quell'insalata riccia? E
anche
la capra che mangia l’erba poi fa il latte e io lo
vendo.
Lei trova l'erba ogni giorno e fa il latte ogni
giorno,
finché campa. E il grano si miete ogni anno,
tra
giugno e luglio, e ogni anno ricresce. Col grano
fai
il pane e col pane ti sfami sempre. Allora dimmi:
c’è
qualcosa di più basilare, essenziale, improcrastinabile
del
cibo? Secondo me esisti solo se mangi,
perché
se non mangi muori. E se muori non esisti
più,
mi sembra. E allora prima di pensare alle altre
cose
devi badare a che il cibo finisca nel tuo piatto.
Quindi
io penso questo: la fame non finisce mai,
ma
se tu mi proponi gli specchi solari su questa
terra
coltivata a grano, pomodori, legumi e insalata,
significa
che il grano e i pomodori e i legumi e
l’insalata
non ci saranno più. Se consumi tutta la
terra
che hai cosa ti resta in mano? Lo specchio?”.
Si
chiama land
grabbing:
è la scelta vorace del grande
capitalismo
mondiale che si tuffa nel mercato
delle
fonti rinnovabili per acchiappare quanti più
pezzi
di questo mondo. Non solo pendii dolci di
colline
basse ma ben esposte al sole, non solo
montagne
spalancate al vento. Servono pianure,
e
servono grandi anzi grandissime. Le imprese
hanno
iniziato a conquistare il deserto africano,
sono
passati ai campi di pascolo, poi ai terreni
irrigui
dell’Europa continentale più povera, quella
dell’Est.
La scorpacciata non è finita e hanno
adocchiato
queste piane del sud d’Italia, e ora si
trovano
qui, tra Banzi e Palazzo San Gervasio,
nella
valle del Bradano. La zappa sfama ma non
dà
vita dignitosa. Ed ecco – perfetta – la proposta
della
Teknosolar che al governo regionale è parsa
così
magnifica da mostrare non solo interesse,
ma
accondiscendenza, partecipazione costituente,
emozione,
quasi un sentimento d’affetto. La
multinazionale
espropria 255 ettari di terreno
coltivato
e ci installa 8640 specchi parabolici che
saranno
sostenuti da novemila pali. Avrà necessità
di
acqua, perché ne consumerà 16 litri al secondo.
Trasformerà
i contadini in guardiani o
netturbini,
scala minima del livello gerarchico,
camerieri
della modernità, 25 ne servono non di più, e il grande campo
pomperà energia: 50 megawatt
al
costo più basso di mercato. Moneta sonante,
energia
che naturalmente vola via, qui non
serve
si dirige altrove, sui mercati che rendono.
Spunteranno
mega tralicci
al
posto del grano
Serviranno
mega-tralicci, e software moderni. Altro
che
grano! “Hanno bisogno di ridurre il dislivello
naturale
facendo dei terrazzamenti, quindi dovranno
trasportare
400 mila metri cubi di terra da un
luogo
all’altro. Avranno bisogno di olio (si arriverà a
2300
tonnellate di olio diatermico) e di acqua (16 litri
al
secondo)”, dice Gerardo Liberatore, ingegnere. Il
mega
impianto, questo nuovo mostro verde, vaporizzerà
tra
25 anni. Entro un quarto di secolo questa
tecnologia
d’avanguardia sarà superata, incompatibile,
ingestibile.
E dunque bisognerà rottamarla.
Tra
un quarto di secolo l'area verrà dismessa e a
questi
contadini lucani, nel frattempo trasformati in
operai,
è stata offerta la spigola d'oro dell'incoscienza:
“Ci
dicono che quando dismetteranno l’impian -
to
ci sarà posto per una grandissima area commerciale.
Potrebbero
venire supermercati, o industrie.
Sono
degli impostori e la loro proposta è vergognosa”,
dice
Domenica Cancellara. Sono 50 partite Iva,
piccoli
imprenditori della terra che fanno mercato
con
i loro prodotti e conducono una guerra di civiltà
e
di buon senso. “Scorticano i nostri terreni, tolgono
lo
strato più fertile per mettere i loro specchi. Ma
distruggono
la nostra identità, la nostra storia, il nostro
lavoro”,
dice Domenico. È la solita corsa a un
progresso
che non fa progredire, un continuo miraggio
che
si rincorre senza criterio e che bolla come
conservatori
coloro che vogliono usare discernimento,
prudenza,
cautela prima di decidere che la
loro
vita va buttata al macero. In dieci anni il Sud ha
ricevuto
e speso circa 100 miliardi di euro: fondi
europei
che dovevano servire a dare infrastrutture,
iniziative
industriali, tecnologia e innovazione. Oggi
cosa
c’è? Il nulla. C’è che questa montagna di soldi ha
affamato
invece che arricchire. Il continuo saccheggio
delle
risorse, come quelle messe a disposizione
dalla
famigerata legge 488 (contributi a fondo perduto
per
attività produttive), non ha insegnato nulla.
