Al rientro dalla pausa estiva scopro che il giorno 23 Agosto, a mia insaputa, era pronta per essere discussa in giunta Comunale una “DISCIPLINARE D’APPALTO CONCESSIONE GESTIONE CINEMA-TEATRO COMUNALE “FELLINI”, una proposta di deliberazione a firma dell’Assessore alla Cultura Patrizia Sperlonga relativa ad una eventuale gara d’appalto per l’affidamento a privati della struttura del Teatro Fellini. Tale proposta risulta poi essere stata presentata in giunta nei giorni successivi al 23 e non deliberata in attesa di essere vagliata e discussa probabilmente in Consiglio Comunale. Intuisco quindi che sia nelle intenzioni dell’Assessore mettere fine ad un progetto articolato cui ho dato inizio due anni fa volto a far nascere nella Città di Pontinia un centro di produzione culturale, un Teatro, che non avrebbe più alcuna ragione di esistere qualora la struttura tornasse ad essere utilizzata prevalentemente come sala cinematografica, come indicato nella disciplinare, per di più gestita da una società privata. Fatta salva la legittimità da parte degli amministratori di disporre delle strutture comunali, mi preme rendere noto che, oltre a ridimensionare la stagione teatrale, le linee guida della gestione ipotizzata in tale disciplinare non consentirebbero alcun genere di attività relative a programmi di produzione o formazione limitando l’utilizzo della sala ai soli giorni feriali. Cito dal testo presentato in Giunta: “Il concessionario sarà tenuto a concedere gratuitamente al Comune di Pontinia l’uso della struttura con il necessario supporto tecnico per un massimo di trenta (30) giorni all’anno, con esclusione del Sabato e della Domenica, nelle ore pomeridiane e serali e del periodo che va dal 15 Dicembre al 6 Gennaio di ogni anno, tali giorni saranno utilizzati dal Comune per realizzare attività teatrali e culturali in collaborazione con Enti ed Associazioni”. Poiché sia chiaro il motivo per il quale l’accoglimento della proposta dell’Assessore renderebbe impossibile la prosecuzione del percorso avviato ricordo solo che lo scorso anno l’allestimento dello spettacolo “Noccioline” di Fausto Paravidino con la regia di Valerio Binasco, prodotto dal Teatro Eliseo di Roma, ha richiesto dieci giorni di impegno della sala, per avere poi la replica gratuita di uno degli eventi di maggior rilievo della stagione teatrale passata, mentre la produzione dello spettacolo “Crack Up”, prima produzione che porta il nome del Teatro Fellini, ha richiesto un periodo di prove di circa quaranta giorni. Gli allestimenti lo scorso anno sono stati quattro e gli spettacoli in stagione undici. Tale disciplinare appare quindi un atto cortese ed intelligente, non ho detto furbo, per giustificare, senza rischiare polemiche, una inversione di rotta nei confronti dell’iniziativa da me portata avanti fino a questo momento, iniziativa che non ha mai incontrato il favore dell’Assessore Sperlonga. Chiedo scusa per avere costruito un’operazione definita dall’Assessore stesso troppo elitaria, evidentemente come amministratore avrebbe preferito un profilo più basso per le attività avviate, si dovrebbe quindi concludere che nei disegni di offerta culturale dell’Assessore i cittadini di Pontinia non sono ritenuti adatti alla qualità da noi proposta fino a questo momento. Per senso di responsabilità nei confronti degli oltre centocinquanta abbonati della passata stagione e del pubblico che ha frequentato il teatro lo scorso anno, ricordo come dato oltre tremila presenze, risulta necessario a questo punto sottolineare che le attività di programmazione sono al momento ferme per esplicita richiesta dell’Assessore stesso che non intende avviare la stagione teatrale prima della fine dell’anno solare e che per il prossimo anno intende dimezzare l’investimento sul teatro rispetto alle due precedenti stagioni. E’ probabile che di ciò che poteva diventare il Teatro Fellini poco importi anche all’Amministrazione Provinciale, ma soprattutto alla giunta Regionale che ha interrotto, proprio due anni fa ogni genere di sostegno alle attività relative al teatro, eccezione fatta per il rapporto con l’A.T.C.L., organismo di distribuzione teatrale della Regione, che ha replicato per il nostro Teatro quanto fa di prassi, in egual misura, per ogni sala teatrale che rientri nel circuito regionale. Tuttavia il Teatro Fellini è l’unico teatro delle città di Fondazione conservato all’uso per il quale era stato creato, ha una valenza storica ed architettonica ragguardevole, uno dei teatri migliori presenti sul territorio regionale, fosse anche solo per questo motivo sarebbe interessante capire la posizione, in relazione a tale vicenda, degli amministratori Provinciali e Regionali, assai pronti laddove sussistano interessi economici rilevanti a manifestare pareri o suggerire linee di comportamento. Sarebbe assurdo pensare che la cultura non rientri, per quello che riguarda i nostri amministratori, tra i settori presi in considerazione per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio, rischieremmo di considerare intenzionale, l’assenza di supporto e disinteresse nei confronti del Teatro Fellini. Il cambio di indirizzo nella gestione di una struttura cosi rilevante per la comunità siamo certi che avrà per gli amministratori regionali e provinciali la rilevanza adeguata. Siamo oltremodo certi che tale rilevanza sarà colta dall’Assessore regionale alla Cultura Giulia Rodano, la quale nel 2007 lamentava l’esistenza di soli 47 teatri in tutto il Lazio al di fuori di Roma, numero ritenuto allora scandalosamente esiguo. Proprio la Dottoressa Rodano nel