Susan Dabbous
ENERGIA Il ministro Besson chiederà all’Agenzia atomica internazionale di imporre le verifiche sulla sicurezza come fa Parigi. Sortir du nucleaire: «I controlli sono parziali e inefficaci».
«Chiederò che i test sulla sicurezza delle centrali nucleari che stiamo facendo in Francia, vengano estesi a livello internazionale». Queste le parole rivolte ieri all’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, dal ministro dell’Industria Eric Besson. L’ex socialista passato nelle fila di Sarkozy ha parlato dalla centrale di Bugey gestita dalla società pubblica Edf. Ma per l’associazione antinuclearista Sortir du nucleaire discutere di sicurezza da quell’impianto «vecchio e insicuro» è un vero paradosso.
Di Besson, poi, non si può certo dire che sia un esperto di nucleare. Fino all’anno scorso era a capo del ministero dell’immigrazione e dell’identità nazionale. Da novembre è invece titolare dell’importante dicastero nel quale rientrano anche i colossi dell’atomo nazionali. Già inviso per la politica dei rimpatri contro i sanspapier e i rom, l’ex socialista ha dimostrato di saper reggere l’impopolarità. Per questo l’Ump ha deciso di rimettere nelle sue mani la patata bollente della sicurezza atomica in vista della campagna presidenziale del 2012.
All’indomani dell’incidente nucleare di Fukushima, infatti, fu Sarkozy in persona a dire: «sul nucleare serve aprire una riflessione attenta», da allora i mesi sono passati tra test sulla sicurezza (che però non includono l’eventualità di un attacco terroristico tipo 11 settembre) e nuove strategie comunicative delle aziende energetiche, che hanno fatto della «trasparenza» la loro nuova parola d’ordine. «Per convincere la comunità internazionale a fare quello che stiamo facendo noi servirà olio di gomito», ha detto testualmente Besson nella centrale sul Reno durante la visita presenziata anche dal premier, François Fillon, e la ministra dell’Ambiente Natalie Kosciusko-Morizet.
L’occasione in cui la Francia chiederà reciprocità è quella della riunione del prossimo 19 settembre dell’Aiea, l’Agenzia dell’energia atomica internazionale. «Ho vergogna per la posizione che assumerà il mio Paese» taglia corto Daniel Roussée, portavoce dell’associazione ambientalista Sortir du nucleaire. «I test intrapresi in Francia sono assolutamente inadeguati-prosegue -. Tanto per iniziare la scadenza del 2011 è troppo ravvicinata per visionare tutti e 58 i reattori che insistono sul territorio nazionale». Le verifiche da parte dell’Autorità nazionale per la sicurezza nucleare, Asn, infatti, sono iniziate a maggio, come chiesto dall’Unione europea a tutti gli Stati membri dotati di centrali atomiche, e finiranno a dicembre.
«Gli stress test non sono altro che il controllo da parte dei funzionari statali della Asn sulla regolarità della documentazione che gli fornisce l’Edf, l’azienda elettrica nazionale» spiega Roussée. In altre parole l’Autorità è sì un organo di controllo che finora ha sempre funzionato bene, ma non è certo in grado di rendere obbligatorie le proprie indicazioni o raccomandazioni. E poi a spaventare è il pericolo sisimico. «Le nostre centrali più vecchie - prosegue l’antinuclearista - sono progettate per resistere ad un terremoto massimo di 5,2 gradi della scala Richter».
Gli stress test attuali, inoltre, non tengono conto dell’errore umano, «alla base dell’80 per cento dei piccoli incidenti che avvengono ogni giorno e di cui non si parla». Per avere dei controlli più efficaci, gli ambientalisti chiedono quindi un organismo di controllo europeo sulla sicurezza nucleare, «affinché sia davvero indipehttp://www.terranews.it/news/2011/08/francia-test-nucleari-tutti-gli-ecologisti-%C2%ABsono-inutili%C2%BBndente».
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