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mercoledì 2 ottobre 2013
Latina sempre più caos rifiuti: Cirilli: bloccare altri impianti. Mignano: esperienze privatistiche fallite Dubbio sulla gestione
Il comune di Latina meno di 2 mesi fa esultava perchè grazie alla loro proposta era stata evitata l'emergenza rifiuti... Forse si sono portati sfortuna da soli vista l'escalation di dubbi, certezze negative, incapacità, lati oscuri, atti negati, dati mancanti, ciclo sbagliato... era il 9 agosto Latina superata emergenza rifiuti (http://latina.laprovinciaquotidiano.it/cronaca/cronaca-locale/28488-latina-superata-emergenza-rifiuti.html) chi si loda...
Latina Oggi 2 ottobre 2013
Colucci aspetta le scelte della Regione su Montello, poi addio alla spa
M
entre si aspetta l’esi -
to della conferenza
di servizi sul rinnovo dell’a ut o ri z z az i on e
all’esercizio delle discariche
di Borgo Montello, molte cose nello scenario che riguarda
la gestione del ciclo dei rifiuti
potrebbero cambiare. Buona
parte dell’assetto futuro di
questo delicato settore dipende dalle scelte che verranno
fatte sugli impianti di trattamento. Argomento spinoso
quasi quanto la tipologia dei
soggetti che gestiscono i rifiuti solidi urbani. Come si sa
sull’area di Montello si sono
concentrati gli interessi perlomeno economici e logistici
di tutte le società attualmente
impegnate nella raccolta, trattamento e stoccaggio dell’im -
mondizia. La Ecoambiente è
già nella fase avanzata della
costruzione di un impianto di
pre trattamento mentre Indeco (la concorrente che gestisce l’altro invaso di Montello) è in attesa di autorizzazione definitiva. «Se tutti
vogliono costruire lì vuol dire
che si aspettano un aumento
dei volumi di rifiuti - dice il
vicesindaco e assessore
all’ambiente del Comune di
Latina, Fabrizio Cirilli - e ciò
significa che non è vero, come tutti dicono, che la discarica diminuirà di volume. Io
queste cose le vado dicendo
da mesi, inascoltato. La Regione Lazio deve fare chiarezza su questa materia e deve
indicare qual è e quale sarà il
percorso dei rifiuti solidi urbani. Bisogna essere chiari e
trasparenti. Ora si può blocccare la realizzazione di un
secondo impianto a Montello
perché ci sono molti legittimi
motivi ostativi, a cominciare
dall’effetto di ulteriore impatto sia ambientale che di traffico sui borghi. Inoltre come
Comune che ‘ospita’ le discariche abbiamo il diritto di
sapere perché il volume di
rifiuti non sta diminuendo,
nonostante il trattamento preventivo che viene effettuato
in impianti autorizzati. A tutto questo la Regione deve
dare risposte e spero che vengano sollecitate anche dalle
forze politiche locali che
coincidono con la maggioranza che governa il Lazio in
questo momento». In realtà
anche sul funzionamento
dell’impianto in costruzione
da parte di Ecoambiente qualcuno nutre dubbi, per esempio il socio privato, il gruppo
Colucci che in attesa dell’ap -
provazione del piano regionale non è ancora sicuro che
andrà a pieno regime. Ed è
uno dei motivi per i quali
ancora non si decide la sorte
della società «madre» di
Ecoambiente, ossia la Latina
Ambiente. Quest’ultima è alle prese con un grave deficit
di entrate e crediti arretrati e il
socio pubblico che detiene la
maggioranza, ossia il Comune di Latina, sarebbe pronto
ad estromettere il gruppo Colucci (proprietario del 49%
delle azioni) aquistandone le
quote ad un valore se non
simbolico, quasi. Colucci, dal
canto suo, potrebbe vendere
ma solo nel momento in cui
avrà la garanzia dell’uso
dell’impianto in costruzione
a Montello. «Si è capito ormai che è fallita l’esperienza
della privatizzazione di servizi pubblici essenziali come
acqua e rifiuti. - dice Giacomo Mignano, city manager
del Comune di Latina, membro del cda di Acqualatina e
profondo conoscitore dei bilanci della Latina Ambiente -
Bisogna tornare al pubblico e
controllare tutto minuziosamente. I privati vanno via,
certo. Perché nel caso dell’ac -
qua non c’è più la remunerazione del capitale, abolita dal
referendum. E per i rifiuti si
profilano molte responsabilità di tipo ambientale. Quindi
solo un soggetto pubblico che
risponde direttamente ai cittadini può assumersi la responsabilità di garantire servizi di questo tipo ad una
qualità elevata e a costi che
rispecchiano le spese reali di
gestione. Dopo dieci anni di
gestioni privatistiche o semiprivatistiche si può tracciare il bilancio
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