Il problema dei rifiuti in provincia di Latina rivela ancora una volta la mancanza di collaborazione tra comune di Latina, provincia di Latina e Regione Lazio, come era successo, per esempio per il turismo o addirittura tra provincia e Ministero dell'ambiente (quando era retto dalla Prestigiacomo). Ne fanno le spese ovviamente i cittadini e anche le amministrazioni comunali (quindi sempre i cittadini). La questione del possibile collasso delle discariche è nota da tempo perché non si provvede ad un adeguato pre trattamento dei rifiuti, mentre i relativi progetti sono addirittura ancora in fase di valutazione di impatto ambientale presso la Regione Lazio. Il sostanziale fallimento della raccolta differenziata in provincia con percentuali di circa il 20% sono ben lontane dall'obiettivo di legge del 65% che sembra fare il gioco di chi vuole (provincia di Latina) far realizzare addirittura un impianto di incenerimento dei rifiuti. Come è noto la provincia di Latina vorrebbe chiudere il cerchio nell'ambito provinciale. Insomma in una questione che dovrebbe avere come unico obiettivo la tutela della salute pubblica, la difesa dell'ambiente e anche la bonifica dei siti inquinati sembra si navighi a vista con le amministrazioni e le istituzioni che litigano tra di loro sulla pelle dei cittadini. Esattamente una settimana fa c'è stata la conferenza stampa (di Libera e Legambiente, con i cittadini) di fronte alla discarica per illustrare il dossier sulla discarica e i tanti punti interrogativi sui probabili scavi ma con tutte le certezze dei dati e delle analisi di Arpa ed Enea che testimoniano l'inquinamento, oggetto in parte di un processo che inizierà il prossimo mese. I dubbi sono sul futuro di chi deve convivere oggi con la discarica, domani, forse con il TMB, con la centrale a biogas e (nella seconda fase così recita il progetto con la centrale a biomasse) cioè i cittadini, le aziende agricole, i borghi (Montello, Bainsizza, Le Ferriere, Santa Maria). Senza contare i fatti di cronaca nera (l'uccisione di don Cesare Boschin, i fusti tossici interrati oggetto delle testimonianze della camorra).
Oggi invece la probabile chiusura della discarica che sembrerebbe non conforme alle norme imposte dalla comunità europea. Così il comune di Latina ha scritto al Prefetto dopo l'insoddisfacente incontro in regione (sempre di destra si tratta) e le mancate risposte sulla situazione. La soluzione potrebbe venire da una conferenza unificata o da un tavolo tecnico apposito. Oltre alle parole di preoccupazione espresse dal vice sindaco e assessore all'ambiente del comune di Latina, destano sensazioni quelle attribuite al presidente Cusani che parla di ricatto dalla Regione (ricordiamo che la provincia di Latina ha annunciato un ricorso al Tar contro il piano regionale dei rifiuti) e di informazioni incomprensibili indirizzate agli enti locali. Poi il comune di Latina che ha scritto alla Provincia il 14 dicembre senza ottenere, dopo 4 mesi alcuna risposta. Intanto mente il comune di Latina chiede alla provincia che non risponde, lo stesso comune domanda alla Regione che risponde in modo insoddisfacente o che secondo la Provincia sta facendo un ricatto i cittadini subiscono le conseguenze. Davanti ad un'altra probabile inchiesta della Procura nessuno incentiva seriamente la differenziata e oltre a non dare risposte sulle pesanti responsabilità del passato non si conosce nemmeno il futuro. Se futuro, con questi amministratori, ci potrà essere
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