Ilva, l’ira ambientalista sulla Prestigiacomo
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Inviato da Andrea Canfora il Mar, 28/06/2011 - 20:08 in Accordo al ribasso Ilva inquinamento ministero salute Stefania Prestigiacomo Taranto Ambiente
Vincenzo Mulè
INQUINAMENTO. Nei prossimi giorni è previsto l’incontro tra ministero e azienda per discutere l’autorizzazione integrata ambientale. Forti i timori di un accordo al ribasso che non tuteli la salute.
L'incontro è di quelli che non possono non suscitare sospetti e alimentare dietrologie. E vedi seduti sullo stesso tavolo il ministero dell’ambiente e i manager dello stabilimento Ilva di Taranto. L’autorizzazione integrata ambientale sarà il tema del summit, sul quale si sono alzate molte voci contrarie. Soprattutto per le modalità. Perchè è stato il ministero dell’Ambiente, secondo quanto ha dichiarato Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in commissione Ambiente che sull’argomento ha presentato un’interrogazione parlamentare, a chiedere di incontrare il Gruppo Riva. Che, nell’occasione, presenterà oltre cento osservazioni sul parere espresso dalla commissione Ippc, di nomina ministeriale. In questo organismo, è bene ricordere, siedono rappresentanti del Comune di Taranto, della Provincia, della Regione, dell’Arpa Puglia e dell’Ispra.
Le oltre mille pagine del documento finale, frutto di un compromesso tra tutte le forze in campo, sono state però contestate dalle associazioni ambientaliste che hanno sottolineato l’esistenze di quelle che vengono definite «incongruenze». Per superare le quali hanno chiesto una cosa apparentemente molto semplice: «Vorremmo che nel documento venisse quantificato il beneficio dopo il rilascio dell’Aia», come afferma Alessandro Marescotti di Peacelink. Uno dei principi cardine che l’autorità che rilascia l’autorizzazione integrata ambientale deve seguire è che «devono essere prese le opportune misure di prevenzione dell’inquinamento, applicando in particolare le migliori tecniche disponibili». A far discutere è anche la tempistica della convocazione prevista per il 4 luglio.
Il giorno dopo, il 5, è prevista la conferenza dei servizi per il rilascio dell’Aia. Una coincidenza giudicata «irrituale» dalla Zamparutti e «ai limiti della legalità» dal fisico Erasmo Venosi che per conto del ministero dell’Ambiente aveva seguito la vicenda alcuni anni fa. Emergerebbe, inoltre, che dall’appuntamento del 5 luglio sarebbero state tenute fuori le associazioni ambientaliste. Che ieri hanno prodotto un ultimo, disperato tentativo. Esponenti dell’associazione Alta Marea sono stati ricevuti dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, al quale è stato chiesto di stoppare l’iniziativa del gruppo Riva. Nei giorni scorsi, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Lecce avevano chiesto il sequestro di alcuni impianti dell’Ilva di Taranto.
La richiesta era conseguenza di un rapporto spedito alla procura di Taranto nell’ambito dell’inchiesta sulle emissioni nocive dai camini dello stabilimento siderurgico. Richiesta formulata dopo che i controlli compiuti nell’arco di 120 giorni avevano evidenziato una serie di anomalie come l’accensione delle torce di acciaieria. La richiesta del Noe è avvenuta nell’ambito dell’incidente probatorio in cui è stato disposto l’affidamento della nuova perizia sull’inquinamento con la nomina di tre medici. L’inchiesta fu aperta dopo le denunce sulle emissioni di benzoapirene e di diossina.
«Duole constatare – sottolinea l’Ilva in una nota - come il dibattito su inquinamento e industria sia sempre penalizzante per quest’ultima anche quando, come a Taranto, sono stati spesi negli ultimi dieci anni un miliardo di euro per la piena sostenibilita’ dell’impianto». Da oltre un anno i Verdi, attraverso il loro presidente Angelo Bonelli, chiedono al Governatore della Puglia Vendola un indagine epidemiologica nell’area di Taranto per verificare la relazione fra morti e l’inquinamento.
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