WIKIPEDIA A N T I - B AVAG L I O L’enciclopedia online in sciopero Boccassini: intercettazioni usate male Il fatto quotidiano 5 ottobre 2011
“In queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando”.
Da ieri sera chi è andato su Wikipedia per cercare o verificare un’informazione, si è trovato la strada sbarrata. E un avviso: “La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero ”. Perché “i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti —rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del ddl intercettazioni”, che prevede anche l'obbligo per tutti i sitiweb di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine. Una presa di posizione fortissima da parte dell’enciclopedia libera che ormai da 10 anni costituisce un caposaldo del web mondiale (in Italia è il portale più visto).
IL MONDO protesta, ma il governo va avanti: ieri Enrico Costa, capogruppo pidiellino in commissione Giustizia della Camera, su pressione di Ghedini, Longo e Alfano, ha sguainato un emendamento al ddl intercettazioni che da solo rappresenta il cuore di ciò a cui mira Berlusconi
(ma non solo lui); gli ascolti non potranno essere pubblicati mai, neppure per riassunto, fino all'udienza filtro, quando le parti decideranno cosa si potrà dare in pasto alla stampa e cosa no. E laddove sussista un'ordinanza di custodia cautelare con intercettazioni a giustificazione della richiesta del magistrato, ecco in quel caso si potrà solo scrivere che nel fascicolo ci sono, ma non il contenuto. E sarà pure vero quello che ha detto ieri Ilda Boccassini - “c'è stato un cattivo uso delle intercettazioni telefoniche da parte della magistratura, ovvero da parte degli uffici del pubblico ministero a livello nazionale” - ma questo articolato corrisponde a far calare del tutto il sipario sulla rivelazione delle indagini giudiziarie. Più che di un bavaglio si tratta di una vera e propria censura che sarà operata dai giudici a discapito della libertà di stampa, questione che ha fatto infuriare Giulia Bongiorno, la presidente della commissione Giustizia della Camera.
Da quasi un anno l'avvocato finiano ha svolto una mediazione con Alfano che ha prodotto il testo uscito dalla commissione, dove la pubblicazione degli atti e degli ascolti veniva vietata fino alla fine delle indagini preliminari. Ieri, come puntualmente annunciato, il Pdl ha dato l’ulteriore stretta e la Buongiorno ha detto no, minacciando di “dimetter si” da relatore della legge.
Ma ci sono margini per evitare – almeno – di peggiorare il ddl ora in aula alla Camera? Pochi. Anzi, praticamente nessuno. Si parla di una modifica proprio al comma 29, ma il resto pare destinato a proseguire nel segno della fretta.
Taglia corto, infatti, il leghista Marco Reguzzoni: “È meglio una legge buona subito, che non una ottima non si sa quando”. Anche ieri Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, assicurava che il voto finale potrebbe arrivare venerdì o, al massimo martedì, sempreché le opposizioni “collabor ino”, altrimenti il governo metterà la fiducia. I centristi ieri hanno provato a scongiurare in ogni modo questa eventualità mostrando un ramo d'ulivo alla maggioranza: noi ritiriamo la nostra pregiudiziale di costituzionalità a patto che vengano meno le chiusure, ma non tira aria d'armistizio. Anzi.
L ' I DV ha annunciato barricate, Bersani pure, così come Franceschini che però quando poi gli si chiede quali saranno davvero le azioni che le opposizioni metteranno in campo, la rassegnazione prende il sopravvento: “Bè, certo tenteremo l'ostruzionismo anche se sarà difficile chiamarlo ostruzionismo visti i tempi contingentati, ma di certo faremo tutta l'azione di contrasto parlamentare, useremo tutte le virgole concesse dal regolamento".
Figurarsi se basterà. Oggi si voteranno le pregiudiziali di costituzionalità (non ne passerà nessuna) e quindi si andrà al voto degli emendamenti, ma nella maggioranza c'è sempre più voglia di non perdere altro tempo, così come faranno al Senato con la prescrizione breve. Possibile approvazione prevista per la fine di ottobre, quindi un rapido passaggio alla Camera e fine.
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