Che la provincia di Latina sia un
terreno di conquista lo spiegano le numerose inchieste e denuncia
sulla malavita. Che sia una situazione economica in grave recessione
lo spiegano la continua perdita di posti di lavoro per una classe
dirigente incapace sempre alla ricerca del miracolo del solito
salvatore della patria che finisce per assestare l'ennesimo tracollo.
Storie che si ripetono con tanti scheletri, inquinamenti, brutti,
devastanti che sono il risultato di una classe politica fallimentare
degli ultimi 30 anni tra ignavia e complicità. Non si spiegherebbe
altrimenti la devastazione dei nostri territori avvelenati da rifiuti
di ogni genere con i casi ignorati di Borgo Montello, Aprilia,
Pontinia, Sabaudia, Formia. Quello che racconta Paolo De Chiara nel
libro il Veleno del Molise vale anche per la provincia di Latina
(vedere http://www.falcoeditore.com/il_veleno_del_molise.html):
“Servivano
le dichiarazioni del pentito di camorra per scoprire i problemi del
Molise? Nessuno sapeva degli strani traffici, degli arresti, delle
operazioni effettuate? Da quanti anni sono state denunciate
situazioni e personaggi particolari? I segnali erano reali. Si è
fatto finta di niente. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito, nessuno
ha parlato. Nemmeno oggi nessuno parla. Hanno dipinto per anni il
Molise come un’isola felice, una terra tranquilla, calma. Un
paradiso, un’oasi di verde e di brava gente. I problemi sono stati
buttati sotto il tappeto. Un grosso tappeto per nascondere i
tanti mali. Causati soprattutto dalla malapolitica. Incapace di
gestire la cosa pubblica. E le mafie sono arrivate.
“
Racconta nelle sue
inchieste De Chiara di terreni abbandonati che venivano affittati per
seppelirci rifiuti che adesso stanno puntualmente restituendo veleni,
malattie, morti. Qualcosa del genere si dice stia nuovamente
accadendo in provincia di Latina, dopo lo sversamento, l'interramento
degli anni '80 e '90. Si parla di camion, tanti che arrivano da altre
regioni e province. Vengono affittati terreni abbandonati o
scarsamenti produttivi da proprietari che non hanno voglia di piegare
la schiena e di far fruttare il loro terreno. In cambio di poche
centinaia di euro l'anno ad ettaro arrivano persone che vi fanno
scaricare camion di finto terriccio, falso compost spesso a norma di
legge che contengono fanghi provenienti da depuratori. Oppure compost
non maturato o con presenza di metalli, plastica e altrio elementi
inquinanti dalla salmonella, all'escherichia coli. Insieme a puzza,
emissioni odorigene moleste, persistenti per giorni e giorni. Di
questi fatti se ne raccontano sempre di più ad Aprilia, Cisterna,
Latina, Pontinia, Sabaudia, Terracina. Non sempre ci sono denunce e
proteste, a volte si sopporta per quieto vivere che significa
accettare l'ennesima aggressione al suolo, alle falde, alla salute,
all'agricoltura di qualità, alla sicurezza alimentare. Come per anni
si è finto di non vedere e non sapere dei rifiuti, dei veleni sparsi
nei campi che hanno inquinato corsi d'acqua, degli scarichi
maleodoranti che hanno avvelenato la fauna dei canali e dei fiumi,
poi del mare. Sembra che chi popola la pianura pontina redenta o
bonificata che sia accetti che torni ad essere palude, terreno
insalubre e inadatta alla vita delle persone e degli animali e alla
coltura. Come un peccato originale. Lo stesso copione che è stato
sfruttato dalla speculazione dei campi fotovoltaici che hanno
sostituito fertili terreni con brutture metalliche per produrre
energia elettrica che non servirebbe se, usando l'intelligenza,
dotassimo le coperture dei nostri fabbricati per impianti
fotovoltaici e per il solare termico. La stessia follia speculativa
del biogas e delle biomasse che sta avvelenando territori, aziende
agricole, falde, atmosfera solo per assecondare la solita
speculazione che porta solo distruzione. Confidando nella solita
classe dirigente ignava o complice che ha portato la provincia ad
essere un terreno fertile di imbrogli, avvelenamenti e della
sottocultura della speculazione
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