UNA VASTA OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA HA PORTATO ALL'INDIVIDUAZIONE DI SETTE SITI DOVE VENIVA DEPOSITATO ANCHE L'AMIANTO
Rifiuti tossici a cielo aperto
Tracce di diossina nel fiume Ufente, utilizzato dalle aziende per l'irrigazione
Stefania Belmonte LATINA Un «catasto parallelo»? Non esclude questa ipotesi la Guardia di Finanza di Latina, che ieri ha portato a termine l'operazione «Demetra», sequestrando in tutta la provincia pontina un totale di sette discariche abusive.
Aree talmente nascoste da occhi indiscreti - tanto da rendere necessario in alcuni casi addirittura l'intervento degli elicotteri di Pratica di Mare - che le Fiamme Gialle di Palazzo «M» addirittura pensano che possa esistere una sorta «classificazione clandestina» di questi terreni. Tre sono le persone segnalate all'Autorità giudiziaria: un 83enne di Roma, che sarebbe il legale rappresentante dell'azienda, e due donne intestatarie di altrettanti terreni, una 60enne residente ad Amaseno (in provincia di Frosinone) e una 50enne di Latina. Al vaglio della Procura sarebbe però anche la posizione degli enti locali proprietari degli appezzamenti: le aree scovate dalla Finanza, infatti, si trovano a Priverno, Prossedi, Pontinia, Latina e Sezze ed in alcuni casi sono terreni di proprietà dei rispettivi Comuni, della Regione Lazio o del Consorzio di Bonifica. Quindicimila metri quadrati di agro pontino ormai inquinato da quattromila quintali di rifiuti speciali (tra cui amianto) e di cui i rilievi tecnici dell'Arpa Lazio avrebbero evidenziato il degrado e la pericolosità per la salute pubblica. Tra i rifiuti «d'ogni genere» rinvenuti dalla Finanza molti sono considerati altamente tossici e addirittura dalle analisi chimiche sarebbe emersa la presenza di diossina in un terreno, utilizzato principalmente da aziende agricole per l'irrigazione delle vicine coltivazioni, in prossimità del fiume Ufente. A portare i finanzieri alla scoperta di queste aree, era stata un'indagine partita da verifiche effettuate sull'attività di una società che si occupa della compravendita di terreni,: alcuni fondi di sua proprietà erano risultati impiegati per lo scarico illecito di rifiuti speciali. Poi l'effetto-domino con la scoperta mano a mano degli altri sei siti abusivi, tutti sequestrati. Le indagini della Guardia di Finanza ora proseguono anche sulla valutazione del danno ambientale prodotto dai depositi inquinanti. «La circostanza che talune delle aree destinate a discariche siano ubicate in zone così remote del territorio, da dover essere necessariamente conosciute da chi vuole effettuare sversamenti abusivi - spiega la Guardia di Finanza in una nota - fa presumere l'esistenza di una sorta di catasto parallelo di terreni dove smaltire rifiuti di ogni genere, senza obblighi e costi, che invece vengono scaricati sulla collettività, con gravi danni per l'ambiente e per la salute pubblica». Ulteriori approfondimenti da parte delle Fiamme Gialle sono in corso anche per capire anche quali interessi economici si celino ancora dietro il mancato rispetto della normativa sulla tutela dell'ambiente.
http://www.iltempo.it/latina/2011/09/22/1287464-rifiuti_tossici_cielo_aperto.shtml
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