Dopo le varie segnalazioni (fine di giugno, inizio di luglio 2011) della situazione di degrado del Fiume Linea, ai vari enti competenti, con particolare riferimento al ponte in corrispondenza della Migliara 51 (località Mesa) e in misura minore in corrispondenza del ponte della Migliara 48 , sono arrivate 2 risposte. Dell’ArpaLazio il 15/07/2011 e del Consorzio di Bonifica del 23/09/2011 (per leggere le note http://pontiniaecologia.blogspot.com/2011/09/pontinia-degrado-fiume-linea-le.html). E’ curioso anzitutto notare che il Consorzio scrive dopo 3 mesi e soprattutto dopo il famoso sequestro della Guardia di Finanza anche sulle proprietà o sugli immobili gestiti dal Consorzio. Ma mettendole a confronto sembra che il Consorzio non conosca la precedente nota dell’ArpaLazio, non la cita ed illustra una realtà diversa da quella segnalata dall’ArpaLazio. Inutile aggiungere che gli enti territoriali invitati ad intervenire dall’ArpaLazio il 15/07/2011 non hanno dato alcuna notizia in merito agli adempimenti da attuare. Però ho comunque notato che la situazione è migliorata, dopo la comunicazione dell’ArpaLazio e, soprattutto, per fortuna, quest’anno, per la 1. volta da nni, non si è verificata l’ennesima moria dei pesci nella zona. Quindi la mia segnalazione e, ovviamente, in particolare per l’autorevole intervento dell’ArpaLazio finalmente è stata fatta la prevenzione. Tornando allo scritto del Consorzio di Bonifica ci sono diversi passaggi che lasciano perplessi. Difatti il Consorzio, stranamente ignora i rifiuti presenti in superficie in notevole quantità, così come scrive l’ArpaLazio, come mai? Il passaggio più clamoroso è quello che afferma che l’acqua marrognola (proveniente dal Linea) provocherebbe danni al comune di Terracina e agli operatori turistici e pertanto, sembra di capire, va intercettata nel comune di Pontinia? A questo punto un’altra domanda sorge spontanea se l’acqua marrognola è incompatibile o dannosa per il litorale si può accettare che venga fermata e convogliata per l’irrigazione dei campi, magari di ortaggi (insalata, pomodori, verdura) per l’uso umano? Ammesso che abbiamo compreso correttamente il concetto, le associazioni dei coltivatori diretti sono stati informati? In caso positivo sono d’accordo? E la Asl cosa ne pensa? Viene comunque garantita la qualità oppure l’acqua marrognola può danneggiare le colture? In tal caso cosa ne pensa il Sindaco (responsabile sanitario del comune)? I consumatori, sono informati che le verdure vengono irrigate con l’acqua marrognola ? Ovvio che spero di aver capito male e che mi auguro il Consorzio volesse dire qualcosa di diverso che andrebbe chiarito. Sulla soluzione proposta a conclusione dal Consorzio di Bonifica sono d’accordo. Bisogna vedere cosa ne pensano gli altri enti in indirizzo. Ignorando, invece, la presenza dei rifiuti manca la proposta in tale senso. Mi permetto di suggerire un altro sbarramento per prelevare i rifiuti prima dell’immissione nei vari collettori per l’irrigazione per evitare che gli stessi rifiuti vi vengano convogliati. Tornando alla lettera del Consorzio di Bonifica al punto 2. si afferma che la risorsa acqua viene utilizzata per l’irrigazione dei comprensori irrigui (campagna di Pontinia e Sezze) con l’irrigazione di soccorso (proprio in corrispondenza della Migliara 51). Più avanti, al punto 3., si afferma, in sostanza, che il sistema di sbarramenti serve ad assicurare la necessaria quantità d’acqua per innaffiare che non sarebbe garantita senza tali sistemi nel corso naturale. Secondo il Consorzio (punto 4.) il materiale vegetale proviene dallo sfalcio della vegetazione del fondo dei fiumi Cavata e Cavatella (che si immettono nel Linea in località Borgo Faiti a 3 km a monte da Bocca di Fiume e a 9 dalla Migliara 51). Secondo il Consorzio (secondo capoverso della lettera) per far scaricare il materiale bisognerebbe aprire il sistema di sbarramenti, ma questo impedirebbe la quantità necessaria all’irrigazione. Al capoverso successivo il Consorzio afferma “ l’apertura dell’invaso creerebbe enormi danni ai legittimi interessi degli abitanti Comune di Terracina e degli operatori turistici di quel litorale che si vedrebbero arrivare sul litorale acqua marrognola con presenza di particelle di alghe in decomposizione non intercettabili a monte. Infine il Consorzio propone la soluzione al problema del materiale vegetale con uno sbarramento sul Cavata e sul Cavatella in località Foro Appio, prima dell’immissione sul Linea. Nella prima, quella dell’ArpaLazio del 15/07/2011, che rispondeva oltre che al sottoscritto anche al Consorzio di Bonifica, si legge:
- dai rilievi fotografici allegati alla segnalazione in oggetto si evidenzia che la situazione del fiume Linea nel periodo estivo è ricorrente e sovrapponibile a quella rilevata negli anni passati ed è causata prevalentemente dallo sfalcio delle sponde del fiume. Nelle foto si rileva chiaramente l’accumulo di materiale erbaceo in disfacimento che crea un vero e proprio tappeto nell’alveo del fiume. Verosimilmente tale situazione unitamente alla ridotta capacità di scorrimento ed all’uso irriguo delle acque del fiume che si verifica in particolare nel periodo estivo, può provocare fenomeni di anossia ed eutrofizzazione delle acque con eventuale moria dei pesci;
- per quanto riguarda i dati analitici in possesso di questa agenzia, rilevati ai sensi del monitoraggio previsto dall’allegato 1 del D.Lgs. 152/06 nella stazione di monitoraggio posta immediatamente a valle della Migliara 51, gli stessi, come si può evincere dai tabulati allegati, non presentano particolari situazioni di inquinamento ne chimico ne microbiologico;
- appare più evidente, invece, la situazione di degrado ambientale che si manifesta lungo le sponde del fiume, come già segnalato da questa Agenzia con nota prot. 70648 del 23/09/2010 su cui vengono riversati rifiuti solidi di vario genere, plastica, lattine, carta, ecc., che possono essere responsabili della presenza di rifiuti nell’alveo del fiume.
Si chiede, pertanto, agli enti in indirizzo (Regione, Provincia, comune Pontinia, Asl, Consorzio di Bonifica), ognuno per la propria competenza, di intervenire per la rimozione di quanto segnalato, al fine di eliminare la situazione di degrado del corso d’acqua in oggetto valorizzando sia la risorsa idrica che le forme di vita che in essa abitualmente vivono.
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