I successi delle lotte di Capalbio e Cinigiano inducono nuovi comitati maremmani a scendere in campo contro i non pochi impianti a biogas realizzati
La Nazione 31 ago 2013
"Fermate l'impianto a biogas di Cernaia"
Il comitato: danni alla falda acquifera
Il difensore civico accoglie il ricorso per la visione del piano aziendale
Di Riccardo Bruni
Sul biogas si apre un altro fronte, quello di Cernaia. A metà luglio si è costituito il comitato no biogas che si pone realizzato dalla società agricola Campopiano. E già un primo round è andato in promotori: il difensore civico regionale ha accolto un loro ricorso contro il rifiuto del Comune a fornire gli piani aziendali. Dal comitato puntano il dito contro le lacune nella documentazione prodotta dalla provincia in sede di autorizzazione concessa alla società grossetana per la realizzazione dell'impianto.
Della provincia-dicono-non ha tenuto conto dell'indirizzo di legge a riutilizzare aree degradate da altre attività antropiche, tra cui i siti industriali discariche, e ha consentito invece la localizzazione in un'area dalla forte vocazione alimentare, dove si trovano numerosi poderi di piccoli
proprietari quali esistono ancora allevatoriGli ha consentito invece la localizzazione in un'area dalla forte vocazione agro alimentare, dove si trovano numerosi poderi di piccoli tra i quali resistono ancora allevatori. Ai confini, per giunta, con la riserva biogenetica della Diaccia Bordona, vicino al Bruna e Molla, con pericolosità idraulica massima”. I promotori del comitato si rifanno anche ai precedenti casi, ovvero quello di Capalbio e Cinigiano (ma per questo secondo caso si trattava di un impianto a biomasse) dove i sindaci “hanno espresso parere negativo alla costruzione di centrali nel loro territorio”, stigmatizzando invece il comportamento del Comune di Grosseto che non avrebbe tenuto conto dei “sacrosanti diritti dei cittadini che abitano a quattrocento metri dalla centrale”.
Prima della nascita del comitato, a giugno 26 cittadini avevano incontrato il vice sindaco fa o lo porti per denunciare i danni causati alle strade della zona al “traffico dei mezzi pesanti creato per alimentare l'impianto” sottolineando anche “l'inadeguatezza delle carreggiate che rende pericolosissimo il transito”, con le auto che devono accostare se incrociano un mezzo più grosso. Borghi fece poi un sopralluogo rincontrando i cittadini, ma l'incontro dovette svolgersi con le finestre chiuse a causa del “nauseabondo odore che proveniva dall'impianto”, ricordano dal comitato. Lo sfruttamento del terreno avrebbe inoltre avuto ripercussioni sulla falda acquifera. Il 22 luglio un agricoltore della zona-spiegano i promotori-si è accorto che il pescaggio del pozzo era calato di 2,60 m. Ad oggi pescaggio si è ridotto ancora calando in tutto il 3,80 m. Eseguite le analisi si è poi scoperto un forte tasso di salinità che può imporre limitazioni alle culture”. E arriviamo così al ricorso presentato al difensore civico regionale nei confronti del comune di Grosseto “per il diniego opposto ad acquisire copia del piano aziendale”. Il tutto ricostruito sulla pagina Facebook del comitato no biogas Cernaia. http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/08/fermate-il-biogas-cernaia-grosseto.html
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