Gennaio di quest’anno, annunciando la compartecipazione economica della Regione Lazio nella gestione dei teatri romani di cintura (Quarticciolo, Ostia, Tor Bella Monaca, teatri di minore rilevanza storica del Teatro Fellini, e che servono un bacino di utenza minore) dichiarava che: “Siamo contrari all’affidamento della gestione a privati perché riteniamo indispensabile la salvaguardia della funzione sociale dei teatri pubblici in aree culturalmente deprivate quali, appunto, quelle di queste tre periferie”. Tuttavia risulta da tale disciplinare che per evitare investimenti onerosi all’eventuale privato gestore “…Il Concessionario si impegna a realizzare una cabina di proiezione provvisoria…nell’attesa della realizzazione della cabina di proiezione per la quale è stato richiesto apposito finanziamento alla Regione Lazio”. Inoltre: la struttura del Teatro Fellini è stata riacquistata anni fa dallo stesso Comune di Pontinia e ristrutturata con fondi regionali, ci si chiede qual è il senso di tale investimento. Ci si chiede come sia possibile oggi immaginare di regalare la possibilità di fare impresa privata ad un qualsiasi gestore beneficiando di investimenti pubblici, logica certamente diffusa in questo periodo nella nostra nazione ma che non credevo appartenesse al centrosinistra che governa attualmente a Pontinia ed in Regione. Ci si chiede perché in due anni il Comune non abbia voluto creare quanto a lungo da me suggerito invano ovvero un qualsiasi Ente, Associazione, organismo giuridico in grado di gestire indipendentemente le attività della struttura rispondendo del proprio bilancio e delle proprie scelte, un organismo che sarebbe rimasto a disposizione della città a prescindere dalla mia presenza, attraverso il quale sarebbe stato possibile anche consentire attività di proiezione cinematografica a privati interessati senza la necessità di consegnare il teatro Fellini nelle mani di nessuno, ma conservandolo alla città. Iniqua la giustificazione eventuale di ritenere la scelta inevitabile per motivi di carattere economico, giustificazione che potrebbe sostenere la difesa della proposta dell’Assessore Sperlonga, poiché il Bando in questioni delinea una scelta di utilizzo della struttura ben preciso che invalida il progetto per il quale ho ricevuto l’incarico di Direzione Artistica dall’Amministrazione, non sarebbe più un teatro in cui il cinema potrebbe trovare il suo spazio, cosa che sarei io per primo disposto ad avvallare, ma un cinema il cui utilizzo sarebbe concesso saltuariamente per attività diverse, tra le quali, il teatro. Ritengo giusta ed apprezzabile l’idea di restituire il cinema alla città di Pontinia ma auspicherei, da professionista del settore, dei criteri diversi di attuazione del progetto, dettati perlomeno da un più lucido esame delle dinamiche di mercato. E’ uso che piccoli, o improvvisati gestori cinematografici nella nostra Provincia inseguano sale comunali, solo se già ristrutturate con denaro pubblico e pronte per l’uso, per poi ricavare introiti dalla vendita di pop-corn e coca-cola nel periodo di natale. Forse è solo un caso che nella proposta di gara si specifichi tanto accuratamente la possibilità da parte del gestore “nell’ambito della sua autonomia imprenditoriale di aprire punti di ristoro all’interno della struttura e di non concedere l’utilizzo della sala, se non a pagamento, nel periodo che va dal 15 dicembre al 6 di gennaio. Attendo di capire quali sono gli obiettivi che l’Amministrazione, della quale io resto a completa disposizione, persegue. Non è mio compito imporre scelte ma è un dovere degli Amministratori essere chiari e trasparenti nei mie confronti e nei confronti dei cittadini. Siamo disposti, ed uso il plurale volendo comprendere tutte le persone che in questi due anni hanno prestato la loro opera a titolo gratuito nella persecuzione degli obiettivi raggiunti, a rendere pubblica la discussione accollandoci la responsabilità di eventuali errori, nell’intenzione di informare il nostro pubblico e la Città di quanto fino ad ora abbiamo realizzato, attraverso quali investimenti, seguendo quali logiche e rendendo pubblici anche gli interventi a sostegno dell’operazione e le eventuali latitanze. Non posso che ringraziare tutte le persone, e non tutte di Pontinia, ma pare che anche il riscontro oltre i confini comunali sia una nota di demerito a mio carico, che ci hanno seguito fino ad ora e tutte le realtà associative presenti nel territorio comunale con le quali abbiamo collaborato. E’ probabile che io abbia frainteso o che all’interno della Giunta Comunale ci siano orientamenti diversi da quello dell’Assessore Sperlonga, a cominciare dal Sindaco, me lo auguro, se non dovesse essere cosi l’avventura sarebbe da considerare al capolinea, con buona pace di tutti coloro che vivono in questa nazione di reciproci scambi e favori, e che sfileranno ancora a lungo ad ogni tornata elettorale presenziando inaugurazioni e sagre per raccogliere consensi, attività assai meno faticosa del sostegno ad un progetto di crescita difficile ed a lungo termine. Il rammarico, nell’eventuale fine di questa avventura, al di là della considerazione di aver attuato un investimento professionale e personale sbagliato, sarebbe non tanto nel vedere irrealizzato un sogno ma nel dover assistere alla morte di quella che, dati alla mano, era ormai una realtà. Spero di non aver compreso le reali intenzioni di questo atto, oppure spero per il bene della mia terra che questi Amministratori abbiano una lungimiranza tale da volare al di sopra delle mie capacità di comprensione.
