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giovedì 26 luglio 2012
Pontinia per salvare la Trasco. Mochi contro variante prg e centro terapeutico
PONTINIA
Caso
Trasco,
qualcosa
si muove
Una sentenza della Corte
Costituzionale «rischia»
di scombussolare tutti i
piani del comune di Pontinia
e della Trasco. Un «rischio
» che l’amministra -
zione vorrebbe correre
piacevolmente perché la
sentenza numero 199 del
20 Luglio 2012 salverebbe
la Trasco e tutte le società
partecipate esistenti
in tutta Italia. Secondo
Giorgio Libralato, presidente
di Ecologia e Territorio,
l’a m m in i s tr a z io n e
comunale dovrebbe fare
immediatamente dietro
front ed annullare la delibera
comunale numero 22
votata il 28 maggio scorso.
Delibera che iniziava a
scorporare i compiti della
società partecipata per
darli in consegna a privati
tramite bandi pubblici.
«Tale abrogazione (della
Corte Costituzionale) –
afferma Giorgio Libralato
- comporta una generale
riflessione su quello che
resta oggi della disciplina
sui servizi pubblici. Vista
la qualità dei servizi svolti
dalla società Trasco si
chiede e si propone al comune
di Pontinia di ritirare
la delibera di maggio e
riconsiderare l'attività della
stessa Trasco anche con
ampliamento delle attività
svolte dalla stessa società,
per esempio con la gestione
del ciclo dell'acqua che
deve tornare alla gestione
pubblica». Una sentenza
da approfondire per salvare
i lavoratori Trasco e
tutti i servizi che la società
svolge per l’intera città.
R.A.C.
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5dc0bedcc/pag26sabaudia.pdf
Pontinia, non tornano i conti sul costo dell’opera
La variante «inutile»
Mochi interviene sul progetto del centro terapeutico
«LA variante al piano regolatore
per la costruzione del centro
terapeutico è un escamotage
che nulla ha a che fare con
l’aspetto sociale nè tantomeno
con quello etico». Con queste
dichiarazioni il consigliere comunale,
Giuseppe Mochi,
commenta l’ultima decisione
della maggioranza di modificare
il Prg. Nel caso specifico si
tratta di una particella di terreno
presente sulla migliara 49 che
da agricolo diventa edificabile.
Il progetto approvato dal consiglio
comunale, e votato dall’in -
tera maggioranza, prevede la
costruzione di uno stabile di
circa 300mq utile all’Associa -
zione «Casa Verde» per svolgere
le proprie attività inerenti
alla riabilitazione e alla cura di
bambini e adulti colpiti da autismo.
«Studiando le carte e le
documentazioni - afferma Mochi
- si evince che, nel piano
presentato dall’Associazione,
si fa affidamento su una convenzione
con la Asl. Una convenzione
mai rilasciata in concreto.
In questo modo tutte le
spese di personale previste dal
progetto come verrebbero ripagate
se la Asl non si è impegnata
a pagare il costo dei singoli
pazienti?». Per
rendere il tutto
più chiaro è utile
fare due conti.
Nel progetto
si prevedono
spese di circa
620mila euro
per il personale
a cui si devono
a g g i u n g e r e
155mila, l’a nno,
per la dirigenze.
Insomma,
sono circa
775 mila euro
l’anno solo per
il personale. E
le entrate? Sono
previsti costi di 38mila euro
a paziente (ad anno) per un
massimo di 25 pazienti. In teoria
le entrare sono commisurate
alle uscite. «Il problema, però –
afferma Mochi -, è che il documento
prevede che sarà l’Asl e
il comune di residenza a pagare
i costi di ogni singolo utente
ricoverato. Senza convenzione
con l’Asl e senza i soldi necessari,
nelle casse comunali, chi
tirerà fuori i soldi?». Secondo
la riflessione di Mochi la scelta
della maggioranza, quindi, non
ha alcun valore etico e sociale
ma resta una scelta soggettiva
fatta per cambiare il piano regolatore
e trasformare un terreno
agricolo in edificabile. «Il
progetto del centro terapeutico
è solo una copertura – conclude
Mochi – per permettere ad
un’associazione di costruire
uno stabile di 300mq appena
fuori città. Esiste veramente
un’esigenza per i pazienti autistici?
La maggioranza non mi
ha saputo rispondere e pur ha
votato unita la variante al
Prg » .
R.A.C.
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