Emanuele Rigitano (Terra Lazio)
RIFIUTI. A Malagrotta è ormai emergenza ambientale. La denuncia del presidente del comitato locale.
La questione rifiuti, a Roma e nel Lazio, è più fragile e grave di quanto non ci si aspettasse. Un problema che potrebbe rischiare di portare la capitale a vivere l’orrenda situazione subita dai cittadini napoletani. Dopo le indagini sulle 4 morti di tumore avvenute nella zona e il documento dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) diffuso dai Verdi in un sit-in davanti la Regione Lazio, sono aumentate le proteste di cittadini, comitati e associazioni. Culminate nella manifestazione del 26 settembre davanti al Consiglio regionale di via della Pisana. In quella occasione è intervenuto anche Sergio Apollonio, storico presidente del Comitato di Malagrotta. «Le ultime analisi dell’Arpa che dicono che la falda acquifera di Malagrotta e Valle Galeria è talmente inquinata che è arrivata a un punto di non ritorno», ha affermato Apollonio davanti ai manifestanti, denunciando anche che «l’Arpa aveva richiesto la bonifica nel 2003, ma la procedura attivata è rimasta solo sulla carta».
Terra lo ha incontrato per spiegare quale sia la situazione e cosa si sente di dire a istituzioni e cittadini, come rappresentante del Comitato di Malagrotta. Apollonio ha subito affermato: «Diciamo alle istituzione che è venuto il momento delle decisioni ultime e definitive. Qui la situazione è al collasso». Denunciando una situazione di pericolo per l’ambiente e per la salute delle persone, Sergio Apollonio ha ben chiaro quali siano i primi passi da fare per dare un’alternativa all’inquinamento perpetuo della zona: «La priorità assoluta è la messa in sicurezza dell’area di Malagrotta, dopodiché bisogna provvedere alla chiusura della discarica e al cambiamento del sistema di gestione dei rifiuti». Senza girarci intorno ha ovviamente fatto presente che, in maniera transitoria, ci sarà bisogno di nuove discariche, che siano però «completamente diverse dall’orrore di Malagrotta», delle discariche inerti «che non diano molestie olfattive e che non inquinino.
Questo finché non si provvederà al riciclo, anche dei materiali attualmente messi in discarica». La disgrazia per gli abitanti di Valle Galeria è stata la deroga, per Malagrotta, alle leggi nazionali e europee sulla gestione dell’invaso. «Quello che deve finire assolutamente è la discarica dei rifiuti tal quali, indifferenziati. Questa è semplicemente la barbarie, non esiste più in Europa. Bisogna cambiare sistema». Ci ha indicato, ad esempio, che per la raccolta dell’umido «abbiamo un impianto di compostaggio di 30mila tonnellate che deve essere quadruplicato da anni. Ma non si fa nulla». La proposta è quindi la differenziata con il sistema “porta a porta” e il riciclo dei materiali, a partire dell’organico. A chi afferma che in grandi città come Roma sia arduo realizzare tale sistema, Apollonio risponde: «Non si può dire che è difficile, non si è neanche provato! La verità è che gli interessi economici vogliono continuare con le discariche e gli inceneritori. Insomma, è la lobby che comanda il sistema e invece dovrebbe essere la democrazia a farlo».
http://www.terranews.it/news/2011/10/%C2%ABmai-piu-discariche-cosi%C2%BB
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