Quanto
aveva ragione Gramsci: la storia insegna ma
ha
cattivi scolari. Infatti, dopo l’era delle fabbriche
trasformatesi
in capannoni vuoti, lamiere vergognose,
cemento
inutile e sporco, è giunta l’ora della
corsa
all’energia rinnovabile. “Prima le pale eoliche,
conficcate
a terra come croci, poi il fotovoltaico e
infine
il termodinamico. Il Sud è terra di conquista e
non
si smentisce. Ha fame e non chiede di partecipare
agli
affari, avanza solo la pretesa di un’ele -
mosina
per essere felice”, dice Vitantonio Iacoviello,
animatore
di mille battaglie ambientaliste.
Per
arrivare alla porta del sindaco di Banzi, attraverso
il
meraviglioso centro storico salvato dall’alluminio
anodizzato
e dalle superfetazioni urbanistiche.
Nicola
Vertone, il sindaco, non è molto
alto,
ha la carnagione scura e gli occhi di un marrone
intenso.
Dice: “In passato mi sono fermamente
opposto
all’apertura di una porcilaia, poi mi
sono
battuto per evitare che
venisse
installata una centrale
a
turbogas dieci volte più
grande
del termodinamico,
nel
2010 ho rifiutato la richiesta
di
avviare una ricerca petrolifera
nel
mio territorio.
Adesso,
con questa proposta,
io
devo riflettere: dal mio paese
stanno
partendo tutti e devo
fare
qualcosa. Sono figlio di emigrante, ho conosciuto
l’asino
e la zappa, mia madre ha fatto la
vedova
per una vita e davanti alla possibilità di
dare
lavoro e un futuro a chi scappa, lei mi chiede
perché
dico sì?”. È la solita, disperata lotta per la
sopravvivenza.
Questo sindaco pensa, com’è naturale,
al
suo paese, e anche un pugno di salari
decenti
sono oro. Ciascuno fa la sua corsa solitaria
verso
la salvezza, dimenticando quel che un loro
conterraneo,
Francesco De Rosa, che insegna italiano
in
un liceo, ricorda: “Furono realizzati gli invasi
di
Acerenza e Genzano per dare all’agricoltura
un
futuro sostenibile, una crescita possibile. Hanno
speso
miliardi di lire ma quegli invasi, ultimati
negli
anni ‘90, sono ridotti ad acquitrini”. Ecco il
punto
dell’ignavia collettiva, della colpa di questo
Sud:
nessuno chiede la resa del conto, nessuno ha
più
memoria di quegli invasi, nessuno bada al costo
dell’inefficienza,
alla vergogna di quello spreco,
ai
nomi che lo hanno firmato e al risultato che esso
determina.
Che è riassunto dalle parole di Savino
Lioy,
una vita con la zappa e sei ettari da coltivare:
“Produco
latte, pomodori e legumi. La terra dà
lavoro
ma non valore. Negli anni 80 il latte di mucca
si
mungeva a mano e ce lo pagavano 180 lire al
litro.
Oggi abbiamo le macchine con cui mungere,
e
la possibilità di conservarlo: ci offrono 50 centesimi
al
litro, pagandoci sempre in ritardo. Sei
mesi
se va bene. E questa volta neanche ci siamo,
ancora
sto aspettando. E sai cosa faccio io con 50
centesimi?
Compro un chilo di mangime che una
pecora
consuma al giorno. I pomodori me li pagano
otto,
a volte nove centesimi al chilo. E con
due
quintali di grano venduto riesco a pagare un
quintale
di concime. Ecco qua che uno poi s’in -
cazza.
Ma io m’incazzo per avere di più dal mio
lavoro
e dalla mia terra che, al contrario degli specchi,
dà
sempre da mangiare”.n
il fatto quotidiano 5 aprile 2014
ciao, io sono la signora Charity Conney dal Texas Us, un mese fa ero in cerca di prestito, sono andato alla mia banca, ma il mio punteggio di credito era male, un mio amico che ha ricevuto un prestito tramite risposta da yahoo usa ditta prestito introdurli a me, come avevo paura, ma ho deciso di dare loro una prova, ma con mia grande sorpresa il mio prestito è stato approvato e concesso a me in un giorno, nessun controllo del credito, senza garanzie e il loro tasso di interesse è stato incoraggiano così mi piacerebbe utilizzare questo mezzo per informare tutti là fuori che sta cercando per il prestito di qualsiasi tipo di contatto con loro via usaloanfinancialfirmss64@gmail.com
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