Andrea Palladino
APPALTI. Nel capoluogo delle Pontine scattano le manette per il sindaco, due assessori e tre imprenditori. Sotto accusa un sistema che aveva il monopolio totale dei lavori pubblici.
Non c’era lavoro o appalto che sfuggisse al sistema. Neanche le serate danzanti davanti al mare splendido delle isole pontine: «O’ vuliti capì che se vuliti faticà vata a mette a disposizione». Mettersi a disposizione, questa era la chiave – secondo i magistrati di Latina – del sistema Ponza, l’isola dove a lavorare sarebbero state sempre le stesse ditte. Con modalità che, se verranno confermate dai giudici, potrebbero dipingere uno scenario devastante, così descritto dal Gip pontino De Robbio: c’è la «netta sensazione di trovarsi di fronte ad un vero e proprio sistema che vede al centro la parte imprenditoriale in grado di gestire e condizionare l’affidamento delle gare».
Ieri i carabinieri di Latina, in collaborazione con i gruppi di Roma e Sassari, hanno arrestato i protagonisti di una nuova vicenda giudiziaria che ha interessato la provincia di Latina, arrestando il sindaco Pompeo Porzio, alla guida dell’amministrazione comunale da otto anni, considerato dai magistrati il dominus del sistema appalti a Ponza; arrestati anche gli assessori Franco Schiano, raggiunto dai carabinieri mentre si trovava ad un convegno sull’amministrazione delle isole minori, e Mario Pesce. Raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare i tre imprenditori ritenuti i monopolisti dei lavori pubblici sull’isola, Pietro Iozzi, Luca Mazzella e Giovanni Cerzosimo. Undici gli appalti contestati, per un valore complessivo di tre milioni di euro.
Nella ricostruzione degli investigatori, accolta in buona parte dal Gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, viene descritto il sistema appalti di Ponza. In sostanza secondo l’accusa prima venivano scelte le società a cui affidare i lavori, e solo dopo si copriva formalmente l’affidamento costruendo le gare ritenute fittizie dai magistrati. Il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare individua le società degli imprenditori arrestati come i beneficiari in sostanza esclusivi degli affidamenti: «Due delle cinque gare esaminate sono state assegnate alla ditta Fratrium edilizia srl ed altre due alla Marea Impianti, società tra loro collegate, e gestite dai cugini Pietro Iozzi e Luca Mazzella, a loro volta cugini di un assessore del comune, Silverio Capone, firmatario di molti atti illegittimi». E quando arrivava qualcuno da fuori – come nel caso dei lavori a Chiaia di Luna – gli imprenditori, secondo la Procura, stringevano accordi di ferro con i locali: «L’unica ditta venuta da fuori, di Asti, ha subito affidato gran parte dei lavori alla Marea impianti», ricorda il Gip di Latina.
Tanti i settori coperti dal sistema Ponza: l’illuminazione pubblica, la fognatura, la depurazione, i controlli idrogeologici. Tutti pezzi fondamentali per un ambiente delicato come le isole pontine, gioiello del Tirreno centrale. E poi tanti piccoli abusi contestati dalla Procura, partendo da opera edilizie ritenute abusive, per arrivare al pagamento di offerte “volontarie” alla Pro Loco – non coinvolta nell’indagine -, finalizzate – secondo i magistrati – all’ottenimento delle autorizzazioni per le feste estive. Gli operatori turistici avrebbero dovuto versare 2500 euro per «ciascuna delle feste danzanti che il Sindaco avrebbe autorizzato», spiega nel dettaglio il Gip, elencando poi i pagamenti effettuati dagli operatori turistici negli anni passati.
Il gruppo era ristretto, non aperto a chiunque. La Procura di Latina durante le indagini – che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre all’analisi della documentazione amministrativa – ha sentito anche il vicesindaco dell’isola, per capire qual era la “libertà decisionale” dei singoli assessori rispetto al ruolo del sindaco. «Per quanto vissuto in persona pochissima» è stata la risposta del vicesindaco Ettore Di Meglio, che ha ammesso di aver avuto in alcune occasioni pressioni da parte del primo cittadino. Il sindaco Pompeo Porzio aveva poi una predilezione per i due settori principali dell’attività di Ponza, «i pontili e i lavori pubblici», ha spiegato Di Meglio. Una passione che – secondo l’accusa – si sarebbe trasformata in una ingerenza diretta nelle decisioni e negli affidamenti degli appalti.
I sette arrestati del caso Ponza dovranno ora difendersi dall’accusa di turbativa d’asta e, per alcune posizioni, di associazione per delinquere. E’ questa la terza inchiesta nel giro di tre anni che colpisce gli amministratori pubblici del sud pontino: prima l’indagine Damasco della Dda di Roma, che ha coinvolto ex amministratori di Fondi, il comune che il prefetto voleva sciogliere per infiltrazione mafiosa; poi è toccato al comune di Minturno, con l’arresto dell’ex presidente del consiglio comunale Romolo Del Balzo, accusato di reati contro la pubblica amministrazione per la gestione dei rifiuti; e, più recentemente, la Procura di Latina ha aperto diversi fascicoli sulle gestioni delle società miste per la raccolta della monnezza a Terracina e Latina. Tutte amministrazione saldamente in mano al Pdl pontino, chiave di volta del centro destra laziale.
http://www.terranews.it/news/2011/09/isole-nella-corrente-arresto-di-massa-ponza
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