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mercoledì 3 luglio 2013
Centrale a biomasse, i medici aretini lanciano l'allarme
Un articolo della rivista "Il Cesalpino" pone l'accento sulle conseguenze per la salute
http://www.letruria.it/Centrale-a-biomasse-i-medici-aretini-lanciano-l-allarme
Per dovere di cronaca, e anche grazie alle segnalazioni di alcuni lettori, riportiamo la posizione di alcuni medici di medicina generale sulle centrali a bio masse, in particolare facendo riferimento al progetto del Polo delle Energie Rinnovabili che la Powercrop ha presentato per Castiglion Fiorentino proprio ieri.
L'articolo a cui facciamo riferimento è stato pubblicato sulla rivista scientifica dell'Ordine dei medici della Provincia di Arezzo, "Il Cesalpino". I medici che lo hanno redatto sono M. Bietolini, A. Brocchi, M. Conti, F. Lucioli, A. Mariangeloni, P. Ricciarini. L'articolo sottolinea senza tanti giri di parole i rischi che comportano le centrali a biomasse per persone ed ambiente.
Leggendo l'articolo ci sorgono spontanee alcune domande che riporteremo in conclusione.
Ecco alcuni stralci che ci sembra interessante evidenziare.
"La produzione di energia elettrica mediante combustione di biomasse produce in realtà un gran numero di inquinanti che, anche se trattati al meglio della tecnologia esistente, vengono riversati in atmosfera. Molti hanno la peculiarità del 'bioaccumulo', cioè anche se prodotti in piccole quantità tendono ad accumularsi negli anni nell'ambiente, nel terreno, nella filiera alimentare, negli esseri viventi, nell'uomo. Queste sostanze chimiche rappresentano un pericolo per la salute degli abitanti della Val di Chiana. E' possibile ipotizzare, per le popolazioni esposte, un aumento, negli anni, di malattie acute cardiache e respiratorie, di malattie croniche degenerative, allergiche, endocrine e tumorali. I più esposti sarebbero soprattutto i bambini e i nascituri".
"Queste centrali non hanno una vera redditività economica tale da renderle convenienti nel tempo. L'energia prodotta costa molto di più di quella convenzionale e sono un affare per le società industriali che le gestiscono soltanto perchè sostenute dagli incentivi statali (certificati verdi che sono erogati per una durata di 15 anni). Si spiega così il fatto che molte di queste centrali vengono riconvertite a bruciare rifiuti industriali o CDR, derivati da rifiuti urbani".
Quindi i medici entrano nel vivo del progetto Powercrop. Ecco cosa scrivono:
"A nostro avviso l'immissione nell'ambiente di quantità non trascurabili di numerosi macro e micro inquinanti (polveri sottili e ultrasottili, ipa, diossine) avrà negli anni effetti pericolosi per la salute della popolazione esposta. L'impatto ambientale non è trascurabile e va considerato nel tempo. Le polveri sottili, il benzene, gli ipa, le diossine, sono molecole già riconosciute cancerogene".
"Tra i principali effetti acuti documentati dagli studi epidemiologici vi sono: aumento della mortalità giornaliera per tutte le cause, ed in particolare per cause cardiovascolari; aumento dei ricoveri per patologie asmatiche; aumento dei ricoveri per malattia polmonare ostruttiva cronica; diminuzione della funzionalità polmonare ed aumento dei sintomi respiratori acuti in bambini. Tra gli effetti a lungo termine (effetti cronici) secondo alcuni studi condotti negli usa vi è una riduzione dell'aspettativa di vita stimata di 1-2 anni. Studi europei indicano una diretta associazione dell'esposizione a lungo termine con Pm con la mortalità aumentata (...). Le persone più vulnerabili sono gli anziani, gli asmatici, i bambini".
"Sembra doveroso affermare che l'immissione di inquinanti nel delicato ambiente della Val di Chiana da parte di queste centrali a biomasse, non è trascurabile e pur nel pieno rispetto delle norme vigenti, peggiora l'attuale qualità dell'aria e del suolo dei territori che dovrebbero ospitarla. Il meccanismo del bioaccumulo causerà la contaminazione negli anni dei prodotti agricoli del territorio, degli animali, dei loro prodotti e infine dell'uomo".
Questi sono alcuni passaggi dell'articolo redatto dai medici di famiglia della ASL8. Le domande che ci poniamo a fine lettura, considerando anche la presentazione del progetto da parte di Powercrop, sono:
1) E' possibile mettere un vincolo per cui la centrale a biomasse di Castiglioni NON sarà mai trasformata in impianto di incenerimento?
2) Se queste centrali sono sostenibili economicamente solo grazie agli incentivi, nel caso questi venissero meno come già è accaduto in altri paesi europei, cosa succederebbe?
3) L'approvvigionamento della materia prima avverrà o con la filiera corta (entro 70 chilometri) o anche da distanze superiori ma sempre nei modi previsti dalla legge. Ma, per distanze superiori, ci sono costi e inquinamento superiori. E' possibile e fattibile che l'approvvigionamento avvenga ESCLUSIVAMENTE entro i 70 chilometri?
4) Le domande sulle conseguenze per la salute dei cittadini sono ovviamente scontate e numerose
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