Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
giovedì 20 febbraio 2014
Discarica, qui le donne muoiono di più: Aprilia, Ardea, Ariccia, Pomezia, Albano
Lo afferma lo studio epidemiologico della Asl sulla discarica di Albano,
che ha mappato pure le famiglie di Aprilia, Ardea, Ariccia e Pomezia
20% L’AUMENTO DI MORTALITÀ
TRA LE DONNE CHE VIVONO
ENTRO I MILLE METRI DALLA
DISCARICA DI ALBANO
GLI AUTORIZZATORI
Renata Polverini e Piero
Marrazzo, presidente ed ex
presidente della Regione
Marrazzo
e Polverini
l’hanno fatta
ampliare contro il
parere della Asl e
nonostante gravi
irregolarità
Francesco Buda
A dicembre 2008, con delibera n.
995, la Giunta regionale capitanata da
Piero Marrazzo, stabiliva di abbassare
da 1.000 a 200 metri il limite di distanza
minimo delle discariche di Albano
e Latina dalle abitazioni. La proposta,
votata all'unanimità compreso Filiberto
Zaratti assessore all'ambiente. Il
tentativo non divenne legge.
Comunque, prima Marrazzo autorizza
due nuovi invasi alla inguaiatissima
discarica di Latina, la quarta più
grande d'Italia con tanto di falda idrica
contaminata, più il 7° invaso ad Albano
(contro il parere della Asl RmH;
poi la Polverini consente di aumentare
le montagne d’immondizia nel 4° e
5° invaso alla discarica di Albano, nonostante
gravi irregolarità rilevate dal
Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri
e dall'Agenzia regionale protezione
ambiente, Arpa. Ecco però cosa
succede: la Regione ha da poco lanciato
la campagna di prevenzione, rivolta
a tutte le donne, sul tumore al
seno e al collo dell’utero con lo slogan
“Progetto Donna – Mi state a cuore”.
Dall'altro, sempre la Regione dà campo
libero alle discariche. Che c’entrano
le donne? Vicino alla discarica di
Albano le donne si ammalano e muoiono
di più. Per le cittadine laziali che
stanno a cuore alla Governatrice, la
pessima notizia arriva dallo studio
epidemiologico - per verificare se,
quanto e come si ammala chi vive nei
pressi di queste bombe ecologiche -
realizzato dalla Asl RmE sulla discarica
di Roncigliano, attaccata ad Ardea e
Pomezia e vicina ad Aprilia. Analoga
indagine andava fatta, per norma regionale
a seguito della legge finanziaria
del Lazio varata il 20/12/2008, per tutti
questi “impianti”. Per ora pare siano disponibili
solo i risultati dello studio su
Albano. Mentre sulla megadiscarica di
Latina, a Borgo Montello, non ci risulta
che la ricerca sia disponibile. Ma la
notizia contenuta nelle carte della Asl
RmE su Albano è comunque grossa:
a parità di età e di condizione socioeconomica,
il gruppo delle residenti
nelle immediate vicinanze della discarica
(entro un km) mostra una
mortalità superiore del 20% (Rischi relativi
= 1,20) rispetto a quella del gruppo
di riferimento (abitanti a distanza
tra 3 e 5 km dalle montagne di rifiuti).
Quel 20% di mortalità in più viene dichiarato
nello studio non siginificativo
statisticamente... A lanciare la notizia è
il blog “sottoterrailtreno”. Con una meticolosa
e professionale analisi dei dati,
emerge che «in sintesi – si legge sul
sito internet indipendente – vivere dentro
una discarica provoca un incremento
della mortalità femminile».
«Sono le donne che vivono
maggiormente la famiglia,
la casa e il territorio e sono
le donne ad essere
vittime della illegalità
della discarica di
Roncigliano, che
opera dal lontano
1980», sottolinea il
blog, che da anni
segue le vicende legate
ai cancri politico-
amministrativi che
stanno avvelenando i
Castelli Romani. La parola
illegalità si riferisce al fatto che
per legge queste bombe ecologiche
devono stare almeno a 1.000 metri
dalle abitazioni. Limite violato, invece,
a Borgo Montello-Bainsizza (Latina) e
a Roncigliano. Presso quest'ultimo sito,
vi sono quasi 2.400 residenti, con
313 bambini, nota il blog, nel raggio di
un chilometro dalla discarica. Lo studio
epidemiologico della Asl RmE ha
“georeferenziato”, ossia indicato su apposite
mappe, tutte le famiglie dei Comuni
di Albano, Aprilia, Ardea, Ariccia
e Pomezia. Quelle cioè intorno al sito
del re dell'immondizia Cerroni Manlio.
«L'imponente studio epidemiologico -
spiega “sottoterrailtreno” - ha analizzato
i dati di 309.413 persone, classificate
a seconda della distanza (da zero a mille
metri, da uno a due km, da 3 a 3,5
km)». È stato analizzato un indicatore
socio-economico (Ses) per rappresentare
le diverse dimensioni dello svantaggio
sociale. Nello studio il Ses risulta
molto basso nelle immediate vicinanze
della discarica. Ossia, sembra indicare
una sorta di “ghettizzazione” di
un’area costretta a vivere inseguita dalla
spazzatura. Con l’aggravante che terreni
e fabbricati si svalutano. È dal 29
gennaio 2010 che Provincia di Roma
e Sindaci di Albano e Ardea
hanno ricevuto dal Dipartimento
Territorio della
Regione Lazio la “Valutazione
Epidemiologica
dello stato di salute
della popolazione
residente nelle
vicinanze della discarica
sita in Albano”.
L’hanno letta?
L’hanno compresa?
Cosa hanno fatto? Se
da zero a 1.000 metri dalla
discarica l’incidenza di
morte per cancro nelle donne
cresce del 20%, cosa succede da
zero a 500 metri? La Asl RmH, bocciando
l’ampliamento del 7° invaso di Albano
(comunque consentito da Marrazzo),
parla di gente che vive a 70 metri
da lì. E a Latina? Varie famiglie e
aziende vivono a ridosso della megadiscarica.
Dove sono i dati?
Il caffè n. 210 - dal 27 gennaio al 9 febbraio 2011
Nessun commento:
Posta un commento