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“DEVI ANDARTENE”
(di Turci e Murru)
Devi andartene, devi andartene
via, perché il tempo passa,
passa, passa e va a stringere
Ora basta devi andartene più
lontano che puoi con la tua luce
amara, fuori dai denti (devi
andartene) perché a giocare col
fuoco si rischia di bruciare
E non ci sono promesse che possono
guarire, solo parole che tacciono per
non dispiacere
Se penso a tutto il tempo dato in
pasto a ferire, cercando una risposta
che non sapesse tradire.
Smarriti dentro un mondo che lascia
accadere, che non conosce il senso
della parola impedire
Devi andartene devi andartene via
perché il trucco si scioglie e si
scopre l’inganno (devi andartene)
Perché con la tua musica hai fatto il
tuo tempo e non ci sono incantesimi
che riescano a stupire, nessuna
confessione per piangere un dolore
ma solo un Dio che parla sempre
basso
Non girano sue foto soltanto ipotesi
a favore perché ogni tempo ha il suo
vento, ogni stagione il suo aprile
Davanti a questo astuto arsenale di
burattini, di politici da era glaciale
dove l’imbarazzante gioco delle parti
diventa il solito dantesco girone
infernale con il monarca sgargiante
di cipria che perde la calma tra
cosce, bracciali e culi di bottiglia e
una scialuppa di derelitti gli battono
il sedere
Ma l’applauso osannante è diventato
ormai ostile perché ogni tempo ha il
suo vento ogni stagione il suo aprile
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