cosa è successo a Mazzocchio?

AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: impianto di compostaggio nel nucleo industriale di Mazzocchio
Il sottoscritto… in qualità di …..chiede di sapere:
Cosa è successo nell’impianto di compostaggio, necessario alla piena realizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, nel nucleo industriale di Mazzocchio a Pontinia?
E’ stato sequestrato in seguito ad analisi o semplicemente i prelievi erano propedeutici al rinnovo dell’autorizzazione? Il comune di Pontinia quale posizione esprime in sede di tale conferenza? Quali prescrizioni ha richiesto venissero inserite? È stato il parere di cui agli articoli 216 e 217 del RD in materia di regolamento sanitario? E ancora, in sede di rilascio dell’autorizzazione originaria del rilascio all’impianto di compostaggio dalla Regione Lazio con presidente Storace, erano state imposte delle prescrizioni? Queste prescrizioni sono state rispettate? Verranno riprodotte nel caso di nuovo rilascio? Nella conferenza dei servizi convocato per il rinnovo dell’autorizzazione sono stati chiamati anche i cittadini e il comitato locale in difesa dei diritti civili e sociali? Ne è stata data apposita pubblicazione? Il procedimento si è concluso oppure chi ne ha interesse può ancora produrre documentazione, osservazioni, segnalazioni, esami, analisi, pareri e ricerche? L’impianto è stato autorizzato dal consorzio per lo sviluppo industriale? In caso positivo è stato rispettato l’articolo 42 bis delle norme tecniche di attuazione? (l’articolo 42 bis delle norme tecniche del consorzio industriale. Recita così “ all’interno dell’agglomerato (di Mazzocchio) non è consentito, di norma, l’insediamento di attività che comportino l’uso e/o il trattamento di sostanze definite nocive e/o tossiche e/o pericolose dalle vigenti norme in materia, salvo la possibilità di deroga che può essere esercitata dal consorzio previo parere favorevole dell’autorità competente in materia di tutela ambientale (Provincia e/o regione). Dalle notizie degli organi di informazione pare che la chiusura sia stata originata da apposita analisi degli enti competenti avvenute sul corso d’acqua e sulle acque di falda a monte e a valle dell’insediamento dell’impianto di compostaggio. E’ per questi motivi che viene considerato responsabile il centro di compostaggio dai dati fuori parametro, dopo l’impianto stesso, mentre a valle erano conformi alla tabella n.2 di cui al decreto legislativo 152/2006? Secondo altri dati riportati dagli organi di informazione sembra che la chiusura dell’impianto di compostaggio abbia comportato l’unico problema del cambio di consegna della frazione umida recuperata dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani da questo centro ad uno sito nel comune di Nettuno. Questa situazione, pare dagli stessi dati, abbia significato l’aumento del costo da 20 € a 100 € a tonnellata, con una differenza, per ton, di 80 € che moltiplicata per la quantità consegnata mensilmente (sempre secondo i dati di cui sopra) variabile da 30 a 40 tonnellata comporterebbe un aumento di costo variabile da 2.400 a 3.200 € al mese. Se questi dati venissero confermati l’aumento di costo sarebbe ininfluente ai fini del bilancio annuale del comune per un costo complessivo annuale variabile da € 28.800 a 38.400, meno quindi dell’1% del bilancio annuale. Sono reali queste cifre? Nel caso, invece, venisse confermato l’inquinamento a chi spetta provvedere alla bonifica? E cosa è stato chiesto o fatto per provvedere a questa bonifica? Ringraziando ……