CANNES
"Tutto chiaro... No, è confuso"
lo sguardo degli altri sull'Aquila
I commenti dei corrispondenti dei giornali stranieri all'uscita dalla proiezione del film della Guzzanti
di MARIA PIA FUSCO
CANNES - La proiezione per la stampa di Draquila è affollata, la prima parte del film suscita parecchie risate, al dialogo tra Berlusconi e Bush sono in molti a battere le mani. La seconda parte è seguita con un silenzio attento, alla fine l'applauso. Applausi che si ripetono per quasi cinque minuti alla proiezione serale per il pubblico. All'uscita i commenti dei giornalisti sono per la maggior parte positivi, alcuni entusiasti. I più incuriositi dal film della Guzzanti sono soprattutto i giornalisti e i critici cinematografici delle testate straniere. Come quello di Bruno Icher di Libération, che trova il film "molto riuscito, è pedagogico anche per chi non conosce bene la realtà politica italiana. L'elemento meno interessante per me è quello dei rapporti sessuali del premier, sono fatti privati, ma la costruzione è intelligente, la Guzzanti è tornata alla parte pubblica al momento giusto".
Jean Roy di L'Humanité, che ama e frequenta l'Italia da sempre, ironizza: "Nel film ci sono discorsi politici molto simpatici! Ammiro la Guzzanti, i suoi interrogativi sono giusti ed ha anche coraggio, non credo sia facile fare un film così nell'Italia di oggi. Secondo me il ministro Bondi ha fatto bene a non venire: ci ha fatto capire chi è e per chi lavora. Meriterebbe un premio alla stupidità con un grado di "c"" e spiega che "c" sta per "connerie". L'entusiasmo è massimo per il corrispondente di Hollywood Reporter, il cui l'articolo comincia in italiano: "Viva Sabina Guzzanti!", perché "ora che gli autori di satira e (alcuni) cineasti si sono fatti avanti per riempire il vuoto lasciato dai giornalisti in Italia, dove i media sono per la maggior parte nella mani del presidente Silvio Berlusconi".
Qualche riserva c'è. "Per un outsider che non conosce la politica italiana non c'è chiarezza. Ci sono troppe questioni sul tappeto con il risultato di una certa confusione. E troppe domande che secondo me non trovano risposta. Se l'autrice si fosse concentrata sull'Aquila il risultato sarebbe stato più forte. Ma forse il film riflette lo stato del paese, forse in Italia la confusione è nazionale", dice Richard Mowe, corrispondente della Bbc e di The Irish Examiner.
Tra i commenti a caldo c'è anche incredulità. Per una giornalista coreana "la stessa situazione potrebbe accadere in Corea, non credevo che l'Italia fosse così corrotta". Per Defne Gorsoy, cronista di Birgun, giornale turco di sinistra, "il film spiega il mistero del voto degli italiani a Berlusconi. L'uso del terremoto è agghiacciante. Neanche in Turchia potrebbe accadere. L'unica consolazione, per me che vivo in Francia, è che c'è qualcuno peggio di Sarkozy".
(14 maggio 2010) © Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/05/14/news/commenti_draquila-4051772/
Io voto solo chi rinuncia allo stipendio da politico e fa politica solo come volontariato! Punto
RispondiEliminaè per questo che non sono mai stato eletto perchè per la mia attività politica oltre che volontariato ho pagato per farla
RispondiEliminaio on voterò mai nessuno se non rinuncia allo stipendio e si mette a fare politica come volontariato. Compreso sua santità Tombolillo, che prima parla male della destra e poi ci fa l'accordo per il centro commerciale! Amilcare
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