Il Giappone nasconde i risultati dei test alla tiroide dei bambini di Fukushima
Traduzione di ProgettoHumus da http://www.bellona.org
L’Agenzia per il controllo del Nucleare giapponese, la Commissione per la sicurezza nucleare, ha negato l’accesso al pubblico delle informazioni riguardanti i risultati dei check-up alla tiroide di più di 1.000 bambini provenienti dalla zona di Fukushima, che sono stati esposti alle radiazioni dopo il disastro nucleare dell’11 marzo scorso, il peggiore dopo quello di Chernobyl.
L’incidente è ancoraun’altra dimostrazione inquietante dei legami stretti tra l’industria nucleare giapponese e dei suoi regolatori che, come recententemente dimostrato, hanno distorto, ignorato e addirittura mentito sull’impatto della radioattività proveniente dalla centrale di Fukushima.
La scorsa settimana si è scoperto che il governo giapponese ha ignorato i dati provenienti dal sistema di previsione e di rilevamento delle radiazioni, costato svariati milioni di dollari e, in tal modo, anche l’evacuazione di centinaia di scolari che si trovavano direttamente esposti nel percorso della nube proveniente dalla centrale.
Nello stesso tempo non sono disponibili i dati sull’esposizione alla radiazioni delle persone erroneamente fatte evacuare nelle zone a radioattività elevata.
Secondo gli ambientalisti, come nel caso di Chernobyl, ci vorranno decenni prima che i massimi effetti delle radiazioni sulla popolazione giapponese possano iniziare ad essere quantificati.
Mentre i dati sull’esposizione umana alla radioattività continuano ad essere scarsi, è ormai chiaro come il Cesio 137 radioattivo da Fukushima abbia invaso la catena alimentare giapponese dai funghi al pesce, dal riso al manzo…
Il Giappone ha nel frattempo dichiarato che verrà istituita una nuova agenzia per la Sicurezza Nucleare sotto l’egidia del Ministero dell’Ambiente, come parte di uno sforzo mirato a rivedere gli standard sulla sicurezza che sono stati oggetto di critica, quando l’agenzia era sotto il controllo del ministero del Commercio, cosa che alcuni funzionari giapponesi definivano essere un conflitto di interessi.
Le critiche alla Commissione sono state mosse anche per la decisione di mettere a tacere i risultati dei test alla tiroide, un’azione che per alcuni ha negato un’informazione pubblica ed accurata della crisi nucleare.
La Commissione per la Sicurezza Nucleare aveva infatti in precedenza raccolto i dati di oltre 1.000 bambini controllati per verificare l’accumulo di sostanze radioattive nella loro tiroide. Ad inizio mese, però, la Commissione, ha eliminato questi dati dal suo sito internet, citando fattori di riservatezza per i pazienti coinvolti.
Gli specialisti sanitari giapponesi hanno condannato la decisione della Commissione, dicendo che questa ha fatto ciò perché temeva una reazione negativa dell’opinione pubblica nei confronti del pericolo di esposizione dei bambini alle radiazioni di Fukushima.
Sicurezza che per i bambini giapponesi era già stata messa molto più a rischio quando, il 25 maggio, il Ministero dell’Istruzione aveva indebolito gli standard di sicurezza nucleare nelle scuole, permettendo a questi di essere esposti a livelli di radioattività 20 volte superiori rispetto a quelli ammissibili in passato. 20 millisievert l’anno: significa che i bambini giapponesi possono essere esposti a radioattività più o meno come un operaio di una centrale nucleare tedesca.
I limiti di dose consentita per la popolazione civile nella maggior parte dei paesi che utilizzano l’energia nucleare, incluso il Giappone, secondo la londinese World Nuclear Association, sono fissati ad un 1 millisievert l’anno.
La crisi di Fukushima ha spinto il primo ministro giapponese a parlare a favore dell’abbandono graduale dell’energia nucleare nel suo paese. Ma la sua gestione del disastro ha sollevato forti dubbi per il suo futuro politico, mettendolo più volte sull’orlo delle dimissioni.
Il nuovo organismo di controllo dell’industria nucleare presso il Ministero dell’Ambiente dovrebbe chiudere il legame tra la promozione del settore atomico e la sua regolamentazione.
“Credo che la decisione di spostare l’istituzione per il controllo del nucleare sotto gli auspici del Ministero dell’Ambiente sia un passo avanti nel processo di riguadagnare la fiducia nell’opinione pubblica”, dice l’esperto di Bellona Foundation, Bohmer.
Fiducia del pubblico che è stata distrutta durante la crisi in corso come risultato dell’atteggiamento dei funzionari statali che hanno nascosto la reale entità degli eventi isusseguitesi presso la centrale atomica di Fukushima.
Molti ingegneri, che avevano partecipato alla realizzazione dei reattori General Electric Mark 1, costituenti cinque dei sei reattori della centrale di Fukushima, si sono fatti avanti dicendo che molte anomalie in essere nella loro progettazione sono state ignorate dalle autorità giapponesi.
Queste riguardavano soprattutto la piccola dimensione del vaso di contenimento che ha causato l’accumulo dell’idrogeno e l’aumento della sua pressione. Tre edifici dei reattori di Fukushima sono esplosi, all’inizio della crisi, proprio per questo motivo.
Due settimane prima che il disastro avesse inizio, gli organismi regolatori del nucleare avevano concordato per prolungare di dieci anni il funzionamento del reattore n.1 di Fukushima, in uso da 30 anni, nonostante il fatto che erano stati identificati decine di difetti nei generatori diesel del sistema di raffreddamento dei reattori, compresa la loro corrosione da parte dell’acqua salata e falle nella struttura di metallo.
Il nuovo organismo di controllo del nucleare giapponese, avrà il compito di regolare l’Agenzia di sicurezza nucleare ed industriale (NISA) ed un altro organismo consultivo del governo. Gli esperti hanno però avvertito che il cambiamento organizzativo da solo non può essere sufficiente per ripristinare la fiducia totale dell’opinione pubblica.
“Abbiamo deciso di separare la NISA dal ministero del Commercio ed unire l’agenzia per la sicurezza atomica al ministero dell’Ambiente”, ha detto Kan rivolgendosi ai suoi ministri.
Il nuovo ente regolatore riunirà 500-600 funzionari delle agenzie esistenti e prenderà in considerazione l’imposizione di norme più severe per le centrali nucleari.
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