http://mediterraneo.wwf.it/component/k2/item/40-sos-plastica.html
La plastica costituisce circa il 70-80% dei rifiuti marini macroscopici in mare aperto e sulle coste la situazione è ancora peggiore: i sacchetti di plastica rappresentano la quarta tipologia di rifiuti più frequenti, dopo le bottiglie di plastica, le sigarette e i mozziconi. Il gioco delle correnti può concentrare questi ammassi inquinanti in diverse aree del Mediterraneo, come è accaduto già negli Oceani e costituire pericolo non solo per cetacei, tartarughe marine , ma anche per la catena alimentare dato che la plastica, ridotta in minuscoli frammenti, viene metabolizzata dalle varie specie marine fino a quelle che finiscono nelle nostre tavole.
Per conoscere la reale situazione e effettuare la prima mappatura dello stato dell’inquinamento da plastica in mare aperto e lungo le coste il WWF ha lanciato per questa estate un SOS Plastica con l’aiuto del GRUPPO multimediale Yacht&Sail.
Un ”avviso ai naviganti” un po’ speciale rivolto ai diportisti pronti a salpare quest’estate per attraversare il Mediterraneo: la richiesta è di segnalare su una MAPPA interattiva le grandi quantità di rifiuti di plastica che incontreranno lungo la propria rotta. Sulla scheda di segnalazione sono richiesti un punto nave dell’inquinamento riscontrato, una breve descrizione, foto o video. La Campagna durerà tutta l’estate e a ottobre si farà una prima valutazione di quanto il Mare Nostrum sia ancora libero dalla plastica o abbia bisogno di intervento. La Campagna viene lanciata contemporaneamente da Yacht & Sail – il sistema nautico di RCS MediaGroup - sul sito www.yachtandsail.it, sul canale Sky 430 e nel numero di agosto del magazine.
“Nell’iniziativa “Mediterraneo doc”, lanciata proprio in questi giorni, abbiamo identificato uno dei problemi che affliggono il Mare nostrum, ovvero, l’inquinamento legato alla plastica – ha dichiarato Adriano Paolella, direttore generale del WWF Italia - tra Italia, Spagna e Francia galleggiano 500mila tonnellate di plastica con concentrazioni superiori a quelle presenti nell’Oceano Atlantico e nel Pacifico. Un Mediterraneo di qualità non può sopportare questo problema che si somma certo ad altri ben noti, ma ha un’urgenza di grande coinvolgimento e attivazione. Per questo siamo lieti di promuovere un’iniziativa in cui persone che frequentano assiduamente il mare, come i lettori di Yacht&Sail, possano diventare parte attiva della sua salvaguardia, dimostrando con una partecipazione concreta il proprio interesse per la salute del mare nostrum”.
I NUMERI DELL’INQUINAMENTO DA PLASTICA
Sono almeno 267 le specie nei cui stomaci si trovano pezzi più o meno grandi di plastica, tra cui tartarughe marine. Uno studio ha rivelato che l’80% delle tartarughe rilevate in Mediterraneo occidentale presentava rifiuti nello stomaco. Uno studio recente afferma che in Mar Adriatico una tartaruga Caretta caretta su 3 ospita nel proprio stomaco non i soliti resti di molluschi, granchi o pesce, ma sacchetti della spesa, imballaggi, cordini, polistirolo espanso, filo per la pesca.
Anche uccelli marini (il 44% di tutte le specie marine) e mammiferi marini (43%) sono colpiti: in particolare gli odontoceti (delfini, capodogli, orche). Nello stomaco dei 7 esemplari di capodogli spiaggiati a Manfredonia nel dicembre 2009 è stato rinvenuto fino a 1 chilo di sacchetti di plastica.
L’inquinamento invisibile: Secondo una Campagna ancora in atto – spedizione M.E.D. (“Méditerranée en ranger”) che durerà fino al 2013 lungo i litorali di Francia Spagna e Nord-Italia – esistono 250 miliardi di micro particelle di plastica, per complessive 500 tonnellate. Un ammasso di coriandoli altamente tossico che finisce nel plancton e dunque contamina tutta la catena alimentare con gravi rischi anche per la salute umana.
PER UN MEDITERRANEO DI QUALITA’
Il Mediterraneo, con i due milioni e 500.000 mila chilometri quadrati di superficie ed un perimetro di coste di 22 mila chilometri, una profondità massima di poco più di 5mila metri, ospita una delle varietà di specie più alta del pianeta: 17.000 tra animali e vegetali. Un prezioso Hot spot di biodiversità che tutto il mondo ci invidia e ogni anno vede 220 milioni di turisti concentrati in uno spazio che rappresenta appena l’1% dei mari del mondo.
