martedì 25 giugno 2013

dalle camera a gas di Auschwitz alle centrali a biogas e a biomasse: la legge è la legge

il burocrate perfetto, quello che applica la legge e le decisioni di approvare gli impianti inquinanti e devastanti è sempre colpa degli altri. Lui deve applicare la legge. Anche se è sbagliata. Anche se semina morte e malattie, anche se è solo in nome della speculazione e consuma il territorio: è così che si approvano inceneritori, centrali a tubogas, biomasse, biogas, discariche o l'Ilva di Taranto. Il burocrate perfetto non ha famiglia, fede, affetti, figli, nipoti, futuro, coscienza, valori, non ha vita, nè anima. Solo aridità. “La legge del formicaio sovrasta ogni formica. È il sistema che è imploso, ma non siamo in grado di riuscire a individuarne un altro. Sono stato ad Auschwitz e Shlomo Venezia mi ha raccontato la sua drammatica avventura. Internato nel lager era chiamato a condurre i prigionieri alle docce chimiche voce: “Shlomo! Shlomo! È suo cugino Leone che lo riconosce e lo chiama. Si avvicina, gli chiede: perché devo morire? Puoi fare qualcosa tu? Shlomo non sa fare altro che andare dal militare tedesco e gli chiede il favore di salvarlo. Il tedesco risponde: e che posso farci io? L’orrore di questa scena si reggeva su un sistema collaudato di decisione e di comando. Al tedesco non competeva valutare”. Non mi compete, non è mio compito, chiami quell’ufficio. E’ il medesimo paradigma della nostra burocrazia: nessuno è chiamato a rendere conto. “La vita è responsabilità. E invece stiamo facendo appassire la nostra vita, il nostro futuro nell’eterna assoluzione di noi stessi. La colpa è sempre degli altri: di chi è al governo o al municipio, della dottoressa dell’Asl, del vigile urbano. La colpa è del geometra. Siamo poveri per colpa degli altri, stiamo male per colpa degli altri. Colpa loro: la scelta più agevole per un ignavo. L’indice puntato. Sono gesti che si ripetono davanti ai miei occhi e parole che risuonano come fosse un sottofondo musicale. E invece è sempre mia la responsabilità”. Tra un po’ di settimane inauguri a teatro il tuo Discorso alla nazione, anche tu con una soluzione in tasca: “C’è un paese che sta lentamente scivolando nella guerra civile. Non tutti se ne accorgono. Un tizio si candida a fare il dittatore, dopotutto è meglio un dittatore che la guerra civile. E dopotutto la gente pensa di sì”. Da Il Fatto Quotidiano del 22 marzo 2013 http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/22/ascanio-celestini-siamo-contro-a-prescindere-nessuno-ci-rappresenta/538430/

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