lunedì 3 giugno 2013

Latina caos rifiuti la Tia in Cassazione ricorso dei commercianti per la tariffa esagerata

IMPUGNATA L’ULTIMA SENTENZA DELLA COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE Tia in Cassazione I commercianti non ci stanno: tariffa esagerata Bollette «giganti» con l’abbandono della Tarsu SARA’ la Corte di Cassazione a pronunciarsi sulla legittimità del passaggio dalla Tarsu alla Tia avvenuto nel 2006 con gravi disagi per i cittadini ma soprattutto per alcune categorie di utenti, primi fra tutti i commercianti. L’avvocato Cesare Coletta, che assiste alcuni commercianti del capoluogo, ha infatti impugnato davanti alla Suprema Corte la sentenza 697/2012 con cui la Commissione tributaria regionale aveva accolto il ricorso di Latina Ambiente contro il precedente provvedimento della Commissione tributaria provinciale di Latina che aveva ritenuto illegittima l’introdu - zione della Tia nel capoluogo pontino. Quella sentenza, emessa nel 2010, aveva ritenuto fondate le argomentazioni proposte dai ricorrenti, soprattutto per il fatto che il passaggio dalla Tarsu alla Tia era stato adottato dal Comune di Latina in ritardo rispetto ai tempi imposti dalla normativa introdotta dal cosiddetto decreto Ronchi. Ad onor del vero, altri ricorsi presentati da cittadini di Latina erano stati rigettati dalla stessa Commissione Tributaria provinciale, creando così un clima di incertezza sulla materia e sulle stesse possibilità di opporsi al provvedimento del Comune. L’ultimo pronunciamento della Commissione Tributaria regionale sembra aver ristabilito alcuni punti fermi, ma l’ini - ziativa dell’avvocato Cesare Coletta potrebbe riaprire il fronte del contenzioso sulla tariffa dei rifiuti. L’udienza della cassazione non è stata ancora fissata, ma Latina Ambiente ha già ricevuto la notifica del ricorso, contro il quale potrà produrre delle memorie. L’effetto più vistoso ed oggetto di contestazione del passaggio dalla Tarsu alla Tia è stato l’incremento esponenziale della tassa, soprattutto per i commercianti e i gestori di esercizi pubblici, che si sono visti aumentare anche di cinque o sei volte il corrispettivo da pagare per il servizio, a causa di un calcolo non sempre coerente delle superfici da sottoporre a tassazione. L’esempio più macroscopico è quello dei titolari di ristoranti, che si vedono costretti a pagare in ragione della superficie del locale e non già in maniera proporzionale al lavoro effettivamente svolto. In pratica, chi riesce ad ospitare un certo numero di clienti in una piccola superficie paga molto di meno rispetto a chi, con un numero di clienti inferiore, dunque con una minore produzione di rifiuti, lavora in uno spazio più ampio, benché non completamente destinato alla clientela. Il rischio di una eventuale pronuncia della cassazione in favore dell’utenza, provocherebbe un terremoto per la spa che gestisce il servizio dei rifiuti, in quanto si vedrebbe costretta a rivedere i Piani economici e finanziari degli anni compresi tra il 2006 e il 2010.http://www.latina-oggi.it/public/newspaper/read/hash/43858aab567480909c5901f1a27629eb

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