I bielorussi si alimentano con le radiazioni
Traduzione di ProgettoHumus da http://www.charter97.org
Un “inventario” dei terreni nelle regioni colpite dal disastro di Chernobyl sta per essere realizzato in Bielorussia. Il suo scopo è quello di espandere le aree coltivate nel paese. Ha diffuso la notizia il responsabile del dipartimento della liquidazione delle conseguenze dell’incidente nucleare di Chernobyl del Ministero delle Situazioni d’Emergenza, Vladimir Chernikov.
Questa decisione è stata adottata in seguito alla seduta del Presidio del Consiglio dei Ministri su istruzione del Premier bielorusso.
Come spiegato da Chernikov, entro due mesi, gli esperti dei ministeri interessati, delle agenzie e gli scienziati dell’Accademia Nazionale delle Scienze studieranno la condizione dei terreni nelle zone contaminate e dovranno valutare la possibilità di poterli utilizzare in futuro.
Secondo l’ufficiale, la Belarus necessita di prendere una decisione sul possibile impiego di una superficie di circa 10.000 – 15.000 ettari.
Venticinque anni trascorsi dal disastro di Chernobyl vengono considerati come “tempo di dimezzamento” di alcune sostanze come il cesio e lo stronzio, che sono i principali contaminanti. Così la domanda sull’uso del suolo è sempre più rilevante per la Bielorussia.
Secondo gli esperti, alcune di queste terre potrebbero essere utilizzate unicamente per piantagioni di foreste o colture erbose. Probabilmente questi territori non saranno utilizzati per la coltivazione di colture destinate al consumo umano, ma potrebbero essere considerati idonei a quelle impiegate per applicazioni tecniche.
Nello stesso tempo Chernikov sottolinea che alcune delle aree contaminate non saranno mai dichiarate adatte all’agricoltura per diversi secoli a venire. E’ il caso della Riserva naturale Polesye.
Il funzionario ha poi sottolineato che il processo di ripristino dei territori agricoli contaminati dipenderà soprattutto da fattori di carattere economico.
« Ultima modifica: 04 Ago 11, 09:32:54 da Administrator »
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