Imu, forse incostituzionale il sistema di revisione delle aliquote
Servizio studi Camera: il dpcm da emanare entro il 10 dicembre in base ai risultati della prima rata non rispetta la riserva di legge
di Paola Mammarella
12/04/2012 - Potrebbe essere anticostituzionale il meccanismo per la correzione delle aliquote Imu da parte del Governo, così come regolato dal maxiemendamento del Senato al decreto sulle semplificazioni fiscali. Sul testo, passato ora all’esame dell’altro ramo del Parlamento, è stato redatto un dossier del Servizio studi della Camera, che suggerisce di valutare alcune disposizioni in riferimento all’articolo 23 della Costituzione.
L’articolo richiamato dal Servizio studi della Camera prevede che nessuna prestazione personale o patrimoniale possa essere imposta se non in base alla legge.
Il dossier preparato dagli esperti della Camera, prima dell’avvio della discussione, punta il dito contro il dpcm che, ai sensi del maxiemendamento licenziato dal Senato, dovrebbe essere approvato entro il 10 dicembre per l’aggiustamento delle aliquote. Una previsione che non rispetterebbe la riserva di legge stabilita dalla Costituzione.
Funzionamento Imu, cosa prevede il maxiemendamento
Durante la discussione del Decreto fiscale in Senato si è cercato di mettere ordine nella disciplina sull’Imu, che ha messo in allarme i contribuenti, alle prese con le nuove regole per il pagamento della prima rata dell’imposta municipale unica sugli immobili.
Come proposto dai Caf, che avevano lamentato la mancanza di riferimenti certi alla vigilia della scadenza del 18 giugno per il pagamento della prima rata dell’imposta, con il maxiemendamento è stato deciso che l’acconto sarà calcolato sulle aliquote base fissate dalla Manovra Salva Italia, che impone il 4 per mille sulle prime case e il 7,6 per mille su seconde case e altre tipologie di immobili.
La prima rata ammonterà al 50 per cento dell'importo ottenuto applicando le aliquote di base e la detrazione prevista, cui ad esempio si ha diritto se si tratta di prima casa o se si hanno figli a carico di età inferiore ai 26 anni.
La seconda rata sarà versata a saldo dell'imposta complessivamente dovuta per l'intero anno con conguaglio sulla prima rata. Questo significa che la seconda tranche potrebbe essere più pesante. Bisogna infatti considerare che se i Comuni prevedessero aliquote maggiori rispetto a quelle base del 4 e del 7,6 per mille, la differenza si scaricherebbe per intero sulla rata da pagare a fine anno.
Dato che i proventi delle imposte sugli immobili vanno suddivisi tra Stato e Comuni, è presumibile che le amministrazioni locali, sulle quali pesa anche il taglio dei trasferimenti, rivedranno le aliquote al rialzo. Una manovra che potrà essere messa a punto entro il 30 settembre.
Ai sensi del maxiemendamento al Decreto fiscale, le aliquote Imu potranno essere riviste anche dal Governo. Quest’ultimo, sulla base del gettito ricavato con la prima rata, avrà tempo fino al 10 dicembre per emanare un dpcm ad hoc.
Su questo punto si attendono quindi chiarimenti o eventuali modifiche durante la discussione alla Camera.
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