SE
QUESTO È UN UOMO
Quel
capolavoro che faticò a essere letto
CLASSE
1919, Primo
Levi nasce a Torino in una famiglia ebraica non particolarmente
osservante.
Dopo il diploma al liceo D’Azeglio, si iscrive all’università
giusto
un anno prima delle leggi razziali (1938) e questo gli consente
di
terminare gli studi: laurea in Chimica nel 1941, un lavoro a Milano e
l’entrata
nel Partito d’Azione l’anno successivo. Partigiano in Val d’Aosta
dopo
l’8
settembre, viene catturato dai fascisti nel dicembre 1943. Inizia a
questo
punto
la sua seconda vita: deportato nel lager di Auschwitz, in Polonia,
racconterà
la sua storia di prigioniero e la sua fortunosa sopravvivenza in Se
questo è un uomo,
il
suo libro più famoso insieme a La
tregua,
che è invece la cronaca - asciutta come nel
suo
stile - del suo terribile viaggio di ritorno in Italia. Nel
dopoguerra tornò a fare il chimico,
anche
perché Se
questo è un uomo -
pubblicato nel 1947 da un piccolo editore - non ebbe
alcun
successo: solo con la ristampa Einaudi del 1956 diventò il libro
imprescindibile sull’Olocausto che
è oggi. Primo Levi è morto nel 1987: cadde, o si gettò, nella
tromba delle
scale
della sua casa torinese. “L’esperienza di Auschwitz - disse - è
stata tale per me da
spazzare
qualsiasi resto di educazione religiosa: c’è Auschwitz, quindi non
può esserci Dio
Il fatto quoridiano 26 gennaio 2014
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