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martedì 31 dicembre 2013
Incubo nucleare terra dei fuochi L’IRA DEI GIUSTI
di Antonio Padellaro
Sarebbe cosa buona e giusta
se questa sera, nel suo ottavo
messaggio di fine anno, il
presidente della Repubblica
trovasse il modo di rivolgersi
alle mamme della Terra dei
fuochi che hanno perduto i loro
bimbi ghermiti dai tumori
generati dalla marea dei rifiuti
tossici sotterrati. Sarebbe un
fortissimo segno di attenzione
se Giorgio Napolitano, rivolto
a quelle giovani donne, ritratti
impietriti del dolore e del coraggio,
dicesse loro qualcosa
come: ho ricevuto le 150 mila
cartoline con le immagini dei
vostri figli e vi rispondo solo
adesso poiché voglio che tutta
l’Italia sappia quale immenso
danno sia derivato dal patto
tra politica criminale e crimine
organizzato, con lo Stato
che ha finto di non vedere, ma
sappiate che d’ora in poi le
istituzioni che io rappresento
saranno al vostro fianco.
Ne abbiamo viste troppe per
credere alle favole, anche se
non abbiamo perso la speranza
che alla fine un qualche Mago
di Oz giunga a sconfiggere
le streghe cattive. Siamo però
convinti che l’unico cambiamento
possibile per restituire
fiducia e senso del futuro al
nostro sfortunato Paese possa
nascere solo dall’alleanza tra
cittadini onesti, buona politica
e libera informazione. Domenica
sera nello studio di
Servizio Pubblico Più durante lo
speciale “Inferno atomico”
dedicato alla bomba ambientale
esplosa tra le province di
Napoli e di Caserta, abbiamo
assistito a un evento straordinario
quando due mamme,
Tina Zaccaria e Marzia Caccioppoli,
hanno messo in fuga
il feroce pentito e pluriassassino
Carmine Schiavone con
quattro parole: “Voi ci avete
avvelenato”. L’ira dei giusti
può smuovere le montagne.
Quanto alla buona politica,
essa non si ammanta di parole
vuote, ma di gesti autentici:
Matteo Renzi che si reca nella
Terra dei fuochi va apprezzato
purché non se ne dimentichi
troppo presto. Sandro Ruotolo
e Dina Lauricella, infine.
Hanno dimostrato che un solido
giornalismo d’inchiesta
può essere un’arma formidabile
contro omertà e rassegnazione.
Una lezione per le troppe
pigrizie abitudinarie della
carta stampata che noi del Fatto
terremo a mente.
Buon 2014 ai nostri lettori.
. il fatto quotidiano 31 dicembre 201
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