Federico Tulli
IL CASO. Terzo campione contaminato da biotech individuato dall’Arsial in provincia di Latina. Capanna (Fondazione diritti genetici): «Il ministro Romano attivi subito controlli in tutta Italia»
«Tre indizi fanno una prova» sostenevano gli investigatori prodotti dalla penna di Agatha Christie. Ma non serve scomodare la geniale autrice britannica per pensare che nelle campagne del Lazio stia accadendo qualcosa di quanto meno sospetto. In pochi giorni l’Arsial ha rilevato ben tre casi di contaminazione da Organismi geneticamente modificati. Il terzo è emerso nel tardo pomeriggio di giovedì dopo la conclusione delle analisi di laboratorio effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Lazio-Toscana. I campioni prelevati in un’azienda della provincia di Latina dai tecnici del Nucleo di vigilanza Arsial nell’ambito dei controlli per l’anno 2011 hanno evidenziato una positività riconducibile alla presenza di mais BT11 su una coltivazione derivante da sementi, confezionati dalla Monsanto, dichiarate esenti da Ogm. Il “contaminante” è una varietà prodotta dalla multinazionale Syngenta non autorizzata in Europa per la coltivazione. Secondo i Verdi ambiente e società, l’agricoltore pontino avrebbe acquistato le sementi dalla multinazionale Monsanto, sulla cui confezione è riportato un cartellino che garantisce l’assenza di Ogm.
«Questo nuovo caso di contaminazione da Ogm nel Lazio rende ancora più urgente l’attivazione da parte del Ministro dell’agricoltura, d’intesa con le regioni, di una rete di controlli in campo su tutto il territorio nazionale» commenta Mario Capanna, presidente della Fondazione diritti genetici. «Chi cerca trova» prosegue Capanna e osserva: «Gli Stati Uniti, “patria” degli Ogm, stanno già facendo i conti con il problema delle contaminazioni accidentali. Il segretario all’Agricoltura ha da poco rivolto un appello al Comitato consultivo sulle biotecnologie affinché gli agricoltori che subiscono perdite economiche» per incidenti di questo tipo siano tempestivamente risarciti per il danno subito. «Evidentemente – conclude il presidente della Fdg - i due casi più eclatanti di contaminazione da Ogm mai avvenuti, quella del mais transgenico StarLink e del riso transgenico Liberty Link, non li hanno lasciati indifferenti. Noi in Italia cosa faremo?».
I due precedenti casi nel Lazio sono stati resi noti dall’Arsial il 22 settembre scorso a conclusione della campagna 2011 di vigilanza sul divieto di coltivazione di Ogm in aziende che operano sul territorio regionale. La positività al biotech era emersa in due diverse aziende della provincia di Roma, «entrambe riconducibili a coltivazioni derivanti da sementi dichiarate esenti da ogm dalla casa produttrice Pioneer».
http://www.terranews.it/news/2011/10/ogm-allarme-nel-lazio-campagne-infestate
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