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giovedì 26 settembre 2013
Biomasse Rivarolo Canavese. Comitato chiede controlli severi
Il Comitato No biomasse di Rivarolo Canavese (TO) chiede severi monitoraggi e il rispetto degli impegni sul materiale bruciato e la sua provenienza. Intanto i biomassisti ricorrono al Tar contro il comune e chiedono 54 milioni di danni. La centrale sorge in mezzo alla città e brucia cippato.
http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/09/biomasse-rivarolo-canavese-comitato.html
fonte: http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansa.asp?N=101852
Centrale a biomasse ex Vallesusa: fissato un nuovo incontro pubblico
di Francesca Dighera
(24.09.2013) Nuovo incontro pubblico, a breve, sulla centrale a biomasse dell’ex Vallesusa.
Martedì scorso, presso il Comune di Rivarolo, il Comitato “Non bruciamoci il futuro” ha partecipato ad un incontro propedeutico alla realizzazione di un confronto pubblico sulla centrale a biomasse (promesso da tempo) in cui tutti i soggetti interessati possano esprimere le proprie posizioni davanti ai cittadini di Rivarolo e paesi limitrofi.
All’incontro erano presenti Comune, Arpa, Asl-To4 ed era presente anche la Società Sipea/Cofely con il suo nuovo amministratore delegato.
Soltanto il giorno successivo il Comitato è venuto a conoscenza del ricorso al Tar Piemonte da parte della Società Sipea/Cofely contro il provvedimento con il quale il Comune di Rivarolo Canavese contesta a Sipea S.r.l. di aver realizzato opere strumentali alla centrale su di un terreno di cui pare non abbia la disponibilità essendo asservito a uso pubblico. Nel caso di mancato annullamento degli atti impugnati, la società ricorrente ha chiesto al giudice amministrativo che il Comune sia condannato al pagamento di un ingente risarcimento dei danni: 54 milioni di euro a causa dei lamentati costi sostenuti per la realizzazione della centrale e per il futuro mancato guadagno.
Con riguardo all’impianto di energia costruito nel centro cittadino, è importante ricordare che da tempo il Comitato “Non bruciamoci il futuro” richiama il ruolo ineludibile degli enti pubblici preposti alla tutela della salute e dell’ambiente, sia pure in collaborazione con le autonome iniziative dei cittadini, e l’uguaglianza di fronte all’obbligo di rispettare le regole, che incombe su “tutti”: su chi svolge attività di impresa, su chi erige un muretto di recinzione oppure una tettoia per le galline.
Premesso che sull’impianto esiste un sistema di monitoraggio emissioni in autocontrollo (ossia la ditta si autocontrolla per gestire al meglio la propria attività e rispettare i parametri in materia); che esistono enti pubblici che hanno il compito di controllare che questo impianto sia esercitato in conformità alle normative a tutela di salute, ambiente e sicurezza; che pur con alterne fermate questo impianto è oramai in funzione da circa 10 mesi; il Comitato richiede una commissione tecnica di controllo paritetica (Comune-Provincia-Società) che possa avere accesso agli impianti per controlli sulle emissioni e sulla natura e provenienza del combustibile utilizzato e che i dati delle emissioni siano validati dall’ente preposto e vengano trasmessi al sito del Comune dove possano essere consultati d tutti i cittadini.
Inoltre il Comitato chiede l’installazione delle telecamere che il Comune si è già impegnato a collocare nel piazzale ex Vallesusa; l’installazione e l’affidamento all’Arpa di una centralina a Rivarolo, con analizzatori in continuo e un sistema di campionamento finalizzato alla successiva analisi in laboratorio di metalli, idrocarburi policiclici aromatici e diossine nel particolato e nelle deposizioni atmosferiche; che venga sottoscritto un impegno, valido anche per il futuro, da parte della società ad utilizzare per questo impianto esclusivamente cippato di legno vergine e metano; che venga rispettata rigorosamente la determina provinciale, compreso l’utilizzo esclusivo di combustibile approvvigionato dalla filiera locale.
Postato Yesterday da Michele Corti
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