Tra elezioni e speranze
Ci sveglieremo domani con un’Italia e una provincia migliore?
La speranza c’è sempre anche premesse ed aspettative non danno speranze concrete.
Difficile che la maggioranza degli italiani decida di liberarsi di chi fa approvare leggi in difesa dei suoi interessi personali, come da chi calpesta, a parole o con i fatti, la libertà e la democrazia, il rispetto, l’uguaglianza che ci dovrebbero essere garantiti e tutelati dalla Costituzione.
E’ improbabile che si ritorni alla morale e all’etica pubblica che chi ha incarichi pubblici debba essere un modello da proporre alle nuove generazioni e che debba dare pubbliche spiegazioni ai suoi comportamenti.
Non è scontato che si metta fine alla menzogna dello smentire ciò che tutti sanno, hanno visto e sentito direttamente da radio, televisioni e giornali.
Altrettanto sarebbe auspicabile che i giornali (non tutti certo), così come tutte le redazioni di informazioni, si spogliassero dell’essere tifosi e tornassero ad essere obiettivi e a fare, informazione e non propaganda.
Si può pensare che passeremo dallo spreco, dall’uso personale dei mezzi e delle infrastrutture pubbliche, delle strutture e dei servizi ad un uso a servizio del bene comune?
Può succedere che passeremo dalla gestione che ci ha portato e che continua a peggiorare come qualità dei servizi, della vita, degli impianti, delle scelte, del livello della giustizia, della sicurezza, della garanzia del futuro e del lavoro a livelli talmente bassi e poco degni di un paese civile, ad un gestione normale?
Riusciremo ad abbandonare l’interesse personale, di parte nella gestione dei rifiuti, dell’acqua, dell’energia, ad un livello superato come tecnica e scelte politiche e sociali, con danni all’economia, alla salute, all’ambiente, ad una nuova mentalità, adatta ad affrontare il 21. secolo?
Avremo un’Italia ed una provincia migliore? Oppure per liberarci da questa oppressione bisognerà ancora attendere? O forse gli italiani pensano che per risollevarsi da quella che pensavamo il livello più basso che potevamo raggiungere, prima della nuova proposta sbagliata, infelice, della solita gaffe ed offesa alla pubblica intelligenza e nuova smentita, dobbiamo arrivare al tanto peggio? E’ ancora possibile una soluzione con gli strumenti democratici?
Giorgio Libralato
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