La qualità del Mediterraneo dipende da molti fattori: pesca sostenibile, relitti senza veleni, aree protette che funzionino, coste libere da cemento abusivo, fondali vitali e liberi da trivellazioni, turisti responsabili, biodiversità in espansione, navi dotate di strumentazioni che possono ridurre il rischio di collisione con i cetacei e un popolo di mare ‘responsabile e attento dove ognuno fa’ la propria parte. Il WWF ha lanciato l’iniziativa Mediterraneo DOC ed un Manifesto per la qualità del Mare Nostrum.
Per inviare segnalazioni http://mediterraneo.wwf.it/mappa-segnalazioni-sos-plastica.html?view=geocontent
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/16/wwf-iniziativa-contro-la-plasticasegnalate-i-rifiuti-nel-mediterraneo/150913/
Wwf, iniziativa contro la plastica
“Segnalate i rifiuti nel Mediterraneo” L'associazione ambientalista lancia un appello. Scopo: mappare il mare nostrum per monitorare le condizioni di inquinamento. Il progetto permetterà fino al prossimo ottobre di segnalare direttamente, anche con foto e video, la presenza di materiale non biodegradabile nelle acque e nelle coste mediterranee“Segnalare su una mappa interattiva le grandi quantità di rifiuti di plastica” che si incontrano lungo la propria rotta. È questo lo speciale ”avviso ai naviganti” che il Wwf, in collaborazione con Yacht&Sail, rivolge a tutti coloro che solcano il Mar Mediterraneo. Scopo: mappare il mare nostrum per monitorarne le condizioni. Pessime, se si considera l’enorme presenza di materiale plastico nelle sue acque: fra il 70 e l’80 per cento dei rifiuti. L’iniziativa, chiamata SOS Plastica, permetterà fino al prossimo ottobre di segnalare direttamente, anche attraverso foto e video, l’inquinamento delle acque e delle coste mediterranee.
La plastica sta letteralmente soffocando il Mediterraneo: mezzo milione di tonnellate e 250 miliardi di micro-particelle in uno spazio che rappresenta solo l’1 per cento dei mari del mondo. Bottiglie e sacchetti polimerici deturpano acque e coste del Mediterraneo rappresentando una seria minaccia sia per le 17.000 specie marine che le abitano sia, di conseguenza, per la catena alimentare umana.
Quest’estate, a tutti coloro che decidono di salpare le acque del Mediterraneo, viene chiesto così di collaborare. Inviando ogni qualvolta si presentino dei rifiuti di plastica sulla propria rotta foto, video, una breve descrizione e soprattutto “un punto nave dell’inquinamento riscontrato”. Il tutto è possibile compilando una scheda di segnalazione, che dà modo di aggiornare la mappa interattiva attivata sul sito mediterraneo.wwf.it. “La campagna durerà tutta l’estate e a ottobre si farà una prima valutazione di quanto il mare nostrum sia ancora libero dalla plastica o abbia bisogno di intervento”, comunica il Wwf.
“Tra Italia, Spagna e Francia galleggiano 500 mila tonnellate di plastica con concentrazioni superiori a quelle presenti nell’Oceano Atlantico e nel Pacifico – ricorda Adriano Paolella, direttore generale di Wwf Italia – Il Mediterraneo non può sopportare questo problema. E’ una situazione che richiede grande coinvolgimento e attivazione”.
Secondo la spedizione Méditerranée en danger (MED), che fino al 2013 navigherà lungo i litorali francesi, spagnoli e italiani, l’enorme quantità di “micro-rifiuti” è costituita principalmente da sacchetti, bottiglie e mozziconi di sigaretta, prodotti nel complesso altamente tossici. Una vera e propria minaccia per ogni singola specie marina.
Frammenti di plastica, a volte delle dimensioni di un coriandolo, sono stati trovati nello stomaco di ben 267 specie. Tra queste, la più colpita è la tartaruga marina. Secondo un recente studio, infatti, nell’apparato digerente dell’80 per cento degli esemplari di questa specie che vivono nel Mediterraneo occidentale sono presenti tracce di rifiuti: sacchetti, imballaggi, polistirolo espanso e filo da pesca. Vittime dell’inquinamento delle acque anche gli uccelli e i mammiferi marini, in particolare delfini, capodogli e orche, nei cui stomaco è possibile ritrovare fino a un chilogrammo di materiale plastico
Nonostante le buone intenzioni italiane di vietare la vendita delle buste non biodegradabili, quella della plastica in mare rimane comunque una vera e propria emergenza, che per essere risolta necessita della collaborazione di tutti. “Per questo stiamo promuovendo un’iniziativa in cui persone che frequentano assiduamente il mare possano diventare parte attiva della sua salvaguardia – spiega ancora Paolella – Dimostrando con una partecipazione concreta il proprio interesse per la sua salute”.
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