Inversione di tendenza: Il Giappone ferma la costruzione di nuovi reattori nucleari ed è pronto a valutare fonti di energia alternative
Traduzione di ProgettoHumus da http://www.bellona.org
Il Primo Ministro giapponese, Naoto Kan, ha annunciato, Martedì che il suo paese rinuncerà ai progetti di costruzione di nuovi reattori nucleari, nel contesto delle conseguenze dell’incidente alla centrale di Fukushima. Secondo lui, il suo paese ha bisogno di “ricominciare da zero” nella creazione di una nuova politica energetica.
Il fisico nucleare, Nils Bohmer, dice che la decisione, di per sé drammatica, richiederà una rivisitazione totale dell’atteggiamento del governo nei confronti delle energie alternativa.
“E’ una decisione che arriva al momento giusto, non solo per l’incidente di Fukushima, ma perché il Giappone, lo scorso anno, ha avuto maggiore convenienza ed una maggiore efficienza nell’installazione di energie alternative rispetto al nucleare. Solare, eolico e biomasse… il governo giapponese ha una buona opportunità di poterle realmente sviluppare”, dice Bohmer.
La decisione di martedì significherà l’abbandono di un piano, che il governo Kan aveva varato lo scorso anno, di costruzione di 14 reattori nucleari entro il 2030 aumentando la quota di energia elettrica giapponese prodotta dall’atomo al 50%.
In Giappone ci sono attualmente 54 reattori che, prima del terremoto, producevano il 30% della sua elettricità.
L’impianto di Fukushima ha subito un danno ai sistemi di raffreddamento dei reattori che hanno causato la fuoriuscita di radioattività, iniziata l’11 marzo, giorno dello terremoto e dello tsunami. La società che gestisce l’impianto, TEPCO, ha chiesto aiuto al governo giapponese per risarcire le persone colpite dal disastro.
E’ di questi giorni la notizia di una nuova perdita di acqua altamente contaminata dal reattore n.3 della centrale in avaria, simile a quella precedente dal reattore n.2 che è stata bloccata con un matariali speciali (polimeri del vetro).
Un portavoce TEPCO ha detto ai giornalisti che uno dei lavoratori presso l’impianto ha trovato acqua di mare in uno dei pozzi del reattore n.3. Il portavoce ha detto che l’azienda non può confermare se l’acqua contaminata si stà disperdendo nel vicino oceano.
Sono più di 80.000 gli abitanti che vivevano entro un raggio di 20 Km. dalla centrale e che sono stati evacuati dalle loro case.
Nei giorni scorsi, è stato permesso a circa 100 residenti delle zone evacuate intorno all’impianto di Fukushima, di ritornare brevemente alle loro case per la prima volta, dopo il devastante terremoto e lo tsunami, per raccogliere ciò che potevano dei loro affetti personali.
Gli impianti nucleare attualmente forniscono circa il 30% dell’energia elettrica giapponese. Intervenendo ad una conferenza stampa, kan ha descritto il nucleare come “un importante pilastro della società giapponese, insieme ai combustibili fossili”. Ma a detto anche che la ricerca di nuove forme di energia è di importanza fondamentale per il futuro.
“La politica corrente prevede che il 50% della fornitura complessiva energetica provenga dal nucleare, entro il 2030, ed il 20% da quelle delle rinnovabili. Ma questo progetto deve essere rivisto da zero, dopo questo grave incidente. Migliore sicurezza deve essere garantita per l’energia atomica, mentre le energie rinnovabili devono essere maggiormente promosse.
Maggiore attenzione dovrebbe essere rivolta al risparmio energetico; il Giappone si deve trasformare in una “società a risparmio energetico”, ha detto.
Bohmer ha accolto con favore le dichiarazioni di Kan e pensa che questa sia una grossa occasione anche i consumatori giapponesi.
“Invece di utilizzare e versare denaro per la costruzione di 14 nuovi reattori, il Giappone può investire nella ricerca e nello sviluppo delle energie alternative. L’energia alternativa è più conveniente e questo potrebbe rappresentare un importante impulso per il suo sviluppo a livello mondiale”, ha aggiunto Bohmer.
L’annuncio di Kan, martedì, è arrivato pochi giorno dopo in cui il Giappone aveva dichiarato fedeltà al nucleare. La sua apparente marcia indietro può essere dovuta in parte all’opinione pubblica, che si è notevolmente attivata dopo l’incidente di Fukushima.
A Tokio continuano a svolgersi manifestazioni settimanali con migliaia di persone che chiedono al governo di abbandonare l’energia nucleare.
Anche prima di questo annuncia, il disatro giapponese ha ridotto le speranze dell’industria nucleare di rilanciarsi a livello mondiale nel realizzare nuovi reattori.
Ma la crisi nucleare del Giappone aveva già portato diversi paesi a cambiare atteggiamento nei confronti dell’atomo. La Germania, per esempio, ha dichiarato una moratoria temporanea sulla costruzione di nuovi impianti.
La TEPCO ha dichiarato che si potrebbero impiegare fino a nove mesi per arrestare completamente Fukushima, che gli addetti ai lavori stanno cercando di stabilizzare.
I sistemi di raffreddamento dei reattori sono stati messi fuori uso durante il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo, causando l’esposizione delle barre di combustibile esaurito ed al surriscaldamento delle piscine del combustibile nucleare. Ci sono state poi esplosioni nei quattro reattori operativi al momento del sisma.
Gli ingenieri hanno continuato a pompare acqua nei reattori nel tentativo di raffreddare e mentre si lavorava per il ripristino dei sistemi.
I rapporti indicano che Fukushima avrebbe rilasciato un decimo della radioattività rilasciata dall’esplosione di Chernobyl, ma il dato non è sicuro e potrebbe aumentare.
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