domenica 9 ottobre 2011

Pontinia da ricucire, la politica

Se ieri si è svolta la manifestazione nazionale “ricucire l'Italia” http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/10/08/news/_ricucire_l_italia_in_ventimila_a_milano-22913689/?ref=HREC1-3 , lo stesso bisognerebbe fare a Pontinia. Si sta chiudendo il ciclo ultra ventennale caratterizzato dal Sindaco Eligio Tombolillo eletto consigliere comunale nel 1990 (assessore '90-93 alla sanità) e nel 2003, sindaco dal 1994 al 1998, confermato dal 1998 al 2003, rieletto nel 2006 e confermato quest'anno. Tombolillo è ancora lontano dai record di durata in consiglio comunale (30 anni per Italo Mantova, Alceo Francia e Domenico Medici) ma ha superato di gran lunga quello di durata a sindaco di Ugo Sestili (dal 27/11/60 al 16/9/70). Il suo mandato che termina nel 2016 non gli consente la ricandidatura. Ma non è solo per la normativa elettorale che termina un ciclo. I suoi avversari hanno tentato nel 2004-2005 di colpirlo personalmente con alcune inchieste – commissioni (che non hanno portato a nulla) e denunce (anche prima del 2003). Poi è arrivato il dissesto che si è rivelato inesistente (secondo la Corte dei Conti e il Ministero) e dovuto ad errori di calcolo o di metodo (Consiglio di Stato). Seguendo l'esempio degradante a livello nazionale anche la destra locale ha tentato in vari modi la disgregazione sociale e la conflittualità. La cultura del sospetto aveva lacerato il sociale e l'economia lentamente normalizzata con le elezioni del 2006 (stravinte da Tombolillo contro Donnarumma e la destra) facendo ripartire Pontinia. Ma l'esasperante ricorso alla magistratura così come di iniziative che hanno portato estrema tensione provocate dalla destra. Questo modo di fare tende ad allontanare i cittadini dalla politica, dalle candidature e a spostare l'attenzione dal bene comune al conflitto. Così alcuni possono dedicarsi indisturbati alla speculazione che passa in secondo piano grazie alle notizie di politica e magistratura. E' quindi necessario ricucire la politica a Pontinia, riportarla nel giusto ambito. Promuovere competenze e capacità. Chi si è occupato di urbanistica dal 1996 (l'approvazione in consiglio comunale dell'attuale PRG) a oggi ancora non riesce a far approvare o attuare la maggior parte dei piani particolareggiati. E i 2 candidati attuali dimostrano di non conoscere la materia viste la gaffe e gli errori delle loro dichiarazioni in merito al PTPR e ai poderi. La situazione della programmazione del territorio è stata oggetto di una interrogazione parlamentare in merito al proliferare di progetti di centrali, indagini della magistratura. Senza contare del problema rifiuti che, dopo oltre 20 anni, viene scoperto in settimana (stando alle dichiarazioni sui giornali) addirittura pure dall'assessore all'ambiente. Dopo che la stessa “scoperta” era stata fatta qualche settimana prima dalla Guardia di Finanza, dai TG e giornali nazionali. Ma che era talmente grossa ed evidente che ne parlava la commissione antimafia, i pentiti della camorra già 15 anni fa. Senza contare le osservazioni e comunicazioni dei cittadini. La risposta “ferma” di comune e provincia? Una telecamera che secondo qualcuno sarebbe finta …. altrimenti avremmo notizie di indagati o accusati di abbandono di rifiuti... Le 2 recenti sentenze (corte dei conti sul caso Trasco contro la maggioranza Tombolillo del 1998-2003 e per la riassunzione dell'assistente sociale contro la giunta di destra) sono la conferma che mentre si chiude (da qui a 5 anni) di questo ciclo non bisogna lasciare lo spazio al degrado e alla disgregazione come vorrebbe la destra. Bisogna ripartire dalle cose da fare, dalla soluzione dei problemi con progetti compatibili. Quindi prima verranno archiviati i progetti devastanti e incompatibili (centrali a biomasse, a turbogas, inceneritore, mega centro commerciale, impianti fotovoltaici al posto dei prodotti agricoli) e prima si potrà partire con progetti di miglioramento e qualificazione. Che passano dal riappropriarsi da parte del pubblico dei Laghi del Vescovo – Gricilli che porterebbe a 20 posti di lavoro, alla gestione pubblica dell'acqua, riducendo i costi esorbitanti a carico delle famiglie, alla raccolta vera della differenziata che raggiunga almeno il 60% (il metodo battistiano fallimentare ci vede fermi al 20%), con nuovi posti di lavoro e un risparmio di almeno 250 mila euro l'anno rispetto agli attuali costi. Ma anche la cultura: il teatro ai tempi di Pernarella si riempiva e produceva spettacoli; la biblioteca, i musei, l'informazione e l'attenzione ai bandi pubblici creerebbero un circolo virtuoso. Il ricorso alle energie naturali e rinnovabili porterebbe risparmi economici consistenti e centinaia di posti di lavoro. Perchè rinunciare a causa di questa classe di amministratori poco sensibili e attenti al bene comune?

