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giovedì 27 febbraio 2014
Gioia Tauro, veleni delle armi chimiche siriane, i pompieri: “Moriremo come canarini”
I VIGILI DEL FUOCO PROTESTANO: “NON ABBIAMO STRUMENTI ADEGUATI PER
TRASPORTARE LE ARMI CHIMICHE IN ARRIVO DALLA SIRIA. I MEZZI SONO VECCHI”
IL SINDACATO
Gli agenti non si sentono
sicuri: “Ci chiedono di fare
i conti con sostanze che
uccidono in 3 o 4 minuti”
Interro gazione
parlamentare dei 5 stelle
Lucio Musolino
Non vogliamo morire
come i canarini
nelle miniere di
carbone”. Il sindacato
Usb dei Vigili del Fuoco
punta i piedi sul trasbordo dell’arsenale
chimico di Assad, in
arrivo dalla Siria, nel porto di
Gioia Tauro. E punta i piedi –
come spiega Antonio Jiritano
– perché “senza strumenti adeguati,
mettendo in pericolo la
nostra vita e quella degli altri,
noi non muoviamo un dito”.
L’operazione è complessa e
molto pericolosa: il trasbordo
riguarda circa 60 container di
armi chimiche.
CI VIENE richiesto di fare i conti
con sostanze pericolose come
il Sarin che uccide in 3 o 4 minuti.
Ci mandano in avanscoperta
– continua il sindacato –
senza dispositivi di protezione
adeguati, senza attrezzature, ad
annusare i veleni chimici della
nave: il primo che rimarrà stecchito,
sarà la prova che gli altri
dovranno sgomberare. Filtri e
le tute sono scaduti e non idonei,
nemmeno per un’esercita -
zione, sono anni che il personale
non viene più formato e
per i mezzi acquistati, buttati in
capannoni oppure impiegati
per altri servizi d’istituto, non è
possibile la manutenzione,
perché mancano i fondi. E
quante sostanze già sono transitate
al porto di Gioia Tauro
senza che nessuno si fosse occupato
della loro pericolosità?”.
Il punto, sottolinea il sindacato,
è che non funzionano
gli scanner per individuare le
sostanze pericolose: “Prima di
morire come i canarini nelle
miniere di carbone, chiediamo
la riapertura dei portali scanner”.
Sulla situazione è intervenuto
il M5S che ha presentato
un’interrogazione a risposta
orale al Presidente del Consiglio
e al ministro dell’Interno
chiedendo di “verificare le informazioni
diffuse” dal sindacato
“dei Vigili del Fuoco e,
qualora le stesse risultino fondate,
quali iniziative intende
assumere”. I senatori 5S chiedono
anche di sapere “per quali
motivi gli scanner utilizzati per
la rilevazione di sostanze radioattive
siano stati dimessi nel
porto di Gioia Tauro e quali
misure siano state adottate per
i controlli sulla eventuale presenza
di sorgenti radioattive,
ad esempio, nei rottami ferrosi
movimentati nel porto”. L’al -
larme lanciato dal sindacato
rialza la tensione, che nei giorni
scorsi, in Calabria, sembrava
essere rientrata. Dopo tre riunioni
in prefettura a Reggio
Calabria – oggi ne è prevista
un’altra con la Protezione civile
– non esiste ancora un’infor -
mazione ufficiale su quando, a
Gioia Tauro, sarà effettuato il
trasbordo delle armi chimiche
dalle navi danesi a quella americana
“Cape Ray”, già arrivata
nel Mediterraneo e ferma in
Spagna. I ritardi nelle operazioni
di carico dell’arsenale di
Assad, contestati anche dall’ex
ministro degli Esteri Emma
Bonino, hanno comportato lo
slittamento della fase successiva,
relativa alle distruzione delle
armi. I sindaci dei Comuni
interessati smorzano i toni rispetto
alle barricate promesse
nelle varie proteste contro una
scelta calata dall'alto. “Siamo in
attesa che arrivi questa nave –
spiega il sindaco di San Ferdinando
Domenico Madaffari –
Non abbiamo informazioni in
merito e credo che neanche la
prefettura, con cui siamo in costante
contatto, sappia nulla.
Una cosa è certa: il trasbordo
delle armi non avverrà da nave
a nave come aveva detto il presidente
della Regione Scopelliti.
Stiamo distribuendo un
opuscolo inviato dalla Presidenza
del Consiglio ai Comuni
tramite la prefettura.
SI TRATTA di libretti in cui
vengono spiegate le procedure:
ci viene spiegato che questa è
un’occasione per valorizzare
l’eccellenza del porto di Gioia
Tauro. Da quello che sappiamo,
ci sarà una zona che sarà
cinturata. In caso di incidente, i
danni riguarderanno solo quel
tratto del nostro territorio.
Sembra che, sul piano delle
precauzioni, la prefettura sta
pianificando abbastanza bene,
ma ribadiamo di non avere ancora
elementi informativi sufficienti
per un esatta valutazione
del rischio”. Il sindaco di
Gioia Tauro, Renato Bellofiore,
spiega che “La paura c’è e
bisogna fronteggiarla nel miglior
modo possibile”. E le informazioni
in arrivo dai Vigili
del Fuoco non sono certo rassicuranti. Il fatto quotidiano 27 febbraio 2014
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