http://www.terranews.it/news/2011/09/collusioni-ed-ecomafie-svelate-dal-nuovo-pentito
Nello Trocchia
IL PERSONAGGIO Roberto Vargas, omicida reo confesso, arrestato nel 2009 inizia a collaborare. Ai magistrati parla di rifiuti e politica. Nei suoi verbali i nomi di Nicola Ferraro e Nicola Cosentino.
Roberto Vargas è stato uno dei killer del clan dei Casalesi. Da pochi mesi ha deciso di raccontare tutto. Parla di politica, accordi e rifiuti. Arrestato nel maggio 2009, Vargas ha avviato la sua collaborazione con la giustizia raccontando gli affari dei Casalesi, i rapporti con il mondo politico e ora indicando precisamente nuovi terreni dove la camorra casertana ha interrato rifiuti. Solito schema per il sistema che ha distrutto una regione: aree prima svuotate con il prelievo del materiale da usare nell’edilizia e poi ricoperte di munnezza tossica.
Non sono ancora scaduti i 6 mesi, previsti dalla legge sui pentiti, nei quali i collaboratori devono raccontare tutto quanto a loro conoscenza, e Vargas con l’ultima rivelazione sui terreni contaminati pone un altro paletto per stabilire la sua attendibilità e ricostruire il suo passato criminale. Un’area, quella indicata, dove le imprese dei clan prima hanno prelevato materiale per costruire la Nola-Villa Literno. Poi i terreni sono stati usati per interrare tutto: fanghi tossici e bidoni. Maggiori dettagli sulla natura degli inquinanti si attendono dalle analisi che sta conducendo l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
Responsabile di un triplice omicidio e coinvolto anche in altre vicende giudiziarie, Vargas, confinato al 41 bis, il carcere duro, ha avviato la strada della collaborazione, al contrario del fratello Pasquale, uno dei capi dei Casalesi, arrestato nel febbraio 2010, e ristretto in carcere dopo la condanna nel processo Spartacus a 12 anni di detenzione. Roberto Vargas è protagonista di diverse rivelazioni. Tre verbali di interrogatorio sono stati presentati dal pubblico ministero Antonello Ardituro, nel giugno scorso, nell’udienza preliminare a carico di Nicola Ferraro, ex consigliere regionale dell’Udeur, accusato di collusione con i Casalesi. Secondo Vargas, la camorra casertana aveva strada libera su appalti e affari grazie ai rapporti privilegiati con Nicola Ferraro, politico e imprenditore, impegnato nel settore dei rifiuti.
In quei verbali spunta anche il nome di Nicola Cosentino. Vargas ha individuato in Nicola Schiavone, anche lui imputato nel procedimento Ferraro, il ruolo di mediatore politico. Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco, meglio noto come Sandokan, avrebbe lavorato ad una riappacificazione, stando alla versione di Vargas, tra Nicola Cosentino e Michelangelo Madonna, cugino dei Vargas, attuale assessore all’Ambiente del Comune di Casal di Principe. Cosentino e Madonna avevano avuto un allontanamento politico. Durante le comunali del 2007 Madonna si era presentato alle elezioni con una lista propria. Il figlio di Sandokan voleva ricomporre il dissidio. L’occasione, racconta Roberto Vargas, sarebbe stata un incontro tra lo stesso collaboratore, il fratello Pasquale e Nicola Schiavone. «Proprio Nicola Schiavone - mette a verbale Vargas - ci spiegò che bisognava superare quella contrapposizione tra Madonna e Nicola ‘o mericano, cioè Nicola Cosentino. In cambio Schiavone promise di far prendere a Madonna alcuni appalti a Casal di Principe». Stando al racconto del pentito il dissidio fu sanato dopo un incontro tra i Vargas e il cugino Madonna, che non risulta indagato.
Parole, quelle di Vargas tutte da verificare, gli investigatori stanno cercando i necessari riscontri. Le dichiarazioni che riguardano anche l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, potrebbero trovare spazio nel procedimento a suo carico. Cosentino è infatti imputato per concorso esterno in associazione camorristica e il pubblico ministero Alessandro Milita potrebbe ora chiedere l’acquisizione anche di questi verbali. La prossima udienza è fissata il 19 settembre. Sarebbe il settimo pentito che tira in ballo l’ex sottosegretario all’Economia che, dal canto suo, ha sempre manifestato la sua estraneità ai fatti e ha chiesto una revisione della legge sui collaboratori. Roberto Vargas, intanto, continua a parlare, molti verbali restano secretati o coperti da omissis e le indagini sono in corso lungo i due filoni che hanno trasformato la camorra casertana in una holding: i rapporti con la politica locale e nazionale e il grande business delle ecomafie.
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