Clemente Pernarella
VE LA CANTATE E VE LA SONATE! CHE FIGURA CHE STATE A FA! MO' PERNARELLA NON E' PIU' BONO PERCHE' ALL'ASSESSORE JE SERVE ER TEATRO....PECCATO CHE CE L'AVETE MESSO VOI! FINITELA DE LITIGA' E PENSATE AI PROBLEMI DEI CITTADINI!!!!
RispondiEliminaChe la scelta di Pernarella sia stata ottima mi pare sia riconosciuto da tutti.
RispondiEliminaClemente, si possono avere tutte le ragioni possibili ed immaginabili in merito, dalle funzioni sociali e culturali, storiche e storicità dei luoghi, economiche e civili, tutte le ragioni e motivazioni concrete possibili ed inconfutabili, saranno comunque piegate ad interessi privati perchè più redditizi per pochi individui a discapito della collettività, la stessa cosa sta succedendo per la Torre Idrica dell'acquedotto comunale e per altri edifici patrimonio storico e culturale della comunità di Pontinia, è in atto una sistematica cancellazione di tutto ciò che rappresenta cultura e consapevolezza dell'essere, sarà possibile invertire questa tendenza al suicidio culturale e degrado della coscienza?
RispondiEliminaQualcuno sarà pur in grado di spiegare perchè una struttura socio-culturale, comprata dal comune di Pontinia da un privato con soldi pubblici, ristrutturata con soldi pubblici, sulla quale avverranno altri lavori di adeguamento finanziati con altri soldi pubblici finisca in gestione ad un privato?
Luigi
Rete dei Cittadini Pontinia
CHE SCHIFO...ORA VOGLIONO PRIVATIZZARE IL TEATRO FELLINI, CERTO CHE MOCHI HA FATO SCHIFO MA QUESTI LO SEGUONO A ROTA!!!!
RispondiEliminalIBERI E FORTI,
RispondiEliminaHanno tolto la fossa dei musicanti, facendo passare la struttura da teatro dell'operetta a teatro cinema.
hanno voluto massacrare l'acustica e quant'altro di funzionante , come il sipario.
Adesso non sanno cosa fare per continuare lo scempio, vedi mercato coperto, vedi torre idrica vedi teatro, vedi ex beni ONC. al sindaco ripetutamente stanno facendo fare brutte figure, è ora che li manda a cada e risparmi 1400 euro al mese per ogni assessore
il giorno dell'inaugurazione del teatro Fellini lo slogan d'ingresso recitava: una città che non promuove l'arte è una città morta.
RispondiEliminail problema,a mio umile avviso, è che vi è la necessità di persone esperte che si occupino di specifiche aree di interesse collettivo, quale appunto quello della cultura. l'ignoranza è il peggiore dei nostri mali e nonostante la legge non l'ammetta ecco che durante le elezioni si riciclano vecchie facce e si scartino le nuove forze politiche, espressioni di un acceso e vivo interesse per la collettività. chiediamoci dunque, cari compaesani, quanto di quello che potrebbe accadere sia in realtà colpa nostra, della brutta abitudine di pensare poco e di agire ancor meno.
Ho seguito la questione da cittadino, cioè senza parlare nè con gli esperti (Pernarella per primo), nè con gli amministratori. Quindi il mio parere sicuramente non sarà sufficientemente informato.
RispondiEliminaMa ho l'impressione che vi sia stata una certa difficoltà di intesa tra le parti che spesso si sono parlate sui giornali.
Mi preoccupa invece che non vi siano cittadini, amministratori, opposizione dentro e fuori il consiglio, associazioni che non solo non abbiano espresso opinioni all'altezza, ma nemmeno avanzate proposte. Perchè se ci fossero state potevamo discutere di qualcosa. Sempre da ignorante penso che ci poteva essera una terza soluzione. Ma sopratutto serviva un confronto. Per quel poco che conosco gli artisti (ripeto non conosco Pernarella) so che sono un pò suscettibili. Come già ho scritto avrei avanzato un concorso di idee. Che potrebbe anche esserci se non ho capito male.