Tanti esperti sono intervenuti sull’argomento, credo ci sia poco altro da aggiungere.
Partiamo dai fatti, se sbaglio correggetemi.
La giunta Tombolillo, dopo lo stop di qualche anno, ha avuto il merito di rilanciare il Teatro affidando, con una sorta di scommessa, l’incarico di direttore artistico ad un professionista che ha confermato la sua fama, capacità e validità non solo artistica ma anche per programmazione ed organizzazione.
Sembra ci sia la richiesta di un cinema, evitando quindi la necessità di andare fuori comune per le famiglie, i giovani o gli anziani.
In tempi in cui la televisione sta dando il peggio di sé (e forse anche oltre) è normale che le forme teatrali e cinematografiche vengano rivalutate.
Specialmente a favore di spettacoli di qualità come è stato per il Teatro di Pernarella.
Poi ci sono le esigenze materiali, economiche che devono esistere per far funzionare una struttura.
Pare che oltre agli introiti della vendita di biglietti, della pubblicità occorrano circa 25 mila euro per mantenere il Teatro di qualità Pernarella a Pontinia.
E’ ovvio che la stessa struttura del Teatro è fondamentale per permettere iniziative culturali e sociali, dalle scuole che a Pontinia vanno dall’infanzia alle scuole medie, dibattiti, conferenze che o sono a carico della collettività o di singole associazioni.
Queste iniziative possono in parte essere programmate e in parte sono frutto dell’evoluzione dei tempi, degli argomenti e delle situazioni.
Un’amministrazione comunale, credo, dovrebbe far conciliare l’insieme di queste esigenze.
Possono esserci altre risorse pubbliche (provinciali, regionali) che non sempre (anzi forse raramente) sono in ragione del merito, spesso lo sono in funzione del politico “amico” o della coalizione cioè del peggio della vita pubblica.
Leggendo, da prima della venuta di Pernarella ad oggi, le cronache e gli interventi qualificati, osservando le esperienze (quasi mai esaltanti) del resto della provincia o anche di Roma simili, mi pare che il Teatro e la cultura non debbano essere alla mercè della volubilità dei politici provinciali e/o regionali, ma debbano vivere di vita propria.
C’è, mi pare, l’esigenza di una fondazione o di un ente teatro capace di far fronte alle esigenze materiali e di finanziamento.
Analizzando il caso in questione non appare difficile trovare a Pontinia ( e dintorni) 50 persone (o aziende) che finanzino con 500 € l’anno questa attività, oppure 250 che lo facciano con 100 € (solo per fare alcuni esempi).
E’ chiaro che serve chi se ne faccia promotore, ci metta la faccia e la credibilità, l’impegno e la passione, come è successo, per esempio in difesa della salute pubblica e dell’ambiente.
L’attuale situazione che, sicuramente, è andata al di fuori delle aspettative e della volontà dei singoli (loro malgrado) protagonisti (loro malgrado) della vicenda teatro a Pontinia, ha avuto l’indubbio merito di far creare attenzione intorno al teatro e alla cultura.
Pontinia, pare che pochi concittadini se ne accorgono, non è solo un disgraziato dissesto o progetti inutili, inquinanti e dannosi è anche economia solida locale (con aziende note nel mondo), protagonista al di fuori (con titoli provinciali, regionali, nazionali) nello sport (dalle arti marziali, alla pallavolo, al ping pong, al ciclismo, canottaggio e chiedo scusa se dimentico qualcuno), nella dama e negli scacchi, nella cultura, il Teatro appunto.
Diamo il meglio di noi (lo abbiamo visto contro i progetti sventurati di cui sopra) quando uniamo le forze, lasciando da parte le divisioni e le individualità, soprattutto le invidie e la convenienza di parte, nella solidarietà e nella condivisione.
Considerate le capacità e la volontà di questi protagonisti non è difficile o improbabile pensare che la vicenda possa avere un’evoluzione in tempi brevi verso una soluzione che possa avere l’approvazione di tutte le parti.
Qualche anno fa, ai tempi più difficili della disgregazione sociale seguente al dissesto, avevo proposto con successo la consulta delle associazioni e l’iniziativa che aveva portato a 2 mesi di iniziative che partivano dal basso per le famiglie, i giovani, oltre a pubblici dibattiti sugli argomenti di maggior interesse.
Penso che se ci fosse qualcuno che, oggi, vuole far crescere il Teatro di Pontinia dovrebbe fare lo stesso, aggregando tutte le forze migliori di Pontinia.
Giorgio Libralato
no non sbagli, ma non credo sia in discussione il teatro quanto il cinema come forme d'espressione e cultura, credo sia in discussione l'affidare ad un privato la gestione di un bene patrimoniale pubblico, questo criterio di cedere beni collettivi a terzi perchè l'amministrazione non riesce a sostenere le spese è sintomo di incapacità amministrativa e scarsa volontà nel trovare soluzioni alternative per il bene della collettività, se passa il principio che il privato funziona meglio del pubblico allora oltre ad alienare l'acqua il teatro adottiamo lo stesso criterio per il campo sportivo il palazzetto dello sport e quant'altro di pubblico ci sia, a questo punto che compiti e funzioni avrebbe l'amministrazione pubblica? solo di controllore? e le tasse che le pago a fare se pago il biglietto o bollette ad un privato per accedere a beni e servizi pubblici!
RispondiEliminaLuigi
Rete dei Cittadini
è bene precisare, gestione e bilancio economico di un azienda privata deve per forza chiudere in attivo per ammortizzare l'investimento e ricavare un utile, anche se chiudesse in pareggio sarebbe un fallimento, mentre un amministrazione pubblica può permettersi di pareggiare entrate ed uscite senze avere nessun danno(anzi con i tempi che corrono sarebbe un successo); quindi è chiaro che la gestione privata sarebbe più costosa da sostenere per i cittadini.
RispondiEliminaDifatti non proponevo una gestione privata, ma di una fondazione che, con il contributo del comune e degli altri enti pubblici, non deve guadagnare, ma fornire un servizio pubblico.
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