A Borgo Pasubio, l’ingresso principale di Pontinia, sono in corso alcune opere pubbliche. Sono stati rimossi i pini dalla piazzetta, perché pericolanti e perché le loro radici avevano intaccato sede stradale e marciapiedi. Rimangono però le altissime barriere architettoniche sui marciapiedi proprio in corrispondenza delle 2 scuole (materna o dell’infanzia, elementare o primaria) alti oltre 20 cm, senza nessuno scivolo o rampa per le persone su ruote. Sarebbe il caso di provvedere. Il traffico, ovviamente, impazzisce negli orari di entrata e uscita delle 2 scuole. In questi giorni aggravato dai lavori della zona “verde” dei marciapiedi che, ovviamente, non viene certo interrotto nell’ora di punta. Anzi il traffico sulle strisce pedonali viene sorvegliato a volte dalla Polizia Locale, a volte da volontari. Rimane ovviamente il problema irrisolto della rotatoria a Borgo Pasubio. Dopo la Regione Lazio anche l’Arsial mi ha scritto che non ha competenza. Quindi chi afferma che la colpa è della Regione ne dovrebbe prendere atto. Chi ci racconta frottole: i politici locali o i funzionari regionali? Chi dei 2 è incapace a risolvere questo semplice problema? (Una immagine dell'incrocio dopo l’ultimo incidente all’indirizzo http://pontiniaecologia.blogspot.com/2011/10/pontinia-borgo-pasubio-via-trieste-al.html )Dall’ufficio tecnico comunale mi hanno chiesto di segnalare, tempestivamente, i problemi specie sull’illuminazione insufficiente. Considerato che quando scrivo al Comune o mi ignorano o mi negano i documenti (unica eccezione il sindaco Tombolillo che spesso interviene a rimediare le gaffe di impiagati o amministratori), in dispregio dello Statuto comunale (articoli 7, 9, 10, 14, 15 e 16), però sono attentissimi agli articoli sui giornali, allora scrivo alle Redazioni informandoli che anche ieri sera alle 20 via Trieste era completamente al buio. Anche una parte dell’incrocio pericoloso di Borgo Pasubio (Migliara 47 lato Pontina, oltre alla via Trieste, mentre sulla Migliara 47 lato Appia c’erano 2 miseri lampioni) era al buio forse per aumentare la pericolosità dell’incrocio. A Pontinia si può notare come la scarsa sensibilità della pubblica amministrazione produca ostacoli per le classi sociali più deboli. Un esempio ce l’abbiamo con le barriere architettoniche. Dopo oltre 20 anni dalla mia prima richiesta sono stati adattati una parte dei marciapiedi (lato sinistro da Borgo Pasubio verso il centro) della via Trieste con appositi scivoli per persone che si muovono su ruote, passeggini compresi. Ma si ferma al nuovo negozio al posto del ristorante. Proprio dove, negli orari di punta (ogni giorno verso le 11 e verso le 19) è pieno di macchine parcheggiate in seconda fila o comunque ad ostruire il traffico. Qualcuno lo aveva previsto prima del contestato cambio d’uso e ne aveva chiesto lo studio dei parcheggi e del piano del traffico. Come sempre la disorganizzazione dell’amministrazione pubblica ha prodotto i suoi effetti devastanti. Non ci sono notizie se le essenze che sono (o saranno) scelte in sostituzione dei pini saranno compatibili con l’ambiente. Era già successo per la Piazza Pio VI con la sostituzione delle palme aggredite dal punteruolo rosso con essenze non previste dal PTPR. Abbiamo visto proprio con le palme, come per gli eucaliptus, così come per il kiwi, come l’inserimento di piante provenienti dai paesi esotici o comunque da altri ambienti, stati, continenti possa portare malattie che distruggono l’intera popolazione con grave danno economico. In nome del facile guadagno, come dell’assecondare le voglie di persone di avere piante ed essenze, spesso si sconvolge l’ecosistema. E’ tipico della mancanza di cultura, della superficialità di speculatori, amministratori disorganizzati e politici incapaci che stanno portando l’Italia alla deriva del degrado e alla rovina in ogni campo.

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