L'economia della pianura pontina è sempre stata la produzione agricola
di qualità. L'agricoltura è minacciata dalla truffa delle quote latte
(di cui si parla sicuramente troppo poco), ma anche dai tanti troppi
casi di adulterazione. A livello provinciale mancano i progetti di
sistema e di filiera. Non mancano invece tanti progetti incompatibili
con la vita, l'agricoltura, l'ambiente e la salute. 2 centrali a
turbogas, tante centrali a biomasse addirittura promosse dalla
Provincia. Senza posti di lavoro, senza economia collegata. La
settimana scorsa c'è stata un'interessante riunione presso l'azienda
agrituristica "Tenuta di Mesa" nel comune di Pontinia dove sono stati
presentati alcuni interessanti progetti per tutelare, promuovere la
produzione agricola, le aziende, posti di lavoro diretti e tutto
l'indotto. Non mi pare gli organi di informazione ne abbiano parlato.
Si è parlato di marchio di qualità, della trasformazione diretta dei
prodotti agricoli e di centrali a biogas. Oltre a risolvere il
problema dello smaltimento dei liquami, dei residui del mondo agricolo
(senza l'inquinamento cancerogeno delle biomasse) si produrrebbero MW
di energia elettrica e decine di posti di lavoro. Intanto dall'estero
arriva l'ennesimo caso di alimentazione adulterata. Giorgio Libralato
Cetrioli killer, ancora decessi in Germania
Salute Sono nove i morti segnalati dalle autorità sanitarie tedesche.
Oltre mille le persone contagiate nel Paese, molte delle quali in
gravi condizioni. Circa 40 i casi nel resto d’Europa di Federico Tulli
“Terra” 29 maggio 2011
Eliminare dalla dieta qualsiasi tipo di verdura fresca non ha evitato
ai tedeschi di contare nel proprio Paese nuovi numerosi casi di
gastroenterite acuta con diarrea ematica. Alcuni dei quali mortali.
Nel corso della giornata di ieri il bilancio provvisorio delle vittime
del batterio-killer Escherichiacoli (Ehec), trasmesso dai pericolosi
colibatteri riscontrati in un campione di cetrioli presumibilmente di
origine spagnola, è salito a nove. Mentre il numero delle persone
infette ha superato quota mille. Tra queste, concentrate specie nel
Nord del Paese, diverse centinaia versano in condizioni talmente gravi
da non far escludere altri decessi nelle prossime ore. Da venerdì
l’emergenza è scattata anche in Spagna e Italia, dove peraltro
l’Istituto superiore di sanità non ha ancora registrano
contaminazioni, e nelle ultime 24 ore notizie di persone colpite
dall’Ehec sono arrivate da buona parte del Nord Europa: 25 in Svezia,
7 in Danimarca, 3 in Gran Bretagna, 2 in Austria ed una in Olanda. In
tutti i casi, i contagiati erano stati in Germania.
Sebbene ovunque si stiano organizzando misure di prevenzione, forse il
peggio deve ancora venire. Il ministro della Sanità della Bassa
Sassonia ha spiegato in una nota che «sulla base dei dati attuali
bisogna attendersi un’evoluzione dinamica» della malattia. Secondo il
presidente della Società tedesca di nefrologia, Reinhard Brunkhorst,
questa ondata di contagio è più seria dell’influenza pandemica H1N1
(la cosiddetta “suina”).
Oltre alla velocità di propagazione, la particolarità dell’epidemia
riguarda i soggetti colpiti. Di solito l’Ehec aggredisce neonati e
persone anziane. In questo caso quasi il 90 per cento dei contaminati
sono adulti, oltre la metà dei quali donne (almeno sei dei nove morti
erano di sesso femminile). Inoltre è ancora ignota l’origine del
focolaio del batterio, che si manifesta sotto forma di diarrea con
sangue e crampi addominali e può portare ad anemia, insufficienza
renale e trombocitopenia.
Se lungo il versante sanitario l’emergenza è in continua evoluzione,
sul fronte politico la tensione si fa sempre più palpabile. Ha
generato reazioni opposte la notizia che il batterio Ehec sia stato
individuato dall’Istituto d’igiene di Amburgo in tre cetrioli di
provenienza spagnola e in uno olandese.
Le autorità iberiche hanno chiuso velocemente le due aziende
sospettate di aver prodotto le verdure incriminate, nonostante gli
esperti di Amburgo non abbiano ancora stabilito se quelle rilevate
siano le uniche fonti del focolaio, né sono stati in grado di
dimostrare dove la contaminazione si sia verificata. Mentre quelle
olandesi contestano le conclusioni dell’autorità sanitaria tedesca.
Nel frattempo in Germania centinaia di tonnellate di prodotti
ortofrutticoli sono finite al macero perché invendute a causa del
panico che si sta diffondendo tra la popolazione.
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