lunedì 2 dicembre 2013

Legambiente: indovina con chi siamo in affari promuove imprese per ricavare biogas dai rifiuti. Ma sceglie un partner già coinvolto con i Casalesi

Legambiente promuove imprese per ricavare biogas dai rifiuti. Ma sceglie un partner già coinvolto con i Casalesi. Ed è polemica



Un percorso non sempre virtuoso, con soci industriali imbarazzanti, come è accaduto a Latina, terra che i collaboratori di giustizia definiscono “provincia di Casal di Principe”. Da qualche anno l’associazione ecologista ha deciso che nella partita dei rifiuti vuole giocare un ruolo non più da osservatore e di denuncia, come ha sempre fatto attraverso i rapporti annuali sulle ecomafie.

Con la società di consulenza AzzeroCO2 srl - costituita nel 2007 - sta promuovendo imprese in tutta Italia per la gestione diretta di impianti in grado di estrarre gas metano dai rifiuti urbani e industriali. Tecnologia con ricche commesse, grazie all’aumento della parte umida separata durante la raccolta differenziata.
Far soldi nel mondo dei rifiuti vuol dire scegliere partner industriali navigati. Ed è qui che Legambiente è inciampata. In una delle joint venture della controllata AzzeroCO2 - la Recall Latina srl, costituita il 10 settembre scorso - si muove una vecchia conoscenza dell’associazione, la famiglia Traversa di Latina, da decenni attiva nel settore rifiuti, con una fitta rete di società, alcune in mano a fiduciarie.

Il capostipite Giuseppe - che ha passato il controllo dell’impero nel 2010 ai due figli - aveva già incontrato Legambiente nel corso di un processo conclusosi nel 1999 in primo grado. Nessun rapporto d’affari all’epoca: gli ambientalisti erano parte civile e l’imprenditore, con la sua Mad, era imputato per aver truffato diversi comuni laziali, sversando l’immondizia nelle discariche campane.

Processo finito con una condanna per Giuseppe Traversa, che all’epoca era in affari con i principali protagonisti degli sversamenti criminali nelle Terre dei fuochi. I giudici di primo grado evidenziavano i suoi stretti rapporti con gli emissari dei Casalesi: «Era perfettamente a conoscenza del settore dei rifiuti, delle persone che vi lavoravano anche legate alla criminalità organizzata e ciononostante ha preferito, pur di assicurasi i profitti previsti, continuare a operare in maniera illecita. Del resto lo stesso Traversa ammette di aver saputo dall’avvocato Chianese che il Cerci gestiva tutte le discariche. Traversa dunque era pienamente consapevole della irregolarità degli smaltimenti», scrivono.

Gaetano Cerci - anche lui imputato e condannato in quel processo - e Cipriano Chianese, secondo l’antimafia di Napoli, sono i registi del sistema ecomafia in Campania, accusati oggi di disastro ambientale nella stessa indagine che ha visto la condanna a vent’anni di reclusione - con rito abbreviato - di Francesco Bidognetti.

Se Giuseppe Traversa ha lasciato gli affari da un paio d’anni (prima della joint venture con l’associazione ecologista), sono i figli Francesco e Riccardo ad aver raccolto la sua eredità. Nel libro di famiglia pubblicato sul sito dell’azienda entrata nell’affare biogas di Legambiente, Francesco Traversa elogia la storia imprenditoriale del padre. Non solo. Nonostante l’inchiesta degli anni ’Novanta, i contatti con i soci dell’epoca sono continuati, attraverso il consorzio Novaera, attivo tra il 2007 e il 2009. Qui Francesco Traversa ha condiviso per un paio d’anni le idee imprenditoriali con Antonio Nocera, coimputato del padre e oggi sotto processo per associazione per delinquere e traffico di rifiuti.

Tra vertici di Legambiente c’è ora imbarazzo. Dopo aver saputo dell’inchiesta dell’“Espresso”, l’associazione sta rivedendo i piani: «Abbiamo fatto un errore di valutazione», spiega Mario Gamberale, amministratore di AzzeroCO2: «Di cui mi assumo la responsabilità e ora chiederemo un passo indietro alla Mad». http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/11/29/news/indovina-con-chi-siamo-in-affari-1.143547
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