Il dissesto preventivo o inventato perché senza i presupposti di Pontinia è ormai noto in tutta l’Italia, così come i suoi ricorsi di opposizione dei cittadini, compresa la prima volta della richiesta di revisione della sentenza del consiglio di Stato.
La sentenza del consiglio di stato, che non annulla il dissesto pur affermando che è causato da errore che sempre si ripete, ma se è per incapacità il dissesto ve lo tenete, se è per dolo si può revocare.
Quindi una sentenza storica “aperta” alle indagini dolose in corso.
Non è la prima sentenza che ha per oggetto Pontinia e che fa giurisprudenza perché emanata dal consiglio di stato difatti oltre 20 anni fa c’era stata quella sulla porcilaia in campo urbanistico.
Le altre prime volte di Pontinia in Italia sono, per esempio, l’ulivo prima che questo nascesse, come dichiarava il segretario dei popolari – dc Rocco Buttiglione nell’autunno del 1994, era stato costituito a Pontinia.
Poi il documento di rischio degli incidenti rilevanti (RIR) impugnato al TAR.
Per arrivare alla centrale a turbogas.
Ci è stato spiegato che è la prima volta, in Italia, che un progetto di questo genere si blocca in conferenza perché le motivazioni tecniche contrarie sono tante e tali, di validità tecnica, amministrativa e giuridica da non sapere come andare avanti.
Quindi il Ministero dello Sviluppo Economico attende che il Ministero dell’Ambiente dipani questa difficile matassa.
D’altronde se pur tardive in parte le motivazioni sono valide ed un ente pubblico dovrebbe annullare, in autotutela, i propri errori.
Da qui addirittura l’autodeterminazione (sempre del Ministero dell’ambiente) di rivedere la VIA-VAS.
Probabilmente finora erano abituati alle motivazioni di piazza, al blocco di strade e servizi pubblici, a persone che si incatenano, sit-in, che si arrampicano sui tetti o sulle gru, agli scioperi della fame, ma non alle valide motivazioni tecniche di incompatibilità del progetto.
Anche in questo caso, Pontinia la città della prima volta.
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