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domenica 19 agosto 2012
mega centrale dell'Eni, morti e inchiesta a Vado Ligure
Vado Ligure la mega centrale dell’Eni, i morti e l’inchiesta di Luca De Carolis Il Fatto quotidiano 18 agosto 2012 I n televisione e sui giornali hanno visto deflagare il caso dell’Ilva. E ora sperano che si torni a parlare della centrale di Vado Ligure, in provincia di Savona: il loro caso, la loro battaglia. La battaglia di associazioni e comitati contro la centrale a carbone della Tirreno Power, che da decenni brucia 5mila tonnellate di carbone al giorno. DUE IMPIANTI da 330 megawatt di potenza l’uno, su cui indaga il procuratore capo di Savona, Francantonio Granero, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, a carico di ignoti. Un’inchiesta entrata nel vivo in questi giorni, perché dagli archivi della Regione stanno arrivando in procura i dati relativi a cinque anni (dal 2005 al 2010) di decessi, malformazioni e malattie nel Savonese. Materiale per i consulenti di Granero, che dovranno stabilire se c’è una correlazione tra i morti e i fumi e le emissioni della centrale. “Fer - miamo il Carbone”, la rete che riunisce i comitati anti-centrale, cita uno studio commissionato nel 2006 proprio dalla Tirreno Power, rimasto sconosciuto per sei anni: “Si sono riscontrati valori di cadmio pari a 12,46 microgrammi per aria, quando il valore naturale è 0,8. Il mercurio tocca quota 13,06 (60 volte il valore medio), mentre l’arsenico è arrivato a 13,80, rispetto a un valore naturale di 1,2”. L’azienda replica così: “Sono dati estrapolati, presentati in modo parziale e str umentale”. La certezza è che la Tirreno Power, controllata per il 39% dalla Sorgenia di Carlo De Benedetti, vuole aggiungere alla centrale un nuovo impianto da 460 megawatt. La Regione Liguria e il ministero dello Sviluppo Economico hanno detto sì all’ampliamento. I Comuni di Vado Ligure e Quiliano si sono opposti con ricorsi al Tar del Lazio. Associazioni e cittadini continuano a presentare esposti in procura. Dal comitato “Uniti per la salute” spiegano: “Inizialmente la Regione si era opposta all’ampliamen - to con un ricorso al Tar. Ma nel dicembre scorso ha detto sì, dopo un’intesa con la Tirreno Power. Eppure il Pd, principale partito in maggioranza, aveva raccolto le firme contro il nuovo impianto”. Stefano Milano gestisce una libreria a Savona, e da anni è nei comitati: “L’Ilva è tornata a far parlare dei casi ambientali, e questo è fondamentale per la nostra battaglia. L’importante è discuterne, mettendo in luce anche le responsabilità politiche”. A Taranto, lo stop all’impianto ha fatto insorgere gli operai. Succederebbe anche a Vado? Milano replica: “Alcuni operai ci hanno detto: ‘Se perdiamo il posto veniamo a lavorare a casa vostra’. Abbiamo risposto che saremmo andati a morire a casa loro. C’è la voglia di alimentare una guerra tra lavoratori e cittadini: ma il diritto alla salute è di tutti”. Uniti per la Salute aggiunge: “Nella centrale lavorano 250 operai. Siamo consapevoli della loro situazione, e proponiamo di convertire la produzione dal carbone al metano, meno inquinante. Il metanodotto c’è già, perché uno degli impianti funziona a gas”.
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