Latina Oggi, Lunedì 18 Febbraio 2013
La capitalizzazione di Acqualatina non è stata pagata dai Comuni
Il danno non calcolato
L’ipotesi peggiore nel «giro» dei soldi per le quote societarie
E’ l’ipotesi peggiore e loro l’han - no fatta, non ha valore di indagine contabile ma i numeri, nelle analisi, sono sempre importanti. Il Comitato acqua pubblica ribadisce che il comportamento dei sindaci nel controllo della gestione del servizio idrico in provincia di Latina ha causato un «danno erariale» agli enti che rappresentano al fine di fare un favore ad Acqualatina
NON è un’accusa nuova quella del danno erariale ai Comuni derivante da un certo tipo di atteggiamento lassista adottato nella conferenza dei sindaci, che dovrebbe controllare lo svolgimento della gestione del servizio idrico, dalle spese di manutenzione alle tariffe. Ma questa volta pesano alcune cifre riferite ai canoni che la società Acqualatina dovrebbe pagare (per contratto di convenzione) ai Comuni in virtù del fatto che usa le reti e le sorgenti esistenti sul territorio e di cui erano titolari i Comuni (le hanno pagate in origine direttamente o attraverso mutui). Questi canoni la società non li ha mai versati e infatti essa stessa li ha messi in bilancio fino a novembre 2011 sotto la voce debiti, per un totale di 7.933mila euro. Testualmente in bilancio è scritto «canone concessorio anni 2003-2011». Perché i Comuni hanno accettato di buon grado di rinunciare a somme così rilevanti? Stando agli atti allegati ai bilanci della società incrociati con quelli dei bilanci della Provincia di Latina si scopre che hanno fatto di peggio. Hanno accettato che l’amministrazione provinciale di Latina scrivesse nella relazione ai propri bilanci che il mutuo acceso dall’ente di via Costa per pagare la capitalizzazione della società venisse pagato con quei canoni. In altri termini: Acqualatina deve pagare dal 2003 una sorta di «affitto» ai Comuni per le reti che si è presa per distribuire l’acqua, ma non lo paga; nel frattempo i Comuni devono versare dei soldi per le quote di capitale di Acqualatina, ma non lo fanno e al loro posto paga la Provincia tramite un mutuo ventennale (per 12 milioni di euro); la Provincia afferma che il mutuo lo pagherà attraverso la restituzione dell’equivalente dei canoni che Acqualatina paga ai Comuni e poi i Comuni «girano» alla Provincia medesima per pagare le rate di mutuo. Ma Acqualatina quei soldi non li versa per sette anni. E allora chi ha pagato il mutuo delle quote di capitalizzazione? L’ente di via Costa, che non è stato rimborsato però. E i Comuni hanno accettato tutto questo, hanno dunque rinunciato ai canoni e lasciato che il carico finanziario delle quote di capitale fosse in capo al bilancio della Provincia. Un pasticcio di cui non si sono accorti oppure hanno fatto finta di non accorgersi gli assessori al bilancio di Provincia e Comuni, sfuggito pure ai revisori dei conti, una partita di giro che può effettivamente aver causato un danno erariale per circa 12 milioni di euro complessivi spalmabili sui vari Comuni aderenti al servizio idrico integrato. E che può venir fuori adesso, in fase di accertamento della Corte dei Conti sulla procedura di capitalizzazione di Acqualatina spa.
Graziella Di Mambro.
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