Costi della politica: Tremonti li vuole tagliare, ma intanto volano
Sabato 02.07.2011 18:00
Nuova puntata della rubrica di Affaritaliani.it in collaborazione con www.nonsprecare.it
Vuoi non sprecare? Scrivi e chiedi consiglio ad Antonio Galdo: angaldo@gmail.com
Giulio Tremonti vuole tagliare i costi della politica, ma le cifre che stanno venendo fuori sono impressionanti e lasciano intendere che non c’è alcun rallentamento in queste spese particolarmente odiose per i cittadini.
Partiamo dai contributi elettorali, quelli che con una definizione ipocrita hanno sostituito il finanziamento pubblico bocciato da un referendum. Tra il 1999 e il 2008 questa voce di spesa sul bilancio dello Stato è aumentata del 1.100 per cento: ogni cittadino italiano per mantenere i partiti spende 3,38 euro rispetto a 0,12 euro degli americani. In pratica, soltanto attraverso questa singola voce, la politica in Italia costa 30 volte in più che negli Stati Uniti, dove pure la macchina delle istituzioni funziona molto bene. Tra i partiti che hanno incassato questo fiume di denaro vi sono poi quelli “fantasma”. Forze politiche che non esistono più. O perché sono state travolte dal giudizio degli elettori, come nel caso di Rifondazione comunista e dell’Udeur, oppure perché sono entrate in altre formazioni politiche, come nel caso di Alleanza nazionale. A questo punto la destinazione di questi fondi diventa un rebus. Non esistendo più il partito che incassa i soldi, a chi vanno i rimborsi? E come vengono spesi?
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Un secondo osservatorio, molto deprimente, per misurare i costi della politica è quello del bilancio della Camera dei deputati, sempre più gonfio nelle voci che si traducono in uscite di cassa. I tagli promessi non si sono visti, se non attraverso delle irrilevanti limature, e le spese di Montecitorio continuano a crescere: non basta più 1 miliardo di euro del 2010, ma entro la fine della legislatura, nel 2013, si arriverà a 1 miliardo e 100 milioni di euro. Tra i costi che la macchina della Camera deve sopportare c’è anche quello del privilegio di una ricca pensione: sono 1813 i deputati, o i loro familiari, che incassano un assegno previdenziale mensile, medio, di 6.352 euro. Molti di loro non hanno compiuto i sessant’anni.
Terzo osservatorio: il budget di Palazzo Chigi. Qui l’aumento dei costi per lo staff, soltanto nell’ultimo anno, è stato del 26 per cento. Ma tra i costi che segnalano gravi sprechi c’è anche il “vizietto” dei ministri a utilizzare l’aereo di Stato per i propri spostamenti, anche quando non è strettamente necessario. Nonostante la promessa di ridimensionare questa voce del bilancio, ogni componente del governo vola 97 ore l’anno a spese del bilancio statale. Servirebbero delle grandi forbici per procedere ai tagli delle spese per la politica, ma servirebbe innanzitutto qualcuno che le usi. Senza indulgenze, senza temere ricatti, e senza demagogia. Magari utilizzando semplicemente la bussola del buonsenso.
http://affaritaliani.libero.it/rubriche/nonsprecare/non_sprecare020611.html
Ma che forbici, qui ci servono le forche, anche belle appuntitie direi....! E a Pontinia come stiamo messi? Dicono che non hanno mai i soldi per fare nulla, però in campagna elettorale il Sindaco parlava di un tesoretto di 10 milioni di euro e il viceSindaco con delega ai lavori pubblici un giorno si e un giorno no muove operai per non sò che fare!...Strade come quella in via Migliara 48 che diventa Leonardo da Vinci con marmi, fioriere cemento e lampioni a lampade ad incandescenza cementati nei marciapiedi....dove sono i lampioni a led, le piste ciclabili e i materiali ecosostenibili? Per non parlare poi del modo in cui lavorano, nessuno possiede il casco di protezione, non esiste segnaletica su i materiali che vengono messi in opera, potrei passare li a piedi e respirare non sò che. Dov'è il comune Virtuoso che tanto si vantava in campagna elettorale???
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