Il ministro dell'Ambiente è intervenuto alla conferenza governativa sull'asbesto che si è aperta a Venezia: "Ci sono due aspetti da tenere in considerazione: il primo riguarda le persone che si sono ammalate, l'altro l'eredità sul territorio". Il ministro della Salute Balduzzi: "Possibilità di un picco di malati a cavallo del 2020" http://www.repubblica.it/ambiente/2012/11/22/news/clini_amianto-47187422/
Per quanto riguarda l'amianto, il ministro ha dichiarato che "ci sono due aspetti da prendere in considerazione: il primo riguarda le persone che si sono ammalate, per le quali la legge, per fortuna, ha assicurato diritti e tutele che in qualche modo, non dico che rimborsino ma assicurano almeno che ci sia un livello di assistenza adeguato. Dall'altro abbiamo l'eredità ambientale: dei siti censiti ce ne sono almeno 400 importanti dal punto di vista della contaminazione". Il problema dell'amianto non è, tuttavia, solo italiano. "Noi stiamo operando sul fronte delle bonifiche - ha denunciato Clini - altri Paesi sono ancora indietro. Una delle grandi economie emergenti, il Brasile, ha ancora nelle sue norme l'impiego dell'amianto, con alcune limitazioni. Quello delle bonifiche è uno dei problemi da affrontare in vista delle prossime Olimpiadi di Rio".
Alla conferenza anche il ministro della Salute, Renato Balduzzi che ha definito l'amianto "una brutta bestia, una delle minacce più serie alla sostenibilità ambientale e alla salute, proprio per le sue caratteristiche di incorruttibilità e inestinguibilità che stanno alla radice del problema". "E il lungo intervallo - ha aggiunto il ministro della Salute - di latenza tra l'aspirazione delle fibre e il percorso epidemiologico ci spiega la possibilità di un picco di malati a cavallo del 2020". Sulla ricerca Balduzzi ha dichiarato che è "una delle questioni più dolenti, perché non si sono registrati miglioramenti apprezzabili della risposta terapeutica negli ultimi vent'anni". "Probabilmente - ha concluso- si tratta di continuare ancora di più su questa strada ed è questa la ragione per cui l'Italia ha posto il problema in sede europea".
(22 novembre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA
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