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domenica 20 ottobre 2013
il pd oltre il ridicolo: Epifani interroga la base, gli rispondono in sei alla video consultazione on line
l'unico partito a Pontinia oggi presente in maggioranza dopo il passaggio all'opposizione dell'udc e che sui rifiuti nega anche fatti oggettivi, evidenti ammessi dalla stessa sua amministrazione.
Pd: Epifani interroga la base, gli rispondono in sei
IL SEGRETARIO LANCIA SUL SUO SITO UNA VIDEOCONSULTAZIONE ONLINE, MA NELLA PRIMA SETTIMANA “IL DIBATTITO NO”
DINO E CATALDO
Il notaio pretende più
attenzione per i liberi
profe ss ionisti,
la psicologa per
gli psicologi, l’anziano
prega: votiamo tutti Renzi
di Chiara Paolin
Quanto vale un leader carismatico?
Guglielmo Epifani, segretario Pd
in via di dismissione, sta cercando di
calcolarlo nella misura strettissima
che sta tra Letta, Renzi e il congresso.
Per azzeccare il dato, Epifani ha deciso
di usare la più alta tecnologia a sua disposizione:
il web. É da giugno che il
segretario s’è messo al lavoro per concretizzare
l’idea, ovvero un sito dove la
base possa finalmente spiegare ai suoi
dirigenti cosa diavolo voglia dal partito.
Martedì scorso la creatura ha preso
forma: “Sul mio sito personale - ha
sottolineato il segretario durante la
conferenza stampa che comunicava
ufficialmente le candidature alle primarie
-, ho deciso di lanciare una pagina
dove tutti possano dare consigli,
esprimere critiche o ipotesi. Non dobbiamo
parlare solo con chi è già d’ac -
cordo con noi”.
Il problema, per ora, è trovare qualcuno
con cui parlare. Il sito consente
di caricare due minuti di video, ma a
postare il messaggio sono stati fin qui
sei utenti (in tutto). C’è il signor Cataldo,
che va dritto al punto: “Ho 77
anni, sempre votato a sinistra, ma
adesso bisogna votare Renzi perché è
la persona che ha più possibilità di vincere
contro la destra di Berlusconi che
tanto ci ha rovinato in questi anni”.
Ecco qua, 33 secondi puliti e lo sguardo
che solo alla fine punta in camera,
più depresso che battagliero nel chiedere
il cambiamento.
ARIA SCONSOLATA ANCHE per il signor
Giuseppe, sigaretta che esala le
sue capriole mentre “sindacati, pensionati,
gente che soffre e persone oneste
che pagano le tasse” sono rimaste
indietro, ignorate: “e questo lo sta pagando
tutti quanti”, conclude gergale
quanto autentico. Cataldo e Giuseppe
sono rimasti lì da soli per tre giorni,
aspettando condivisioni (35 a testa, democraticamente)
e commenti via Youtube
(per ora ce n’è uno solo e nemmeno
positivo, ci vuole pazienza).
Nel frattempo sulla pagina facebook si
tentava di animare il dibattito con solerzia.
I moderatori di Identify Pd sospingevano
gli opinionisti in un’orgia
di punti esclamativi: “Grazie Cataldo!
Non rimaniamo a
guardare, partecipiamo
tutti!!”; “Giusep -
pe ha detto la sua!
Aspettiamo i video di
tutti voi!”. Niente,
nessuno aderisce all’appello,
l’invoca -
zione diventa straziante
e in mezza
giornata escono tre
sos: “Cos’è che ci
rende riconoscibili,
cos’è che guida le nostre
azioni, cos’è che
sostiene le nostre
convinzioni? É la nostra identità! Parlaci
della tua idea!”; “É possibile crescere
solo camminando insieme! Registra
un breve video e raccontaci la tua
proposta!”.
Per fortuna venerdì si è aggiunto un
terzo commentatore (il giovane Gianluca
che vuole trasformare l’inquina -
mento del territorio campano in risorsa
per l’occupazione) e ieri sera ben tre
new entry: una botta di vita. Solo che i
nuovi arrivati approfittano dell’occa -
sione per promuovere se stessi. Emanuela,
fresca psicologa, vuole che accanto
al medico di famiglia
sieda un suo
collega “per diffondere
la conoscenza
della figura dello psicologo”.
Massimiliano
spara richieste per
due minuti (dalla
questione meridionale
al Porcellum) e
mostra il librone da
lui scritto “sul partito
mai nato”. Infine Dino,
notaio napoletano
dalle giacche sgargianti,
pure lui scrittore
(ultimo successo: “Il tempo delle
diete, alla ricerca della forma perduta”),
sogna che “il grande partito guidato
da Guglielmo Epifani” tuteli meglio
le libere professioni, tipo la sua.
Capisci a me, segretario: così si piglia ‘a
lidershìp.
Il fatto quotidiano 20 ottobre 2013
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